
Ma come sono stati questi premi della stampa estera? In che modo il cinema americano è stato premiato?
Cominciamo subito con il dire che i grandi delusi della serata sono stati probabilmente quei film con più di tre nomination che però non sono stati affatto considerati, tra questi Nebraska con 5 nomination, Capitan Phillips con 4 e Philomena e A Proposito di Davis con 3. Non è stato assegnato nemmeno il premio alla migliore attrice drammatica Judi Dench, che sulla carta era la favorita a scapito di Cate Blanchett che poi l’ha spuntata. Tutto questo ci dice molto poco sulle nomination agli Oscar che verranno annunciate tra tre giorni, il 16 gennaio nel primo pomeriggio (ora italiana). Infondo cos’hanno in comune i poco meno che 100 giornalisti stranieri e le migliaia di membri dell’Academy? Tutto e niente!
Rispettati i pronostici per il migliore attore in un film drammatico e per il miglior attore non protagonista: Matthew McConaughey e Jared Leto, co-star in Dallas Buyers Club, hanno portato a casa un premio annunciato e meritato, che forse in questo caso potrebbe coincidere con una nomination agli Oscar, visto quanto negli anni passati l’Academy ha prediletto le trasformazioni fisiche (vedi Charlize Theron, Nicole Kidman, Natalie Portman). Entrambi sono stati preferiti a nomi più main streem, come Tom Hanks o Robert Redford.

Una movimentata querelle è nata oltreoceano per il premio alla miglior canzone originale. Alcuni giornali hanno addirittura scritto che Bono e gli U2 hanno derubato Frozen il regno di ghiaccio della sua doppietta, sostenendo che il premio sarebbe dovuto andare di diritto a Let it go. Poco male per il film d’animazione che ha vinto ad occhi chiusi nella sua categoria e si avvia a vele spiegate verso l’Oscar.
Un po’ di perplessità desta il premio al miglior film commedia o musical, dal momento che la categoria stessa lascia il tempo che trova quando in essa sono compresi film come The Wolf of Wall Street e Her. Ebbene tra questi due titoli, l’ha scampata quel fortunello di David O. Russell con American Hustle, che insieme ai premi alle due attrici ha portato a casa tre Golden Globe.

Nulla da dire invece sui premi a Spike Jonze per Her per la migliore sceneggiatura (lui che ha dichiarato di non sapersi esprimere bene in inglese pur essendo l’unica lingua che conosce) e a Alfonso Cuaròn per la regia di Gravity. Entrambi senza rivali hanno giustamente trionfato nelle loro cinquine.

Ecco l’acceptance speech di Leonardo DiCaprio:
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Concludiamo il resoconto della serata con la nostra vincitrice morale, Emma Thompson (qui la potete vedere scappare sul red carpet con le scarpe in mano). La straordinaria attrice e sceneggiatrice premio Oscar ha consegnato il premio a Jonze per la migliore sceneggitura, e lo ha fatto a modo suo:
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A questo link trovate la lista completa dei vincitori, mentre di seguito potete sfogliare la fotogallery della serata:
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