Andrew Garfield, i film di Spider-Man “come una prigione”

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Sembra che ultimamente, dopo mesi di silenzion, Andrew Garfield sia diventato straordinariamente chiacchierone in merito alla sua passata epserienza nei panni di Spider-Man. L’attore che ha lasciato il ruolo in maniera brusca e inaspettata ha avuto molto da dire, non solo sui film (qui), ma anche sulla sua posizione all’interno di essi e sulle sue sensazioni durante le riprese.

“C’è pressione da tutte le parti, devi compiacere tutti, ma non accadrà, e finisce che non assecondi nessuno o tutti in maniera molto poco entusiasta. Ti dicono, ‘si era carino’. Quei film sono testati per il mercato. Devono piacere al cinquantesse bianco americano, al teenager gay, all’omofobo bigotto del centro America, dalla ragazzina di 11 anni”.

Garfield ha poi continuato spiegando che lui, e altri della troupe, hanno provato a infondere nel film anima e cuore, ma scontrandosi con la giusta realtà di chi voleva fare un mucchio di soldi, dato l’esborso. “Non posso vivere in questo modo, mi sembra di essere in prigione, con tutte queste aspettative addosso”. Che queste “persone” fossero Matt Tolmach e Avi Arad?

Ma la brutta esperienza con The Amazing Spider-Man non fermerà Garfield dall’accettare, in futuro, altri ruoli in grossi film. Dopotutto ha due illustri predecessori che, dopo un clamoroso fallimento, adesso sono gli eroi preferiti dal pubblico (Chris Evans e Ben Affleck).

Che ne pensate?

Fonte: The Playlist

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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