Hayao Miyazaki parla di Si alza il vento e del suo ritiro

Intervistato da Anne Thompson per IndieWire, il maestro Hayao Miyazaki ha parlato del suo ritiro dal mondo del cinema, per dedicarsi alla sua vita e probabilmente a qualche altro progetto non legato al mondo della settima arte.

 

“Mentre lavoravo a Si alza il vento, non ho mai pensato che quello sarebbe stato il mio ultimo film. Ho iniziato a pensarci dopo, quando il film era finito. E’ stato allora che forse ho realizzato di volerlo rendere il mio ultimo lavoro. Sicuramente ci sono tante altre idee da realizzare, ma ci vorrà tanto tempo prima di vedere qualcosa di concreto. Io, quasi sicuramente, non farò più film.

L’idea per Si alza il vento mi è venuta da un manga che avevo disegnato io stesso. Tutti i personaggi che avevo disegnato avevano il volto di un cinghiale o di un maiale. Il produttore allora mi ha chiesto se volessi realizzare un film, e nonostante all’inizio non fossi convinto, alla fine è nata l’idea di creare un lungometraggio.

Avevo parecchie ansie, perché in un certo senso di trattava di abbandonare un pubblico composto da bambini. Poi sono stato rassicurato da uno dei membri dello Studio, che mi ha detto che i bambini, anche se non subito, un giorno arriveranno a comprendere il vero significato della pellicola. Quando abbiamo cominciato a lavorare al film era come se ci stessimo scavando la nostra stessa tomba. Il risultato finale è stato buono, ma abbiamo lavorato a questo film con un’ansia notevole”.

Sul protagonista del film Si alza il vento, che è stato presentato a numerosi festival, tra cui quello di Venezia, e che è attualmente in corsa per gli Oscar nella categoria Miglior Film d’Animazione., Miyazaki ha rivelato:

“C’è una certa somiglianza tra me e lui. Ci somigliamo dal punto di vista lavorativo sicuramente. Entrambi lavoriamo molto duro e siamo sempre concentrati sui nostri progetti. Il protagonista è un mix tra l’ingegnere Jiro Horikoshi e l’autore Tatsuo Hori, vissuti negli anni in cui la mia famiglia viveva in Giappone. Erano delle persone davvero tranquille e sincere. Io, personalmente, ho un modo di vivere che forse non è intelligente come quello del protagonista. Forse siamo simili nel modo di fumare.

Quando faccio un film penso sempre a persone molto vicine a me. Per Si alza il vento mi è venuto in mente un ragazzo. Non posso dirvi chi è perché neanche lui sa che il film l’ho realizzato ispirandomi a lui. Ha comunque visto il film e mi ha detto che gli è piaciuto tanto. Ha 14 anni”.

Sempre parlando della lavorazione di Si alza il vento, il maestro ha detto:

“Era fondamentale ricreare l’atmosfera di quel periodo in Giappone. Questa è stata la sfida più grande. La parte più difficile è stata sicuramente disegnare le scene. Quando si realizza una sequenza con moltissime persone, bisogna rispettare ogni singolo individuo che poi finirà sul grande schermo.

Sapevo che il film avrebbe sollevato alcune polemiche in Giappone. Sapevo che alcuni giapponesi non avrebbero accettato l’idea di un’ingegnere che realizza aerei da combattimento. Dall’altra parte, però, sono molto grato agli Stati Uniti che accolgono sempre molto bene i miei film”.

In merito agli animatori degli altri paesi, Miyazaki ha confessato:

“Dopo aver visto Si alza il vento, Josh Lasseter mi ha detto che il film gli ricordava Il Dottor Zivago. E’ stato strano, perché è la stessa cosa alla quale ho pensato io mentre realizzavo il film. E’ stato davvero divertente quando mi ha fatto questa confessione. Josh è uno degli animatori che ammiro di più, insieme a Nick Park della Aardman Animations e a Frederic Back e Yuriy Norshteyn. Sono persone che vivono sulle nuvole”.

L’intervista si è concluca con un ultimo riferimento al suo ritiro dalle scene:

“Cerco sempre di mettermi un po’ in disparte rispetto a tutto ciò che accade all’interno dello Studio. Penso che il rapporto continuerà più o meno nello stesso modo. Quando avrò del tempo libero ci ritornerò senza ombra di dubbio. In questo momento sto lavorando ad alcuni progetti espositivi per il Museo Ghibli”.

Fonte: IndieWire

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