Il Suo Regno, recensione della serie Netflix

La serie è disponibile in piattaforma a partire dal 22 marzo.

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El Reino Season 2. Peter Lanzani in El Reino Season 2. Cr. Marcos Ludevid / Netflix © 2023

Il Suo Regno è una serie tv argentina marchiata Netflix arrivata alla seconda stagione e che è disponibile sulla piattaforma già a partire dal 22 marzo. Ideata e scritta da Claudia Piñeiro e Marcelo Piñeyro – che l’ha anche diretta – è stata inaugurata ad agosto 2021 e la sua fama è esponenzialmente cresciuta fino ad arrivare in 990 Paesi. Lei è una famosa scrittrice di libri thriller e lui un regista dall’esperienza decennale e avevano già collaborato nel 2009 proprio per la trasposizione di un romanzo scritto da lei: Le vedove del giovedì.

 

Il Suo Regno, la genesi

Un po’ di tempo fa erano stati entrambi contattati da un produttore che gli aveva proposto un progetto che però non era piaciuto a nessuno dei due. Ma la voglia di tornare a lavorare insieme ha mosso i due autori a farsi venire in mente un’idea che sarebbe valsa Netflix e il popolo argentino.

Così nasce Il Suo Regno (El Reino in lingua originale), la storia di una comunità cristiana evangelica di Buenos Aires il cui leader Emilio Vázquez Pena (Diego Peretti) si trova improvvisamente a dover valutare la proposta di una carriera politica. Intrighi, manipolazioni, giochi di potere e scandali sono dietro a ogni angolo, ma anche qualche piccolo, quasi irrisorio, accenno di dolcezza e una buona dose di grottesco.

Ruotando tutto principalmente attorno ai meccanismi della comunità religiosa, Claudia Piñeiro ha ricevuto non poche critiche da parte degli esponenti di tali congregazioni che in Argentina sono molto influenti ed estremamente diffuse. La scelta della tematica è infatti stata abbracciata da lei e Marcelo Piñeyro anche in virtù della recente rapida crescita di gruppi cristiani evangelici in tutto il continente americano e del loro ingente coinvolgimento all’interno di partiti politici di destra.

El Reino Season 2. (L to R) Mercedes Moran, Diego Peretti in El Reino Season 2. Cr. Marcos Ludevid / Netflix © 2023

Ed è esattamente questo che raccontano le due stagioni de Il Suo Regno. La Iglesia de la Luz vanta un numero di fedeli ampissimo che versano donazioni a palate permettendo il costoso stile di vita della famiglia del Pastore Emilio. Per quanto lui sia il predicatore, a tirare davvero i fili del comando e della gestione del loro impero è la moglie Elena (interpretata dalla bravura di Mercedes Morán) e nonostante i continui tentativi nell’insabbiare gli orrori compiuti, la forza della verità sarà come un’ondata inarrestabile.

Dal lato di chi cercherà di scoperchiare il vaso di Pandora c’è la dottoressa a capo delle indagini Roberta Candia (Nancy Dupláa) insieme al gruppo di giovani militanti vittime della Iglesia de la Luz composto da Julio (Chino Darín), Tadeo (Juan Pedro Lanzani) e Remigio (Nico García).

Un racconto trasudante verità

Il Suo Regno trasuda la storia vera del proprio Paese, quello nel quale si svolge. E ci si domanda talvolta quanta possa essere la distanza percepita dallo spettatore argentino tra i fatti narrati e quelli di cronaca e politica. Probabilmente molto poca. Ed è l’aspetto che turba e inquieta durante la visione, soprattutto percependo la familiarità a determinate svolte e soluzioni politiche che solo chi ha ripetitivamente vissuto può avere. Per un italiano rasenterebbe uno scenario distopico.

In ogni caso, la seconda stagione della serie di Claudia Piñeiro e Marcelo Piñeyro, risulta leggera e vaga nel modo in cui attraversa alcuni fatti – per quanto possa sembrare paradossale – perché non va nelle profondità degli abissi dei propri personaggi per poi far condurre gli eventi a partire da questi, ma fa il contrario. Sono i protagonisti a dover essere al servizio del racconto, con il risultato che viene sfiorato tutto senza però che nulla sia mai toccato davvero. L’effetto è un certo distacco nei confronti dell’emotività tirata fuori dagli attori, mentre ci si aggrappa a piccoli fili di trama che provano a intessere ma che spariscono quasi subito. È evidente, dunque, che a catturare l’attenzione debbano essere gli avvenimenti, i casi presentati. Quasi come se ci fosse l’eco di un bisogno di denuncia.

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