L’espediente narrativo del Cliffhanger è quello strumento per cui un racconto si conclude con un colpo di scena, un filo narrativo “appeso” per così dire, in sospeso, che fa pensare che ci sarà ancora altro da raccontare sulla medesima storia.
Si tratta di un espediente che nasce in letteratura ma che anche il cinema usa in abbondanza e, per quello che riguarda il mondo delle trilogie e dei sequel, è quasi il pane quotidiano. Ma in quale storia il cliffhanger è utilizzato al meglio? Ecco 10 esempi che possono essere considerati i migliori della storia del cinema recente.
Il Signore degli Anelli – Le Due Torri
Il film campione di incassi di Peter Jackson assume su di sé lo stesso senso di incompiutezza del primo film, La Compagnia dell’Anello, tuttavia, se il capitolo uno della saga aveva una compostezza narrativa e lasciava solo immaginare che sarebbe accaduto altro, ne Le Due Torri sappiamo che non arriverà niente di buono. L’ultimo dialogo/monologo di Gollum/Smeagol ci fa presagire che esiste una ‘lei’ che, nelle intenzioni della creatura, si occuperà dei due Hobbit, Frodo e Sam. Si tratta di Shelob, ovviamente. In pratica, Le Due Torri si conclude con i due Hobbit alla mercé di Gollum che si stanno avviando dritti dritti tra le fauci del ragno gigante.
The Matrix Reloaded
Che i due sequel di The Matrix del 1999 siano più deboli rispetto al primo storico film non è un segreto, tuttavia la fine del secondo capitolo mette lo spettatore di fronte a una realtà sconvolgente. Tutto ciò che pensavamo di sapere sulla mitologia del film è capovolto. Inoltre, il messia digitale Neo non è più capace di tornare al mondo reale e cade in coma. Proprio di fianco all’incarnazione umana della sua arcinemesi, l’Agente Smith.
Star Wars: Il Risveglio della Forza
Tutto il film diretto da J.J. Abrams è una ricerca di Luke Skywalker. La Resistenza lo cerca perché ha ancora fede nei Cavalieri Jedi, la sorella lo cerca perché spera di riconvertire alla Luce suo figlio Ben/Kylo Ren. Persino Rey abbraccia questa ricerca, spinta dal desiderio di conoscere le sue origini e di ritrovare la sua famiglia. Tuttavia, quando la ragazza lo trova e gli tende la spada che fu sua, il vecchio Cavaliere rimane in silenzio, a osservare, senza proferire parola. La domanda che tutti ci poniamo è: quali saranno le prima parole di Luke Skywalker (dopo oltre 30 anni di silenzio)?
Kill Bill: Volume 1
Il dittico sulla vendetta di Quentin Tarantino non è certo ricordato per i Cliffhanger ma per il sangue e le coinvolgenti coreografie di battaglia con protagonista la Sposa Beatrix Kiddo. Tuttavia ricordiamo che il Volume 1 termina con una sorpresa: la figlia di Beatrix è viva e vegeta, sta bene ed è con Bill. Questa rivelazione non cambia assolutamente nulla dal punto di vista dell’azione, dal momento che la Sposa continuerà la sua scalata verso la vendetta fino ad arrivare a Bill, ma aggiunge un’abbondante quantità di dramma alla storia.
Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma
È inevitabile dire male dei sequel de La Maledizione della Prima Luna. Il franchise Pirati dei Caraibi, cominciato con un film brioso e leggero, si è poi trasformato in un’epopea action per i Sette Mari atta a soddisfare le manie narcisiste di Johnny Depp e del suo ormai iconico personaggio, Jack Sparrow. Tuttavia è inevitabile sottolineare che il secondo capitolo della saga si chiude con ben tre tracce narrative sospese: la prima è ovviamente il destino di Sparrow, inghiottito dal Kraken e prigioniero di Davy Jones. La seconda è rappresentata dal cattivo, Lord Beckett, che prende il comando dell’Olandese Volante; mentre la terza e conclusiva svolta nel finale del film è il ritorno di Barbossa, che si pensava fosse morto alla fine del film precedente. Questo si che è un Cliffhanger.
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1
Siamo d’accordo che dei due film in cui è stato diviso l’ultimo capitolo della saga potteriana, la Parte 1 è la più debole, con infinite scene di campeggio e lunghi spiegoni noiosi ma inevitabili per far capire la storia ai non lettori. Eppure, il film diretto da David Yates si conclude con un colpo di coda spettacolare e spaventoso. Durante il film abbiamo appreso la natura dei Doni e la loro potenza, conosciamo anche la loro collocazione, e nel finale vediamo una scena spaventosa anche per chi non crede alla magia. Voldemort profana la tomba di Silente per impossessarsi della Bacchetta di Sambuco, allo scopo di diventare invincibile e finalmente uccidere Harry.
Il Cavaliere Oscuro
Il sacrificio, la dedizione, l’abnegazione a una causa, l’eroismo che si manifesta anche nel fare un passo indietro, per il bene comune, di una città, di Gotham. Alla fine del capitolo centrale della trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, vediamo il nostro Batman addossarsi la colpa dei crimini di Harvey Dent, per far si che con lui non muoia la speranza che aveva contribuito a costruire nel cuore dei cittadini con un meraviglioso Cliffhanger. Un gesto di eroismo puro e disinteressato, che mette l’eroe dalla parte opposta della legge e lo rende criminale e ricercato, un sacrificio che solo Batman poteva compiere, che solo l’eroe che si mostra nel momento del bisogno poteva abbracciare come sorte inevitabile. Per sconfiggere il caos e il Joker.
Ritorno al Futuro: Parte II
Prima che tutti obbiettino che anche il primo film della trilogia termina con un cliffhanger (Doc che dice a Marty che i suoi figli sono in pericolo esortandolo a un viaggio nel futuro, questa volta), c’è da fare una specificazione. La famosa battuta di Doc alla fine di Ritorno al Futuro era intesa come una battuta. Né Robert Zemeckis né Bob Gale sapevano che ci sarebbe stata una Parte II, mentre sapevano benissimo che ci sarebbe stata una Parte III, perciò legarono i due film da una svolta narrativa astuta.
Alla fine del secondo film, vediamo Doc e Marty alle prese con la grande tempesta di fulmini di Hill Valley, la stessa che nel primo film riportò Marty nel 1985. Questa volta Doc, non riuscendo ad atterrare con la DeLorean per via delle turbolenze, viene colpito da un fulmine. Rimaniamo per un secondo con Marty, incredulo, che pensa che Doc sia morto, ma in quell’istante sopraggiunge un dipendente della Western Union, che ha per lui una lettera da parte di Doc proveniente dal 1885. Il fulmine lo ha riportato indietro di un secolo, storia raccontata nella Parte III.
Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug
Nonostante gli adattamenti cinematografici de Lo Hobbit siano deboli da un punto di vista narrativo (300 pagine diluite in tre film da oltre due ore ciascuno), alcune cose sono senza dubbio apprezzabili, come la chiusura sospesa del secondo film con il suo Cliffhanger. Ne La Desolazione di Smaug assistiamo alla lotta dei Nani per riprendersi la Montagna, combattendo contro il drago Smaug. Alla fine i piccoli eroi non solo non riescono a sconfiggere la tremenda e avida bestia, ma riescono a spostare l’attenzione della creatura sugli umani e su Pontelagolungo (Esgaroth). Il film si conclude con Smaug che, minaccioso, vola verso la città, con il solo desiderio di distruggere ogni cosa.
Star Wars: L’Impero Colpisce Ancora ha il miglior Cliffhanger
Non solo è uno dei film con il miglior cliffhanger di sempre, ma rientra anche nei più grandi colpi di scena della storia del cinema moderno (e con la battuta più famosa, probabilmente). Il film si conclude con gli eroi prigionieri o seriamente feriti e sofferenti. Ricapitoliamo: Han Solo è prigioniero nella grafite, Luke Skywalker è traumatizzato in maniera seria, oltre ad aver perso la mano. I due eroi su cui la Resistenza poneva le proprie speranze sono apparentemente senza alcuna via di salvezza.
NB Per definizione, molti dei film di cui parleremo sono i capitoli numero due di famose trilogie.