Solaris è il film del 1972 di Andrej Tarkovskij con protagonisti nel cast Donatas Banionis, Natal’ja Bondarčuk, Jüri Järvet e Anatolij Solonicyn.
- Anno: 1972
- Regia: Andrej Tarkovskij
- Cast: Donatas Banionis, Natal’ja Bondarčuk, Jüri Järvet, Anatolij Solonicyn
Trama: Prossimo
alla partenza per Solaris, lo scienziato Kris Kelvin trascorre
alcuni giorni di tranquillità nella casa di campagna dell’anziano
padre, riceverà la visita indesiderata del suo ex collega ed amico
Berton reduce da una traumatizzante avventura sul pianeta che gli è
costata la carriera: l’uomo racconta di aver assistito a strani
fenomeni suscitando lo scetticismo della commissione spaziale ed
ora dello stesso Kris che appare più che mai convinto
dell’inutilità della ricerca solaristica e della doverosa fine
degli esperimenti…
Analisi: Presentato nel 1972 da Mosca come la risposta sovietica al capolavoro fantascientifico di Kubrick 2001 Odissea nello spazio e poco apprezzato ad occidente quanto ad oriente della cortina di ferro Solaris merita oggi di essere annoverato tra i più grandi film mai prodotti nella storia.
Pellicola dalle tematiche intense, mai scontate e –cosa non da poco se si valuta l’anno di uscita- di totale rottura con i più diffusi stilemi cinematografici e di pensiero. Solaris è un film dalla forte carica filosofica postmoderna, che si interroga ed interroga lo spettatore sulla validità del cognitivismo senza mediazioni, sulla fiducia a costo zero nei confronti della tecnologia e sui guasti prodotti da uno sfruttamento massiccio delle risorse naturali.
E’ proprio la
Natura nella sua duplice veste di mistero e limite invalicabile a
pervadere tutta la pellicola di Tarkovskij: memorabile la scena
iniziale in cui lo scienziato Kris Kelvin smarrisce i suoi pensieri
nell’osservazione di uno stagno in cui galleggiano sinuosamente
delle lunghe alghe; scena che ritroveremo anche nella parte finale
del film, quasi a voler sottolineare un ritorno dal pianeta
impossibile.
Il regista smantella a colpi di dubbi l’impianto raziocinante imperante, proponendo Kris emblema di una scienza che si è spinta oltre senza mai domandare permesso all’etica, rimandando il quesito alla prossima scoperta: quando su Solaris si materializzano i pensieri degli scienziati sotto forma di affetti perduti o paure nascoste il Dottor Sartorius, zelante ricercatore scontroso e saccente, non ferma i suoi esperimenti, procede senza alcuna remora, pronto perfino a sezionare il fantasma della moglie di Kris pur di rendere giustizia alla conoscenza, cinismo che Tarkovskij sottolinea sapientemente con un particolare inquietante:il fantasma generato dalla mente del dottor Sartorius è un nano.
Solaris, la grandeza del film riconosciuta
Grazie all’escamotage delle presenze vivificate dal pianeta Solaris si pongono altri quesiti: quando un essere è davvero umano? È sufficiente che provi dolore? cosa succede quando l’individuo non è costituito da atomi ma è composto di neutrini, e di fatto assume una dimensione immortale? Può uno scienziato lasciarsi andare ai sentimenti con la donna perduta resuscitata da un “cervello” superiore?
Un film di tale spessore non voleva e non poteva essere compreso all’epoca in cui uscì: realismo socialista e capitalismo occidentale non avevano ne mezzi ne voglia per farlo, si sentì invece il bisogno di “normalizzare” un film di “Fantacoscienza” , tagliando oltre 40 minuti di pellicola per ottenere una versione commercialmente e filosoficamente più vendibile.
La lungimirante giuria di Cannes seppe comprenderne la grandezza conferendogli la menzione speciale, il film è disponibile dal 2002 in versione integrale.