Venezia 74: George Clooney presenta Suburbicon, il suo nuovo film da regista

Suburbicon

E’ stato presentato oggi alla stampa Suburbicon, film che vede George Clooney indossare ancora una volta i panni del regista, interpretato da Matt Damon e Julianne Moore, in concorso qui alla 74° Mostra del Cinema di Venezia. Sceneggiato dai Fratelli Cohen e diretto da Clooney, il film ha conquistato la critica grazie al suo aspetto così poco convenzionale e alle tematiche trattate. Si parla infatti di razzismo, intolleranza e violenza in una piccola cittadina della periferia americana degli anni cinquanta, argomento incredibilmente attuale nonostante l’ambientazione del film.

 

Data la natura del film e le pesanti accuse rivolte alla società americana ancora così poco tollerante verso le minoranze etniche e religiose, George Clooney ha voluto dire la sua e fare una piccola riflessione politica sulla tesissima situazione sociale negli States. “Pensavamo tutti che, dopo anni di battaglie e violenza, il razzismo fosse ormai stato quasi del tutto debellato e invece ancora assistiamo ad episodi come quello di Charlottsville […] Ambientare il film in una piccola città della periferia era una provocazione; nel film sono tutti impegnati a scacciare l’unica famiglia di colore, accusandola di portare scompiglio nella comunità quando il pericolo risiede altrove ed è molto più spaventoso”. Anche Matt Damon sembra condividere il punto di vista di Clooney e aggiunge: “In posti del genere puoi anche correre per strada sporco di sangue ma gli altri incolperanno sempre quelli che non si sono integrati, i diversi: è la definizione di White Privileged”.

Parlando di Matt Damon, che abbiamo già visto nel ruolo di protagonista nel film di apertura di Venezia 74, Downsizing, la sua incredibile trasformazione da bravo ragazzo ad assassino psicopatico ha sorpreso e deliziato il pubblico. “La cosa più divertente del film è proprio Matt Damon – ha dichiarato Clooney –, non è mai stato così spaventoso!”. Lo stesso Damon ha però poi ammesso: “Non mi capita spesso di interpretare ruoli da cattivo come questo ma tutto risulta più facile quando hai dalla tua un regista così talentuoso come George […] Ricordo che una volta Alexander Payne [regista di Downsizing] mi disse che il mio più grande pregio era il mio aspetto così poco da star, mi disse che sembravo un uomo comune e che proprio questa era la mia caratteristica più interessante”.

Alla bravura di Matt Damon si contrappone quella della bellissima Julianne Moore che per Suburbicon si è sdoppiata interpretando due sorelle gemelle omozigote, due facce della stessa medaglia. “Ho proposto io a George l’idea di interpretare da sola entrambe le sorelle. Mi incuriosiva il fatto che, nonostante i legami d’affetto e di sangue, una delle due desiderasse così ardentemente la vita dell’altra da ucciderla per coronare il suo sogno e realizzare una sua fantasia”. Nel film le due donne, oltre ad essere caratterialmente differenti, si distinguono anche dal colore dei capelli, biondo per Rose, la sorella buona, e castano scuro per Margaret, la sorella cattiva. “È stata sua [si riferisce a Julianne Moore] anche l’idea di far tingere di biondo i capelli di Margaret dopo la morte della sorella – confessa divertito il regista -, una delle cose più inquietanti del suo personaggio [ride]“.

C’è stato chi, pur amando il film, ha definito Suburbicon un film pieno di rabbia il cui scopo era distruggere il concetto di famiglia tradizionale americana. “Creare e girare un film solitamente porta via un paio di anni quindi la rabbia a cui si fa riferimento, che poteva esserci all’inizio delle riprese, con il tempo tende a scomparire o a cambiare ed evolversi – ha dichiarato il regista Clooney – ma, si, il nostro principale proposito era proprio quello di distruggere lo stereotipo della perfetta famiglia […] Quello che affascina della periferia è la possibilità di avere, per pochi soldi, una piccola e graziosa casa con un giardino e magari una piscina […] per noi quindi trasformare questo piccolo angolo di paradiso in un luogo pieno di violenza e depravazione era una provocazione […] volevamo mostrare che non sempre il male proviene da chi è diverso da noi ma anche da coloro che ci sono molto vicini poiché tutte le persone sono in grado di nascondere la propria vera natura […] I veri mostri non sono persone di aspetto sgradevole sempre intente a lisciarsi i baffi ma persone normali che fanno scelte sbagliate e diventano mostri. Un po’ come i nostri protagonisti; sono persone normali che assoldano due killer perché non sono in grado di uccidere e che poi di fatto si tramutano anch’essi in mostri. Quanto alla rabbia, beh, le persone oggi hanno tutto il diritto di essere arrabbiati”.

Ma se la rabbia, l’odio, la violenza e una certa dose di sadismo sembrano governare su Suburbicon, la speranza sopravvive ancora negli occhi di Nicky. Dopo aver assistito a eventi terribili e traumatici c’è l’ultima scena del film, in cui il bambino gioca con il ragazzino di colore della casa accanto, che per il regista George Clooney e il compositore Alexandre Desplat ha un significato molto particolare. “Era sempre stata una nostra idea utilizzare questa scena a chiusura del film […] Non volevamo chiudere una storia così turbolenta con un finale classico come l’adozione del piccolo Nicky da parte di un’altra famiglia per questo motivo abbiamo scelto i due bambini. Il fatto che entrambi, dopo aver passato la notte peggiore delle loro vite, avessero ancora la forza di giocare insieme a baseball, era per noi il finale perfetto. Anche la musica per quella scena era di vitale importanza; fui proprio io a parlare ad Alexander quello di cui avevo bisogno e lui compose per il film una stupenda melodia, dolce, spensierata e carica di speranza”.

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