Attore, sceneggiatore, produttore, filantropo. Ma anche gran giocatore di poker che rientra nella Top 40 degli attori coi maggiori incassi nella storia, e che People ha nominato l’uomo più sexy del mondo (era il 2007, anno in cui il suo nome è finito anche sul lastrico, cioè sulla Walk of Fame di Hollywood). Malgrado l’innegabile fama e un paio di ex come Claire Danes e Winona Ryder, alla fine si è sposato una civile, che gli sfornato pure 3 figlie.
Questo, ladies and gents, è Matt Damon, Oscar alla sceneggiatura per Will Hunting – Genio ribelle, il cui successo gli apre porte e portoni. La statuetta la condivide con l’amico di sempre, Ben Affleck, con cui collabora a diversi progetti nel corso della sua carriera (intrapresa a scapito di Harvard). Carriera che registra la prima battuta (una sola) di Damon in Mystic Pizza, nel lontano 1988; poi la consueta gavetta, fino all’exploit di Will Hunting (diretto da Gus Van Sant), che lo traghetta verso film di grande richiamo, come Salvate il soldato Ryan (= salvate Matt), la trilogia collettiva di Ocean (coi compari Pitt e Clooney), e l’altra trilogia, che lo vede assoluto protagonista, nonché action-hero: la serie di Bourne (prima che il testimone – e l’amnesia – passassero a Jeremy Renner). Seguono pellicole di spessore come Syriana, The Departed (dove se la batte con Leuccio nostro), e Invictus, ma Damon non rinuncia all’adrenalina, ed eccolo in Green Zone di Paul Greengrass (lo stesso di Bourne 2 e 3).
Nel suo curriculum si nota come ricorrano certi nomi, primo fra tutti Soderbergh: la collaborazione n°7, Behind the Candelabra, è fortemente attesa sui nostri schermi. E se col recente Elysium Matt non ci ha dato molti brividi (o forse sì?), gli concediamo la rivincita con The Zero Theorem di Terry Gilliam e Monuments Men di Clooney. Nel frattempo gli accendiamo tutte e 43 le candeline. HAPPY BIRTHDAY, MR. DAMON!