Incontri ravvicinati del terzo tipo è il film del 1977 diretto da Steven Spielberg e con protagonisti nel cast Richard Dreyfuss, Francois Truffaut, Teri Garr, Melinda Dillon e Bob Balaban.
- Anno: 1977
- Regia: Steven Spielberg
- Cast: Richard Dreyfuss, Francois Truffaut, Teri Garr, Melinda Dillon, Bob Balaban.
Nel deserto di Sonora lo scienziato Lacombe (Francois
Truffaut) scopre col suo gruppo di ricerca alcuni aerei dispersi
durante la seconda guerra mondiale, intatti: al loro interno,
nessuna traccia dei piloti. Con il suo interprete americano
Laughlin (Balaban), dà il via ad una lunga indagine per trovare una
spiegazione. Parallelamente nell’Indiana un bambino di 3 anni,
Barry, si sveglia durante la notte per vedere i propri giocattoli
muoversi da soli, l’elettricista Roy Neary (magistralmente
interpretato da Richard Dreyfuss) assiste all’inseguimento di 4
dischi volanti da parte della polizia.
Roy inizia ad essere ossessionato da un’immagine mentale a forma di montagna, che cerca di riprodurre in tutti i modi. La stessa ossessione che ha Jillian (Melinda Dillon), protagonista di un incontro ravvicinato nella propria casa, al termine del quale il figlio Barry verrà risucchiato da un’intensa luce emanata dal cielo.
Incontri ravvicinati del terzo tipo
Nel frattempo, Lacombe localizza il luogo in cui avverrà il contatto con gli extra-terrrestri: la Torre del Diavolo, nel Wyoming. Per non avere testimoni, le autorità governative provvedono alla totale evacuazione della zona. Ma Roy, Jillian e altre persone toccate dagli straordinari incontri vedono in tv la Torre e riconoscono in essa l’immagine da cui sono ossessionati. Fuggendo al controllo delle autorità, i due arriveranno al luogo dell’incontro. Memorabile la sequenza finale, in cui umani ed alieni comunicano attraverso musica e colori: un grandioso dialogo tra specie che si conclude con la liberazione delle persone rapite negli anni (mai invecchiate), e con Roy unico scelto dagli extra-terrestri per andare con loro.
Spielberg
ribalta un tema caro all’immaginario cinematografico, ipotizzando
la possibilità di un rapporto pacifico tra mondi diversi. L’alieno
non è più, dunque, un’entità maligna venuta per distruggere, bensì
un essere aperto al dialogo, portatore di un messaggio di pace e
collaborazione. Sublime prova di maestria tecnico-registica
accompagnata dal genio musicale di John
Williams, il film racchiude in sé motivi classici del
cinema spielberghiano – come l’esaltazione dei bambini, gli unici
realmente capaci di relazionarsi con cio che è diverso. È inoltre
evidente un elogio dell’istintività, del gioco come dimensione
primaria dell’esistenza (non è un caso che Roy voglia a tutti i
costi portare i figli a vedere Pinocchio).
Gli alieni, con cui ci troviamo faccia a faccia solo nel finale, sono tuttavia una presenza incombente per tutto il film. C’è però da dire che qui Spielberg resta concentrato sugli esseri umani, sui loro sogni, senza arrivare all’analisi del rapporto uomo/extra-terrestre (per questo bisognerà aspettare E.T.).
Candidato a 8 nomination, Incontri ravvicinati del terzo tipo vinse solo 2 Oscar – per la fotografia e gli effetti speciali di Douglas Trumbull. Di certo meritava qualcosa in più.