Hook – Capitan Uncino: recensione del film

Hook - Capitan Uncino

Hook – Capitan Uncino è un film del 1991 diretto dal grande Steven Spielberg e con protagonisti un cast d’eccezione composto da Robin Williams, Dustin Hoffman, Maggie Smith, Julia Roberts.

 

La trama di Hook – Capitan Uncino

Hook - Capitan UncinoPeter Bunning (Robin Williams) è un avvocato, non ha tempo per giocare con i suoi bimbi, soffre di vertigini ed è un noioso, affaccendato, grasso, floscio adulto. Impossibile scorgere, sotto gli occhiali e la cravatta, l’eterno bambino sempre pronto a dar filo da torcere ai pirati. Sono passati dieci anni dall’ultima volta  che ha visto Nonna Wendy (Maggie Smith): la dolce ragazzina che aveva fatto da madre ai bimbi sperduti è diventata ormai un’anziana signora, che ha dedicato l’esistenza ai suoi orfani, perché potessero avere una famiglia.

La recensione di Hook – Capitan Uncino

Ma se Peter è tornato non è certo per ricordare i bei tempi passati, perché quelli davvero non li ricorda più… i suoi ricordi vanno dai 12 anni in su, quella dell’Isola che non c’è è solo una fiaba per ragazzini, è tutta fantasia. Giacomo Uncino però non dimentica i conti in sospeso, perché la vendetta è un piatto che va servito freddo, così rapisce i figli di Peter, assicurandosi il suo biglietto di andata all’Isola che non c’è. Ma il Peter che vi fa ritorno è solo un avvocato con scarpe firmate che proteggono i piedi saldamente fissati a terra.

Uncino è terribilmente deluso, voleva la sua guerra e il suo degno avversario, ma è tutto perduto… sta per uccidere senza pietà e senza neanche molto entusiasmo i figli di Peter quando Campanellino, la fatina amica d’infanzia di Peter riesce a strappargli un accordo: tre giorni per rimettere in sesto il Pan e poi la resa dei conti.

Hook - Capitan UncinoNon è casuale la scelta del nome del cattivo come titolo del film: è lui a dare impulso alla vicenda, ad ispirare e creare i presupposti per la storia… dopotutto non tutti i mali vengono per nuocere! Ed estremamente curioso è il fatto che sia stato proprio un bambino, precisamente il figlio dello sceneggiatore, James V. Hart, a suggerire la trama del film, facendo notare che Uncino non era stato realmente inghiottito dal coccodrillo, ma era riuscito a fuggire e, come ogni cattivo che si rispetti, non si era arreso. Il film, c

Concepito come un musical ma trasformato in corso d’opera in un film di fiction regala una delle migliori colonne sonore dell’accoppiata Spielberg/Williams, in cui il grandissimo John ha dato il meglio di sè con una soundtrack che ancora oggi viene usata come gigle o sfondo per eventi, pubblicità e trasmissioni.

Hook – Capitan Uncino – Un film senza tempo in tutti i sensi, perché è il tempo stesso il colosso contro cui combatte. È Uncino il personaggio che, più di tutti, ne è terrorizzato. In Hook – Capitan Uncino la fobia di Uncino per gli orologi, o meglio, per il ticchettio che segna lo scorrere inesorabile del tempo, provoca stati di puro terrore nel pirata, che lo associa al coccodrillo che gli aveva preso la mano ed inghiottito un orologio.

Hook – Capitan Uncino

Ma in questo film, più che mai, il cattivo fa anche un po’ tenerezza. Nel finale, disarmato e spogliato della parrucca ci appare per quello che è: un vecchio solo, circondato da uomini rozzi per i quali non vale neanche la pena essere un uomo migliore; un uomo che, in mancanza d’altro, si è perso nel fasullo culto di se stesso, nella sua nave-reggia.

E Peter ha paura del tempo? Lui sembra aver dimenticato la nozione e l’importanza del tempo, dato che spreca il suo al telefono, perennemente teso nello sforzo di concludere “l’affare più importante della sua vita”, perdendosi gli anni d’oro, sempre troppo fuggenti, dei suoi bambini. È paradossale, ma è sull’Isola che non c’è che Peter ritrova il suo tempo: il tempo di giocare, esultare, ma soprattutto di volare.

Tra i cameo Gwyneth Paltrow nel ruolo della giovane Wendy e un’irriconoscibile Glenn Close nei panni di un pirata ai servizi di Uncino.

Candidato a diverse categorie ai Premi Oscar del 1992, pur avendo riscosso critiche poco lusinghiere, Hook – Capitan Uncino è un film di culto, uno di quelli per cui non si è mai troppo grandi, valido sostituto di qualunque elisir di giovinezza.

Bisogna guardarlo per non invecchiare mai e per sentirsi addosso “l’odore di chi ha cavalcato sulle ali del vento, di cento estati da favola a dormire sugli alberi, delle avventure con indiani e pirati“, quando “il mondo era nostro, potevamo fare tutto o niente, ma ogni cosa era importante perché eravamo noi a farla“.

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