Pranzo di Ferragosto: recensione del film di Gianni Di Gregorio

Pranzo di Ferragosto è il film del 2008 diretto da con protagonisti Gianni Di Gregorio, Valeria de Franciscis, Marina Cacciotti e Maria Cali.

 

Trama: Roma, 14 agosto. Il sessantenne Gianni vive in un condominio con la madre, donna Valeria, nobile decaduta. Per una serie di coincidenze e favori ineludibili, Gianni si ritrova costretto a prendersi cura per un paio di giorni non solo di mamma, ma anche di altre tre attempate signore. Si lancia nell’impresa, prende appunti per le pillole e accende i fornelli, per un Ferragosto indimenticabile.

Analisi: Lo sceneggiatore di lungo corso Gianni Di Gregorio (David Di Donatello per lo script di Gomorra, diviso con alcuni colleghi), a un passo dai 60 anni, firma il suo splendido esordio alla regia con Pranzo di Ferragosto, sistemando una rara e garbata perla nel panorama italiano. E ci mette anche faccia, pesanti occhiaie e penna. Il pranzo cinematografico organizzato da Di Gregorio tocca notevoli altitudini grazie a un filo sacro di ironia che percorre tutti i 73 minuti del film, a interpretazioni perfette e casalinghe (ma non caserecce), a originali strategie narrative che non hanno paura di modellare la materia morbida del cinema nelle sue componenti audio e video, alla beata volontà di non insegnare niente o di veicolare un qualche messaggio, fermo restando che, se il messaggio è il mezzo – come si impara sui banchi di scuola – qualunque sia il primo, è evidentemente saggio e divertente quanto il secondo, che se lo porta in grembo.

Sazia la fame di buon cinema, Di Gregorio, stimolando invece quella di vera tavola, di vino bianco (il personaggio Gianni se ne annaffia di continuo) e di una Roma estiva e spopolata, bella e maestosa come quella de L’Imperatore di Roma (che però era in B/N), cotta com’è dal sole, percorsa, a metà agosto, da disperati d’ogni grado: come il solitario squattrinato mammone Gianni o il suo amico alcolizzato Vichingo, pizzicato senza pietà – e si ride – nella sua debolezza per il bicchiere dalle vecchiette che il protagonista coccola e doma.

Trattata senza stereotipi e dolcificanti la fauna delle anziane signore: hanno lati amabili (soprattutto mamma Valeria, interpretata dall’esordiente classe 1915 Valeria De Franciscis), ma anche belle oscurità! Impossibile non mettere a referto l’appetito sessuale della madre dell’amministratore di condominio, Marina, che prima scappa di casa per un drink e, rientrata, cerca di sedurre il povero Gianni, perché la notte è lunga e la vita è breve. E poi ci sono l’irresistibile indelicatezza di zia Maria, maschera da profondo sud, i capricci di Donna Valeria, i furti gastronomici della signora Grazia, mamma del medico di Gianni. Un gruppo di 80-90enni, per una sinfonia della terza età che ravviva le ore del giovanotto Di Gregorio. Dandogli qualche affanno, ma spingendo un po’ più in là i patemi delle spese di condominio e dei malanni immaginari, e lo spettro della solitudine, che nel mezzo del cammino fa tanta paura.

Pranzo di Ferragosto ha avuto una sorta di sequel con il gradevole (niente più!) Gianni e le donne.

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RASSEGNA PANORAMICA
Niccolò RE
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Niccolò Re

Sono nato a Sarzana (SP), e più o meno ci vivo, nel 1986. Mi sono laureato in Cinema  all'Università di Pisa con una tesi di taglio narratologico. Sono un grande appassionato di musica, sport e astronomia. Mi piace la settima arte, ma preferisco la tele.

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