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Minari: 5 curiosità sul film candidato all’Oscar

Minari è disponibile su NOW e on demand su Sky.

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Si intitola Minari ed è uno dei film più premiato dell’anno cinematografico insolito appena trascorso. La sua corsa è partita dal Sundance, festival che di solito regala sempre grandi doni prezioso al pubblico cinefilo di tutto il mondo. Lì, Minari, disponibile su NOW e on demand su Sky, ha conquistato il il Gran Premio della Giuria e il Premio del Pubblico. Da allora, nella sua corsa nella stagione dei premi, ha messo a segno solo colpi positivi, vincendo un Golden Globe, un BAFTA, un SAG Award e un premio Oscar (questi ultimi premi tutti assegnati all’incredibile Youn Yuh-jung, ma ne parleremo più avanti).

Il film, che racconta una storia di integrazione, ambizione e speranza nel futuro ha toccato il cuore di molti e qui di seguito segnaliamo cinque curiosità su una storia che, per la sua universalità e il suo cuore, sarà ricordata a lungo.

Il film Minari è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

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Minari film 2020

La scintilla che “ha acceso” la sceneggiatura

Autore della regia e della sceneggiatura, Lee Isaac Chung ha raccontato che poco prima di scrivere la sceneggiatura di Minari era sul punto di abbandonare il cinema e accettare un impiego a tempo pieno come insegnante. Poi gli venne in mente una frase del romanzo La casa del professore, di Willa Cather, del 1925. Quella frase recitava “La vita cominciò per me quando smisi di ammirare e cominciai a ricordare”. Da questo ricordo, pochi mesi prima dell’inizio del suo periodo di insegnamento, Chung cominciò a scrivere la sceneggiatura che sarebbe diventata Minari. Il film è stato poi girato a Tulsa, in Oklahoma, in soli 25 giorni, un set e delle riprese velocissime che hanno coinvolto non solo tutte le attività di zona, ma anche le cittadine limitrofe come Sand Springs, Skiatook, Broken Arrow e Rose. Dopo il successo di Minari, è difficile immaginare Lee Isaac Chung che abbandona il cinema e si dedica all’insegnamento!

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minari recensione

Un cast straordinario in Minari

Il cast di Minari è sicuramente l’aspetto vincente del film, che si basa su una storia intensa e coinvolgente ma che fa principalmente leva sull’alchimia trai personaggi. Naturalmente salta all’occhio Steven Yeun, affascinante protagonista maschile, che vanta un’ottima sintonia con Yeri Han, che interpreta sua moglie, nel film. Ma è inevitabile non pensare che la scena sia totalmente rubata da Youn Yuh-jung che interpreta nonna Soonja, e dal piccolo Alan Kim, il vivace David. Youn Yuh-jung, vincitrice di un BAFTA, di un SAG e di un Oscar per questo ruolo, è una vera superstar in patria: è una delle più importanti star e dei volti più noti del cinema coreano, ha lavorato per registi come Hong Sang-soo e Im Sang-soo e a lei appartiene il record di essere la prima attrice asiatica a vincere un premio Oscar per la migliore interpretazione da non protagonista. Classe 1947, Youn Yuh-jung è diventata l’eroina della season award soprattutto grazie ai suoi discorsi di ringraziamento acuti e ironici, e alle sue dichiarazioni sfacciate ma sempre divertenti. Accanto a lei, il giovanissimo Alan Kim rappresenta un contraltare perfetto, dal momento che è al suo esordio al cinema e offre una performance fresca e naturale, che rimarrà impressa soprattutto per il suo “Non sono carino, sono bello!”. Il cast è poi arricchito da fuoriclasse del calibro di Scott Haze e Will Patton, oltre che da Noel Cho, che interpreta la mite sorella maggiore, Anne.

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Steven Yeun Minari

Steven Yeun in Minari

Cuore pulsante di Minari è Jacob, interpretato da Steven Yeun. L’attore, proprio come il capofamiglia degli Yi, è nato e cresciuto a Seoul e poi si è trasferito, nel 1988, nel Michigan. Yeun deve la sua fama a The Walking Dead, nella serie AMC ha interpretato per 5 stagioni Glenn Rhee, uno dei personaggi preferiti dai numerosissimi fan dello show ideato da Robert Kirkman. Per Minari, Steven ha conquistato una nomination agli Oscar nella categoria migliore attore protagonista, il primo asiatico ad arrivare nella cinquina finale, e in quell’occasione, tutta la famiglia di The Walking Dead ha esultato, sui social: il loro Glenn era sul tetto di Hollywood!

Per Yeun, quindi, Minari è stata una questione personale, dal momento che ha molte cose in comune con il personaggio che interpreta, e quindi ha aggiunto al suo Jacob un ulteriore tocco personale. Nel film, Jacob indossa sempre un berretto rosso, non si tratta di un semplice berretto di scena, ma di un regalo che la madre di Steven gli fece quando aveva 17 anni e che l’attore custodisce gelosamente. Aggiungerlo al guardaroba di questo particolare personaggio non ha fatto che rendere ancora più autentica e sentita la sua interpretazione.

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Minari film

Cosa significa Minari?

Non si tratta di un nome di città o di persona, ma è il nome di un’erba selvatica. Come apprendiamo dal film, attraverso le parole di nonna Soonja, il Minari è una pianta acquatica spontanea tipicamente coreana. È meglio conosciuta come “prezzemolo giapponese”, “sedano cinese” o “crescione di palude”, si usa per cucinare piatti tipici della tradizione, frittate, kimchi, zuppe, stufato, bibimbap e haemul pajeon. Ha ottime proprietà organolettiche, è ipocalorico e disintissicante. Inoltre ha la capacità di crescere anche nei posti più impensati, ed è una pianta molto resistente.

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Minari storia autobiografica

Una storia autobiografica

Minari è una storia autobiografica. Il regista Lee Isaac Chung è nato in Colorado e cresciuto in Arkansas da una famiglia sudcoreana e in Minari ha raccontato la sua famiglia e la sua infanzia negli anni ’80. La spinta principale per raccontare questa sua storia nasce, secondo le dichiarazioni di Chung, dal desiderio di raccontare a sua figlia di otto anni la sua storia e i sacrifici che i suoi nonni, genitori del padre, avevano fatto per poter realizzare il loro sogno americano.

Chung ha raccontato: “Se avessi potuto lasciare a mia figlia una storia da vedere, quale storia avrei voluto che fosse? Così ho annotato ottanta ricordi visivi che risalivano all’epoca in cui avevo all’incirca l’età di mia figlia. Andavano dai ricordi dei grandi litigi fra i miei genitori nell’Arkansas fino a quello di mia nonna che incendiò metà della nostra fattoria. Nell’esaminarli, ho pensato che forse questa era la storia che avevo sempre desiderato raccontare”.

Se non avete ancora visto il film, potete approfittare: Minari è disponibile su NOW e on demand su Sky.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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