Edward mani di forbice, il film di Tim Burton

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Edward mani di forbice è il film del 1990 di Tim Burton con protagonisti nel cast Johnny Depp, Winona Ryder, Dianne Wiest, Alar Arking e Vincent Prince

 
 
  • Anno: 1990
  • Regia: Tim Burton
  • Cast: Johnny Depp (Edward); Winona Ryder (Kim Boggs); Dianne Wiest (Peggy Boggs); Alan Arkin (Bill Boggs); Robert Oliveri (Kevin Boggs); Anthony Michael Hall (Jim); Vincent Prince (l’inventore).

Edward mani di forbiceTrama: Ad un ridente e colorato quartiere si contrappone un tetro e  tenebroso castello dove da troppo tempo ormai vive in completa solitudine il giovane Edward, creatura quasi umana, la cui imperfezione lo costringe ad isolarsi dal resto del mondo, timoroso di affacciarsi ad una società poco incline ad accettarlo.

Edward, che per mani ha delle forbici a causa della prematura morte del suo creatore, sviluppa così una straordinaria capacità creativa che grazie alla premura e alla generosità di Peg, rappresentante Avon alla disperata ricerca di clienti, varrà l’amicizia dell’intero vicinato. Il coraggio di questa donna e la voglia di Edward di conoscere una realtà diversa da quella sino ad allora vissuta non basteranno pero perché il quartiere si liberi definitivamente di quei pregiudizi di cui tanto paventava il giovane, costretto a rapportarsi con un bigottismo ed una ipocrisia a causa dei quali preferirà tornare alla sua cara e fedele solitudine.

Edward mani di forbice, il film la cui favola romantica ha emozionato milioni di persone

Edward mani di forbiceAnalisi: Per molti il lavoro in assoluto più autobiografico di questo eccentrico ed eccelso regista, per altri un film il cui genere fantasy la dice lunga sulla possibilità di auspicare ad un buon riscontro al box office, per il cui confronto con altre pellicole cinematografiche ci si aspetti lo sviluppo di un tema lontano dal fiabesco, per altri ancora il delicato tentativo di Tim Burton di trasferire quanto di più essenziale nonché prezioso nella vita di ciascuno di noi in cento minuti raccontati con una leggerezza straordinaria. Perché ai tanti cimentatesi in Edward mani di forbice non passa certamente in sordina il messaggio che il regista ha voluto far trapelare, sebbene in maniera curiosa e tipica di chi delle proprie pellicole ne ha fatto sempre motivo di grande riflessione morale: la diversità sociale e la forsennata ricerca di una perfezione stereotipata e omologante.

Con Edward mani di forbice Tim Burton sperimenta il suo primo lungometraggio da “solista”, fondando la Tim Burton Productions in collaborazione con la Fox; il tema, reduce da bozzetti che l’hanno ispirato tra i banchi di scuola, testimonia la grande sensibilità di un uomo intento a render protagonisti nei suoi lavori coloro che nella vita protagonisti non sono affatto. Il diverso viene percepito e rappresentato come unica variante alla piattezza e alla paranoica vita dell’ammasso sociale, intrappolato nella propria abitudinarietà  fatta di banali e insignificanti certezze, in uno sfondo di drammatica ipocrisia.

In Edward, magnificamente interpretato da un favoloso Johnny Depp la cui partecipazione varrà un sodalizio con il regista che ad oggi conta ben sei film da protagonista, è facile cogliere quello spirito pop e reazionario che fanno di Tim Burton un regista assolutamente esclusivo, lontano dai tradizionali schemi hollywoodiani. La sua penna è assolutamente inconfondibile sia come sceneggiatore che come regista e in ciascuno dei suoi capolavori firma quell’universo che gli è tanto caro, fatto di nobili sentimenti, sebbene coltivati nella propria interiorità e difficilmente condivisi con il resto del mondo. Il cinema di Tim Burton racconta proprio questo, il mondo introverso che è proprio di ciascuno di noi e lo fa con una semplicità ingannevolmente subdola ed infantile, scegliendo quell’atmosfera favolistica troppo semplice da criticare, ma effettivamente la sola in grado di far volare chiunque entri nei suoi personaggi, purché mossi da un animo sensibile e sognante.

Edward mani di forbiceI contrasti cromatrici che si ravvisano costituiscono il filtro di cui si avvale Burton per rappresentare la favola della diversità sociale, la cui essenzialità, che si colora di sgargianti tinte pastello, e la spigliatezza del quartiere, estremizzato da strade deserte e aridi giardini privi di qualsiasi connotato naturale, si oppongono ad un castello tetro e opprimente il cui aspetto poco rassicurante ne costituisce però solo un ingannevole facciata, dietro la quale si nasconde un meraviglioso giardino, lontano dagli schemi convenzionali tipici del qualunquismo di massa.

Dunque il genio incompreso per antonomasia, percepito dal resto della società come un fenomeno da baraccone, la cui artisticità sembra sconvolgere positivamente i fanatici buonisti, allegoria della società dei consumi dai tipici tratti statunitensi. La metafora delle forbici, causa dell’isolamento di Edward, si plasma in dono meraviglioso percepito come tale dal momento in cui la società alla quale il giovane si affaccia si spoglia della diffidenza verso il diverso, cogliendone quei tratti per i quali si è in grado di nutrire affetto.

Ma la curiosità tollerante per il nuovo ha breve durata e il nichilismo e la scaltrezza del popolino alla fine prevalgono. L’animo gentile e l’ingenuità pura di Edward non riescono infatti a scalfire il resto della collettività, incapace di andare oltre quella corazza fatta di tratti e connotati troppo distanti dagli stereotipi in voga in quegli anni, simbolo di una spaventosa involuzione umana. Non è un caso che il solo a mostrare comprensione e affatto nei confronti di Edward sia l’agente di colore, unico tra l’altro tra gli inconfondibili “bianchi” , icona della diversità per eccellenza, come a dire tra diversi ci si capisce e ci sostiene.

Edward mani di forbiceLa musica, a cura dell’amico Danny Elfman, precede in simbiosi con l’aspetto favolistico del film, attraverso la riproduzione di modulazioni che riecheggiano suoni gradevoli e sognanti, in grado di proiettare chiunque l’ascolti nella propria lontana o vicina infanzia. Sebbene l’aspetto musicale non pervada totalmente la pellicola, questa ne costituisce certamente un elemento fondamentale che accompagna quelle scene la cui portata morale si intensifica.

Edward mani di forbice è un capolavoro che conferma la grandiosità di un regista profondamente attento alle tematiche sociali, alternativamente rappresentate attraverso un forte e predominante aspetto anticonformista, un film che lascia il segno della sua rilevante portata riflessiva: questo Edward mani di forbici di Tim Burton.

Redazione
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