Ponyo sulla scogliera: recensione del film

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La recensione del film d’animazione Ponyo sulla scogliera per la regia del maestro Hayao Miyazaki.

 

Una bambina pesce fugge dalla sua casa incubatrice in fondo al mare e approda in una cittadina della costa, dove viene salvata da Sosuke, un bambino che la ribattezza Ponyo, senza sapere che in realtà la bambina è una creatura dell’acqua, figlia di Mammare, signora degli abissi. Fujomoto, il padre della ragazzina, cerca di riportarla nel mare, ma lei non ne vuol sapere e tenta di diventare umana usando la magia, creando uno scompenso tra terra e acqua che porta ad uno tsunami e ad una regressione all’ambiente della cittadina come era nella preistoria, sotto marino e con creature ormai estinte. Ponyo e Sosuke dovranno trovare un modo per rimanere insieme senza stravolgere i loro rispettivi mondi.

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Anno: 2008

Regia: Hayao Miyazaki

Con le voci di: Agnese Marteddu (Ponyo), Ruggero Valli (Sosuke), Massimo Corvo (Fujomoto), Sabrina Duranti (Gran Mammare), Laura Romano (Risa), Carlo Scipioni (Koichi), Franca Lumachi (Toki), Ludovica Modugno (Yoshie)

Sinossi:

Una bambina pesce fugge dalla sua casa incubatrice in fondo al mare e approda in una cittadina della costa, dove viene salvata da Sosuke, un bambino che la ribattezza Ponyo, senza sapere che in realtà la bambina è una creatura dell’acqua, figlia di Mammare, signora degli abissi. Fujomoto, il padre della ragazzina, cerca di riportarla nel mare, ma lei non ne vuol sapere e tenta di diventare umana usando la magia, creando uno scompenso tra terra e acqua che porta ad uno tsunami e ad una regressione all’ambiente della cittadina come era nella preistoria, sotto marino e con creature ormai estinte. Ponyo e Sosuke dovranno trovare un modo per rimanere insieme senza stravolgere i loro rispettivi mondi.

Ponyo sulla scogliera: recensione del film

Analisi

Ponyo sulla scogliera – Dopo diversi film con tematiche più adulte, stavolta Miyazaki sembra richiamarsi al mondo delle fiabe e dell’infanzia, e lui stesso ammette in un paio d’interviste che l’idea per Ponyo gli era venuta guardando il film di Disney La Sirenetta. In realtà, Ponyo sulla scogliera non è solo una fiaba per bambini, anche se rimane uno dei film più adatti, per tematiche e assenza di scene e situazioni più adulte, ad un pubblico infantile, più ancora de La città incantata.

Rilettura della Sirenetta, certo, ma in un contesto diverso, in cui l’autore riprende i temi a lui cari, l’ecologia, l’equilibrio tra generazioni, il rispetto dell’altro, la voglia di seguire la propria strada: se l’amicizia tra diversi Sosuke e Ponyo è estremamente delicata, risultano simpatici gli altri rapporti descritti nella storia, non ultimo quello con gli ospiti del pensionato dell’isola, che ritornano alla vita grazie al nuovo rapporto con la natura e gli elementi, scatenati dalla nuova ospite della loro zona.

Nell’animazione, in piena era digitale, Miyazaki compie una scelta coraggiosa: torna a disegnare tutto prevalentemente a mano, ed ad animare, richiamandosi ai disegni dei bambini ma anche alle stampe di mare tradizionali giapponesi, in un misto molto ricco che porta valore aggiunto ad una fiaba che diverte e fa riflettere, molto lontana dagli stereotipi di un’animazione giapponese disimpegnata e violenta che in molti si portano dietro, ancora oggi, dopo anni di film decisamente di qualità presentati al cinema e per il mercato dell’home video.

Certo, in molti hanno preferito le storie più complesse del maestro giapponese, film come La città incantata, Il castello errante di Howl o La principessa Mononoke, ma Ponyo sulla scogliera resta una fiaba intelligente, per bambini attenti e per chi ha conservato in sé una parte di infanzia che non è infantilismo, ma capacità di sognare, di saper guardare oltre, di immaginare un mondo fantastico anche partendo dalla realtà di tutti i giorni, da una vita in cui può venir fuori la magia di un momento che cambia tutto e che apre nuovi orizzonti.

Carine anche le canzoni, riadattate e tradotte in italiano senza crearne di nuove, all’interno di una colonna sonora originale che come sempre è molto curata, sinfonica e di gran respiro.

Ponyo sulla scogliera consola chi non si è mai rassegnato alla fine non lieta de La Sirenetta di Andersen, costruendo una storia e un finale comunque meno melensi e più credibili, sia pure nel contesto della fiaba, di quelli de La Sirenetta di Disney. In fondo, quello che è importante è saper trovare un equilibrio, fuori e dentro di sé, con gli altri e con la natura: e il tutto viene detto, come sempre nelle opere di Miyazaki, senza retorica.

Redazione
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