Si sono conclusi i Golden Globe 2014.
Tina Fey e Amy Poehler hanno
condotto una serata magica, uno spettacolo davvero divertente e
brioso che ha fatto di questi 71esimi premi dell’Hollywood Foreign
Press Association uno dei momenti più riusciti della recente storia
delle passate seasons awards.
Ma come sono stati questi premi della stampa estera? In che modo il cinema americano è stato premiato?
Cominciamo subito con il dire che i grandi delusi della serata sono stati probabilmente quei film con più di tre nomination che però non sono stati affatto considerati, tra questi Nebraska con 5 nomination, Capitan Phillips con 4 e Philomena e A Proposito di Davis con 3. Non è stato assegnato nemmeno il premio alla migliore attrice drammatica Judi Dench, che sulla carta era la favorita a scapito di Cate Blanchett che poi l’ha spuntata. Tutto questo ci dice molto poco sulle nomination agli Oscar che verranno annunciate tra tre giorni, il 16 gennaio nel primo pomeriggio (ora italiana). Infondo cos’hanno in comune i poco meno che 100 giornalisti stranieri e le migliaia di membri dell’Academy? Tutto e niente!
Rispettati i pronostici per il migliore attore in un film drammatico e per il miglior attore non protagonista: Matthew McConaughey e Jared Leto, co-star in Dallas Buyers Club, hanno portato a casa un premio annunciato e meritato, che forse in questo caso potrebbe coincidere con una nomination agli Oscar, visto quanto negli anni passati l’Academy ha prediletto le trasformazioni fisiche (vedi Charlize Theron, Nicole Kidman, Natalie Portman). Entrambi sono stati preferiti a nomi più main streem, come Tom Hanks o Robert Redford.
Nulla da dire sul premio a Amy
Adams, mai così brava e sexy in un film come in
American Hustle, anche se a sentire i
commenti oltreoceano, pare che la Streep di
I Segreti di Osage County valesse di più.
Poco male per una che di Golden Globe ne ha già vinti 8! Discorso
diverso invece per la co-star di Amy, Jennifer
Lawrence, che ha sorpreso tutti battendo l’elegantissima
Lupita Nyong’o, data per favorita. Entrambe quindi
continueranno il testa a testa per vincere l’Oscar da non
protagonista, con la differenze che forse 12 Anni
Schiavo avrà più fortuna agli Academy Awards. Proprio
la vittoria del film nella categoria miglior film drammatico ha
sorpreso un po’ tutti quelli che davano per vincitore
Gravity.
Una movimentata querelle è nata oltreoceano per il premio alla miglior canzone originale. Alcuni giornali hanno addirittura scritto che Bono e gli U2 hanno derubato Frozen il regno di ghiaccio della sua doppietta, sostenendo che il premio sarebbe dovuto andare di diritto a Let it go. Poco male per il film d’animazione che ha vinto ad occhi chiusi nella sua categoria e si avvia a vele spiegate verso l’Oscar.
Un po’ di perplessità desta il premio al miglior film commedia o musical, dal momento che la categoria stessa lascia il tempo che trova quando in essa sono compresi film come The Wolf of Wall Street e Her. Ebbene tra questi due titoli, l’ha scampata quel fortunello di David O. Russell con American Hustle, che insieme ai premi alle due attrici ha portato a casa tre Golden Globe.
Grande sorpresa da questa
parte dell’oceano per la vittoria (che ci rende tutti orgogliosi)
de La Grande Bellezza di Paolo
Sorrentino nella categoria miglior film straniero. Paolo
ha sbaragliato concorrenti del calibro di Kechiche
e Miyazaki, raggiungendo un risultato davvero
importante per la sua carriera e per il nostro orgoglio nazionale.
Vero è che senza La Dolce Vita e
8 1/2 forse nessuno
negli States avrebbe considerato così bene il bel film di
Sorrentino, ma almeno adesso gli stranieri possono dire di
ricordare un titolo italiano che sia più recente de La
Vita è Bella.
Nulla da dire invece sui premi a Spike Jonze per Her per la migliore sceneggiatura (lui che ha dichiarato di non sapersi esprimere bene in inglese pur essendo l’unica lingua che conosce) e a Alfonso Cuaròn per la regia di Gravity. Entrambi senza rivali hanno giustamente trionfato nelle loro cinquine.
Ultima categoria della quale non
abbiamo ancora parlato è il migliore attore comico o di musical. Lo
scorso anno vinse Hugh Jackman per Les
Misérables, vero è proprio colossal musicale, in
piena consonanza con la categoria di nomination. Quest’anno invece
le perplessità che avevamo tutti sui film considerati “commedie”
sono state palesate dallo straordinario vincitore del premio:
Leonardo DiCaprio. Si è rotta una maledizione? E’
forse adesso il caso che Leo cominci sul serio a far spazio in
libreria? Non possiamo dirlo con certezza, ed è anche vero che
l’attore pur dotato di un innegabile talento non ancora
riconosciuto a pieno, non fa molto per farsi amare dalle
istituzioni. Infatti il momento più bello della serata è stato il
suo sarcastico discorso di ringraziamento: “Non avrei mai
pensato di vincere un premio come migliore attore comico. Ringrazio
tutti i miei colleghi commedianti…” A difesa dell’ HFPA c’è da
dire che spesso le categorie sono usate anche per assegnare più
premi, ma il discorso di Leo non fa una piega e forse potrebbe
fruttargli, in futuro, qualche nomination in meno.
Ecco l’acceptance speech di Leonardo DiCaprio:
[iframe width=”640″ height=”360″ src=”//www.youtube.com/embed/pwPJu201Z8g” frameborder=”0″ allowfullscreen][/iframe]
Concludiamo il resoconto della serata con la nostra vincitrice morale, Emma Thompson (qui la potete vedere scappare sul red carpet con le scarpe in mano). La straordinaria attrice e sceneggiatrice premio Oscar ha consegnato il premio a Jonze per la migliore sceneggitura, e lo ha fatto a modo suo:
[iframe width=”640″ height=”360″ src=”//www.youtube.com/embed/wVOao5qt90U” frameborder=”0″ allowfullscreen][/iframe]
A questo link trovate la lista completa dei vincitori, mentre di seguito potete sfogliare la fotogallery della serata:
[nggallery id=345]