Dopo un dittico che sicuramente ha fatto discutere, a tratti sgradevole e violento nei confronti delle sue protagoniste, L’amica geniale – Storia della Bambina Perduta torna su RaiUno con le puntate 7 e 8, Il ritorno e L’indagine. Dopo decenni che le due amiche erano separate, questi due episodi le vedono tornare insieme, confidenti e collaboratrici, di nuovo vicine, mentre la loro relazione assume dei contorni nuovi che fino a quel momento non si erano mai definiti così bene. Il loro rapporto di forze si evolve ulteriormente e se Lila continua a essere quella tra le due che tende a prevaricare l’altra, Elena si conferma una donna piena di risorse, soprattutto dopo la fine della storia con Nino.
L’addio a Nino e “Il ritorno” al rione
Con il settimo episodio, dal titolo Il ritorno, la storia si immerge di nuovo nel tumulto emotivo di Elena, che torna alle sue radici e al suo inizio, prendendo di nuovo casa al rione, proprio sotto all’appartamento di Lila. La rottura definitiva con Nino è un momento di liberazione e consapevolezza: un legame tossico che viene reciso, non senza amarezza, ma con grande decisione. La scena del loro confronto nella casa di Via Petrarca però non è il trionfo della volontà di Elena, quanto piuttosto un verboso e depotenziato colloquio tra due persone che, almeno da una parte, un tempo si erano amate. Nino confessa tutte le sue piccolezze e questa volta Lenù ha gli strumenti per allontanarlo, definitivamente. La scelta degli sceneggiatori di mostrare il tradimento di Nino con una donna sformata e anziana è stato un inciampo di scrittura davvero sgradevole, come se solo vedendosi tradire con una donna così poco attraente, Lenù avesse capito che quest’uomo, che ha amato per così tanto tempo, non merita quella devozione. Il tradimento perpetrato nel tempo da Nino, la sua ostinazione a coltivare se stesso al posto della sua storia con Elena, il continuo desiderio di affermazione e conferma, l’insicurezza che mortificava l’intelligenza della compagna erano ben più gravi di una sveltita con l’attempata domestica. Ma una scelta “grafica” rispetto agli eleganti non detti allusivi del romanzo, è sembrata più adeguata alla televisione. Non sarà l’unica volta in questa coda di serie, né sarà la più sgradevole.
Archiviato finalmente Nino dal suo cuore (ma non dalla sua vita, continuano a condividere una figlia, dopotutto) Elena torna al rione, dove riafferma la propria autonomia, nonostante la difficoltà di essere una donna sola con tre bimbe. Questo ritorno alle origini diventa un catalizzatore per la sua scrittura, che finalmente trova una nuova forza e autenticità. La pubblicazione del suo libro e il successo che ne deriva trasformano Elena in una figura di spicco, ma il prezzo del suo successo diventa evidente: la distanza crescente tra lei e un ambiente che implode su sé stesso. Elena è ormai un elemento estraneo al rione e tuttavia una componente importante per il suo ecosistema, una voce narrante.
L’evento che fa seguito al ritorno di Lenù al rione è il tanto atteso matrimonio di Marcello Solara con la sorella di Elena, Elisa, una delle sequenze più cariche di tensione dell’episodio. La scena mira a sottolineare un punto in particolare, che però non viene spiegato adeguatamente: Michele Solara è definitivamente libero dall’incantesimo di Lila, ormai la disprezza soltanto e con lei disprezza anche la sua “brutta copia”, Alfonso. Vestito da donna, l’uomo fa irruzione al matrimonio, creando agitazione e tensione. Verrà cacciato e allontanato, solo Lila e Lenù gli rimarranno accanto, fino a che Michele non lo picchierà a sangue per le strade del rione, davanti all’indifferenza di tutti (tranne del buon Enzo, al quale però Lila impedirà di intervenire). Edoardo Pesce, il Michele adulto, è superbo nella messa in scena della bruta e cieca cattiveria del Solara maggiore. Il pestaggio di Alfonso è uno dei momenti più crudi e disturbanti dell’intera serie, eppure il trattamento del personaggio appare forzato rispetto alla delicatezza con cui era stato tratteggiato nei romanzi.
Punto fermo rimane l’amicizia tra Lila e Lenù, sempre in bilico tra parità e abuso, onestà e inganno, in balia degli umori della prima che continuano a influenzare e travolgere la seconda che, dopo tutto questo tempo, appare finalmente più consapevole e capace di schermarsi dalle inevitabili cattiverie dell’amica.
La scrittura come strumento di attacco al potere: L’indagine
L’ottavo episodio tira le fila di molteplici tensioni, portando alla luce l’influenza opprimente dei Solara e l’ineluttabile disgregazione del rione. La morte di Alfonso segna un punto di non ritorno: non solo per la sua brutalità, ma per il modo in cui spezza definitivamente la già fragile speranza di una resistenza al potere dei Solara. La reazione di Lila, fredda e piena di disprezzo, è un elemento di distacco che evidenzia quanto la serie scelga di calcare la mano sull’aspetto più crudo e spietato della realtà narrata. La donna è spezzata dalla morte dell’amico, eppure sceglie di reagire in maniera fredda, senza lasciarsi attraversare da quel dolore che però, lo vedremo, avrà il tempo di esplodere per altre ragioni.
Il degrado del rione e la ritrovata ispirazione di Elena si fondono come un’arma nelle mani di Lila: la donna desidera che la compagna si faccia voce della protesta e del cambiamento, vuole utilizzare le parole per distruggere la violenza dei Solara, pensiero che ne rivela la fondamentale ingenuità, soprattutto di fronte a una violenza cieca e sorda che prende corpo in Michele. La ribellione delle due amiche le vede brevemente fiorire in un nuovo afflato collaborativo: scrivono, lavorano, si confrontano, tornano a essere le due bimbe piene di speranze nel mondo delle idee, per poi scontrarsi contro una realtà ben più cruda. Le parole che mettono insieme non servono ad altro che a mettere Elena in una posizione di difficoltà all’interno del rione, mentre Michele, sempre più violento e minaccioso, si erge come un simbolo di quella brutalità sistemica che soffoca ogni tentativo di cambiamento.
Elena si trova costretta ad affrontare una querela e i problemi economici che ne derivano, trovandosi a dover difendere la propria carriera e integrità. L’episodio riflette bene la spirale di compromessi e minacce che circondano entrambe le protagoniste, mostrando una Napoli senza speranza che divora i suoi figli. Ancora una volta L’amica geniale guarda oltre i confini del privato, affacciandosi con approccio problematico alla società, al pubblico, instaurando uno stretto legame trai due aspetti della narrazione.
L’amica geniale giunge alla svolta decisiva
Gli episodi 7 e 8 segnano un passaggio cruciale nella narrazione de L’amica geniale – Storia della Bambina Perduta, confermando il talento della serie nel coniugare il dramma personale con il contesto sociale. Tuttavia, alcune scelte narrative, come il trattamento del personaggio di Alfonso, potrebbero risultare discutibili per chi ha amato la delicatezza del romanzo. Resta potente, invece, il rapporto tra Elena e Lila, sempre più sfaccettato e complesso. Questi episodi ci ricordano che il rione non è solo un luogo fisico, ma un’entità viva, un microcosmo di potere e lotte, in cui i sogni di emancipazione si scontrano con la brutalità del sistema.
L'amica geniale - Storia della Bambina Perduta
Sommario
Nei momenti più distanti dal romanzo, la storia si fa violenta e forzata, quasi volgare, in un adattamento che ha perso gran parte della sua brillantezza iniziale.