La bella e la bestia

La bella e la bestia – C’era una volta un principe di un regno splendente, bellissimo ma viziato, arrogante e cattivo, che una sera respinse una vecchia mendicante che gli aveva chiesto cibo e ospitalità.

 

La bella e la bestiaLa bella e la bestia

Anno: 1991

Regia: Gary Trousdale e Kirk Wise

Con le voci di: Laura Boccanera e Marjorie Biondo (Belle voce e canto), Massimo Corvo (la Bestia), Roberto Pedicini e Carlo Lepore (Gaston voce e canto), Vittorio Amandola (Lumière), Gianni Vagliani (Tockins), Isa di Marzio (Mrs. Bric), Davide Perino (Chicco), Paolo Lombardi (Maurice, il papà di Belle), Elio Pandolfi (Le Tont), Didi Perego (Guardaroba), Nando Gazzolo (Narratore).

Sinossi: C’era una volta un principe di un regno splendente, bellissimo ma viziato, arrogante e cattivo, che una sera respinse una vecchia mendicante che gli aveva chiesto cibo e ospitalità. La mendicante, in realtà una bellissima fata, lo punì trasformandolo in un’orrenda bestia, condannandolo a vivere nel suo castello incantato e ponendo come unica condizione alla fine dell’incantesimo che lui riuscisse a farsi amare prima dei ventun anni.

La bella e la bestia: recensione del film diretto Gary Trousdale e Kirk Wise

C’era una volta Belle, una ragazza bellissima ed amante dei libri, che viveva in un paesino francese pieno di gente pettegola ed ignorante, con il papà inventore: la sua vita le andava stretta, sognava altro, soprattutto di fronte alle profferte squallide di Gaston, bellimbusto locale maschilista che disapprovava la sua passione per la carta stampata. Un giorno Maurice, il papà di Belle, smarrì la strada mentre andava verso una fiera delle invenzioni e finì nel castello incantato della Bestia, che lo fece prigioniero. Sua figlia andò a cercarlo e si offrì al suo posto come prigioniera.

La corte incantata del castello, tutta trasformata in oggetti di uso quotidiano, cominciò a sperare in un modo di spezzare l’incantesimo, mentre tra Belle e la Bestia iniziò a nascere una simpatia reciproca. Ma dal villaggio della ragazza potevano arrivare dei pericoli, anche per colpa di Gaston, che non aveva gradito di essere respinto da Belle.

Analisi: La fiaba di Madame Le Prince de Beaumont ha ispirato adattamenti e riletture, tra film, telefilm, romanzi e fumetti e fa, come spesso succede con l’animazione Disney, da canovaccio di base su cui si costruisce una storia abbastanza diversa, senza sorelle invidiose, agonie nel giardino, rose tagliate e viaggi con anelli magici, ma comunque con diversi spunti interessanti.

Certo, ci sono le solite concessioni agli stereotipi cari alla casa americana, a cominciare dagli abitanti del villaggio, tutti troppo francesi per essere veri, ma le canzoni sono simpatiche, piacevoli e orecchiabili, rievocando Ziegfield, ci sono citazioni dei B Movies horror anni Cinquanta (l’assalto al castello), richiami all’arte medievale delle vetrate (nel prologo) e il castello della Bestia è perfetto, soprattutto quando è sotto l’influsso dell’incantesimo, per non parlare della scena mozzafiato della biblioteca, il sogno di ogni patito della lettura, come è appunto Belle, che passa la vita con il naso affondato nei libri.

In molti hanno visto nella fiaba di Madame Le Prince de Beaumont una metafora per convincere le fanciulle sue contemporanee, tra Sei e Settecento, ad accettare matrimoni combinati con mariti vecchi e brutti. In tempi più recenti la storia de La Bella e la Bestia è diventato un invito ad andare oltre ai pregiudizi e alle apparenze, ma a Linda Wooveltron, sceneggiatrice del film, interessano ancora altri discorsi e tematiche, molto femministe, dalla lotta all’idea della moglie trofeo, bellissima, silenziosa e servizievole, all’importanza di libri e cultura soprattutto per le donne (e le donne che leggono sono sempre pericolose), all’attacco contro stalking e maschilismo, e non è un caso che il cattivo sia un belloccio maschilista e gretto di provincia, tanto, troppo simile a tante sue controparti nella vita reale.

Certo, è un film d’animazione disneyano, ma ci sono alcuni messaggi interessanti e poco conformisti, ancora attualissimi e purtroppo poi tralasciati ultimamente sotto montagne di immagini computerizzate: tra fiaba e racconto gotico, elogio della fantasia e dell’autodeterminazione, La Bella e la Bestia made in Disney ha ancora non poche cose da dire al suo pubblico.

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