Quel pazzo venerdì – sempre più pazzo, recensione del film con Lindsay Lohan e Jamie Lee Curtis

Distribuito da Disney, il film è nelle sale italiane a partire dal 6 agosto.

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Ventidue anni dopo l’uscita del primo Quel pazzo venerdì (2003), Lindsay Lohan e Jamie Lee Curtis tornano nei ruoli iconici di Anna e Tess Coleman in Quel pazzo venerdì – sempre più pazzo, diretto da Nisha Ganatra. In un panorama cinematografico spesso dominato da sequel stanchi e privi di verve, questo nuovo capitolo dimostra che, con il giusto equilibrio tra nostalgia, contemporaneità e attenzione all’aspetto emotivo dei personaggi, anche una commedia familiare può sorprendere. L’alchimia tra Lohan e Curtis è rimasta intatta, capace di trascinare lo spettatore in un viaggio esilarante, che non ha paura di sembrare goffo, che tocca le corde più profonde del rapporto genitori-figli e della complessità delle famiglie moderne.

Quel pazzo venerdì – sempre più pazzo: un caos a quattro corpi

Se il primo film giocava sulla dinamica madre-figlia attraverso un semplice scambio di corpi, Freakier Friday – come è stato presentato al pubblico internazionale – alza l’asticella: non più due, ma ben quattro personaggi si ritrovano intrappolati in corpi altrui. Anna ora è madre di una figlia e ha una futura figliastra: la convivenza delle due famiglie in fase di fusione si complica ulteriormente quando un nuovo “incantesimo” scaglia madre, figlia, figliastra e nonna in un vortice di identità confuse. Il risultato? Un’esplosione di comicità slapstick, momenti imbarazzanti giocati con consapevole ironia fondati sul contrasto tra età e ruoli, e di nuovo la riflessione, presa in prestito dal film originale, sul valore dell’empatia e della comprensione reciproca.

Jamie Lee Curtis and Lindsay Lohan in Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo (2025)
Foto di Glen Wilson/Glen Wilson – © 2025 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

Comicità fisica e cuore autentico

Le gag funzionano grazie a un perfetto equilibrio tra comicità fisica, situazioni paradossali e una scrittura che non dimentica mai l’emozione. Lohan e Curtis si divertono visibilmente a calarsi nei panni delle altre generazioni, con risultati a tratti irresistibili: Curtis nei panni di una tredicenne è una gioia contagiosa, e con Lohan riescono a dare profondità e credibilità anche alle situazioni più assurde. La comicità nasce spesso dal puro imbarazzo, ma mai a scapito dei personaggi, che mantengono la loro dignità emotiva anche nei momenti più deliranti.

Una regia consapevole del proprio tono

La regista Nisha Ganatra dirige con mano sicura, scegliendo un tono scanzonato e mai superficiale. La messa in scena è sfrutta in maniera intelligente del montaggio nei momenti di maggiore caos e una colonna sonora frizzante che guarda più al senso di nostalgia che alla contemporaneità. E allo stesso modo fotografia vivace e differenziare i punti di vista dei personaggi, mentre alcune trovate registiche – come gli specchi e gli sguardi fuori campo – accentuano il senso di spaesamento che accompagna lo scambio di corpi. La regia abbraccia l’assurdità della premessa, valorizzandola con un tono coerente e familiare.

Quel pazzo venerdì, sempre più pazzoIl cast di supporto brilla

Oltre al duo protagonista, il film si arricchisce di un cast corale ben gestito: Julia Butters e Sophia Hammons nei ruoli della figlia e della futura figliastra di Anna portano freschezza e autenticità, mentre Manny Jacinto (già amatissimo dal pubblico di The Good Place) si conferma una presenza scenica irresistibile, capace di rubare la scena anche con pochi dialoghi. Tra i ritorni graditi c’è anche Chad Michael Murray, che offre una nostalgica continuità con il primo film, e Mark Harmon, che appare per poche pose.

Nostalgia ben dosata e nuovi spunti

Uno dei meriti maggiori di Quel pazzo venerdì – sempre più pazzo è il modo in cui riesce a omaggiare il film originale senza limitarsi a replicarne la formula. I riferimenti al passato sono numerosi – dagli oggetti di scena alle battute – ma mai invadenti. La storia si evolve, portando in scena tematiche più attuali come la gestione delle famiglie allargate, l’ansia generazionale, il bisogno di riconoscersi e accettarsi nelle proprie imperfezioni. Senza farsi pretenzioso e senza prendersi troppo sul serio, il film si fa carico di un messaggio potente: per capirsi davvero, a volte bisogna mettersi nei panni dell’altro.

Jamie Lee Curtis and Lindsay Lohan in Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo (2025)
Foto di Glen Wilson/Glen Wilson – © 2025 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

Un ritorno sorprendentemente riuscito

Quel pazzo venerdì – sempre più pazzo è più di un semplice sequel: è una lettera d’amore ai fan del primo film e un’intelligente reinvenzione del suo messaggio centrale. Il risultato è un film capace di parlare a più generazioni contemporaneamente. Perfetto per una serata in famiglia, ma anche per chi ha amato il film del 2003 e vuole ritrovare quell’alchimia unica tra Lohan e Curtis, oggi ancora più matura, intensa e divertente. Una “freaky” sorpresa di fine estate che, non sapevamo di volere — ma che ora siamo felici di avere.

Quel pazzo venerdì – sempre più pazzo
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Sommario

Quel pazzo venerdì – sempre più pazzo è più di un semplice sequel: è una lettera d’amore ai fan del primo film e un’intelligente reinvenzione del suo messaggio centrale.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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