Il mostro della laguna nera è il film cult del 1954 diretto da Jack Arnold con protagonisti nel cast di Richard Carlson, Julie Adams, Richard Denning, Antonio Moreno, Nestor Paiva, Whit Bissell, Bernie Gozier e Henry A. Escalante.
- Anno: 1954
- Regia: Jack Arnold
- Cast: Richard Carlson, Julie Adams, Richard Denning, Antonio Moreno, Nestor Paiva, Whit Bissell, Bernie Gozier, Henry A. Escalante.
L’ombra
della minaccia nucleare, il costante stato d’ansia dovuto alla
possibile diffusione di radiazioni d’ogni tipo, partorirono,
durante gli anni cinquanta, un campionario ricchissimo di creature
che presero vita sui grandi schermi dell’epoca: tra ragni giganti,
mostri ed alieni, il genere horror/fantascientifico conobbe uno dei
suoi periodi più floridi, producendo pellicole che avrebbero
influenzato tutto il cinema di genere successivo.
Il mostro della laguna nera diretto da Jack Arnold, regista di punta di un certo cinema d’intrattenimento spesso sostenuto da budget limitati, rappresenta una delle opere più celebri di quel periodo. La vicenda narra di una spedizione di paleontologia lungo il Rio delle Amazzoni e della conseguente scoperta, da parte di un gruppo di scienziati, di una laguna rimasta immutata sin dalla preistoria, abitata da un terribile esemplare di uomo-pesce che non tarderà a seminare il panico.
Il mostro della laguna nera
Da questa semplice premessa assistiamo allo svolgersi di una caccia al mostro esotica che rappresenta un gioiello di ritmo, regia ed innovazione: girato in bianco e nero ed in formato stereoscopico, uno dei primi ad utilizzare una tecnologia 3D, il film è tutt’oggi in grado di sorprendere per l’incredibile perizia tecnica utilizzata nelle riprese sott’acqua, durante cui la creatura, impersonata da ben tre attori differenti (il subacqueo Ricou Browning, Ben Chapman e lo stuntman Tom Hennessy), è mostrata in tutta la naturalezza del suo habitat, perfettamente credibile nelle sue movenze animali, nonostante il costume di gomma e lattice utilizzato possa strappare, al giorno d’oggi, qualche sorriso.
Tra
imprudenti nuotate nella laguna in un primo momento e scienziati
interessati alla cattura del mostro dopo, il film calibra
perfettamente l’alternarsi di sequenze di tensione ad altre
caratterizzate da una sottile ironia, utilizzate per descrivere una
serie di personaggi sì macchiettistici, ma tutti funzionali allo
svolgersi della trama: dalla ragazza in pericolo, oggetto primario
del desiderio del mostro, al capo della spedizione interessato alla
creatura, passando poi per il goliardico capitano
dell’imbarcazione, sino alla psicologia tutta eroica del
ricercatore il cui unico fine, come in ogni classico di genere che
si rispetti, diverrà presto l’eliminazione della creatura e la
salvezza della donna. Gli attori, tutti perfettamente calati nelle
loro parti, offrono prove del tutto convincenti, aiutati da ruoli
talmente ben scritti e delineati che donano alle loro performance,
e all’intera pellicola, quell’aria da cult senza tempo che solo i
grandi classici possono vantare.
La visione di questo piccolo grande film è obbligatoria per chiunque voglia assaporare un modo di fare cinema che, solo in apparenza, risulta datato: tra gli infiniti clichè rintracciabili nella pellicola, difatti, si nascondo trucchi e trovate che quasi sempre gli horror odierni saccheggiano, utilizzandoli però in maniera ben più irritante e mediocre.