Pesci piccoli. – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget, la recensione dei primi due episodi della serie con The Jackal

Arriva la prima serie comedy prodotta e ideata dai The Jackal, con la collaborazione di Amazon Prime Video e Mad Entertainment

Pesci piccoli - Un'agenzia. Molte idee. Poco budget recensione

L’oceano è una distesa d’acqua contenente mille specie di pesci diversi. E si sa, nel ciclo naturale della vita, i più piccoli, gli indifesi, vengono mangiati da quelli più grandi. Ma alcuni, che sono magari veloci e hanno grandi riflessi, riescono a fuggire e a sopravvivere. Pesci piccoli. – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget, la prima serie comedy dei The Jackal, gruppo comico napoletano in attività da ben diciotto anni, può essere introdotta con questa metafora sulla fauna marina. Lo dice già il titolo, questa è una storia che racconta tante storie, in cui i protagonisti sono pesci piccoli che devono nuotare in un mare molto vasto e spesso profondo, nel quale cercano, nonostante le difficoltà, di non essere inghiottiti, per evitare di scivolare nell’oscuro abisso.

 

Pesci piccoli. – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget è una produzione interamente The Jackal, insieme a Mad Entertainment e in collaborazione con Amazon Prime Video. Al timone della nave, o proprietario dell’acquario per rimanere in tema, Francesco Ebbasta, che dirige tutti e sei gli episodi, riuscendo a far spiccare di ogni personaggio la sua personalità, in un eterogeneo racconto corale. Per i The Jackal questo è il debutto ufficiale su una piattaforma streaming e il passaggio a un altro medium determina, per tutti loro, un nuovo ed entusiasmante inizio, consolidando una carriera già molto redditizia. Pesci piccoli. – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget arriva in esclusiva su Amazon Prime Video dall’8 giugno.

Pesci piccoli. – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget, la trama

Dopo uno spot andato male con Achille Lauro, Martina, creativa dell’agenzia Tree of Us, viene spostata in una sede provinciale più piccola, nella quale l’atmosfera e il metodo lavorativo usato sono completamente diversi da quelli ai quali è abituata. Ogni membro del team, composto principalmente da Fabio, Aurora, Ciro e Gianluca, si approccia alla pubblicità in maniera differente, ognuno con le sue idee e le sue soluzioni, non seguendo delle linee guida specifiche. La convivenza all’interno dell’agenzia risulta all’inizio difficile per Martina, abituata ad altri equilibri e ritmi e soprattutto a seguire determinate regole, cosa che li non sembra esistere. Imparerà, però, con il tempo ad adattarsi al nuovo contesto, sforzandosi di aprirsi e conoscere i suoi colleghi, tutti dalle stravaganti personalità.

Il mondo dei pesci piccoli

Il primo episodio di Pesci piccoli. – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget setta il tone of voice e si caratterizza di tutti gli elementi costitutivi del gruppo: ilarità, gioco, tradizioni e dialetto napoletano, sguardo critico sul lavoro. Ogni tassello che nel tempo ha delineato – e formato – i The Jackal ora si trasferisce sul piccolo schermo e nelle immagini del racconto, diventato trasposizione seriale e materica di quello che è sempre stato il gruppo comico. Pesci piccoli. – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget è i The Jackal, possiede la loro identità e mantiene la loro leggerezza, e forse è proprio per questo che funziona. Senza sottrarre spazio ad attimi più profondi.

Come ogni rappresentazione comica che si rispetti, anche nelle più semplici e veloci battute, i temi che vengono sciorinati sono posti sotto la lente giudicante sia di chi li porta come narrazione sia di chi, dall’altra parte, osserva e assimila. Ogni inside joke all’interno della serie – ce ne sono tanti ma non troppi – è infatti innescato con l’obiettivo di far luce su un problema, una difficoltà, un cruccio. Nei primi due episodi l’agenzia deve affrontare l’arrivo di un creativo, Martina, che rappresenta il metodo, l’anarchia, anche la solitudine. Ma ha davanti un gruppo di persone coese, che lavorano insieme, si aiutano, guardano al futuro e al nuovo e vogliono appendere al muro il vecchiume che impedisce al grande motore dell’agenzia di fare bene. Di fare meglio.

Di emanciparsi dagli schemi standardizzati e lenti, in qualche modo. Ed è proprio nel divertissement, nei momenti più goliardici in cui si ride fino alle lacrime, che i The Jackal inseriscono con saggezza un insegnamento. Lo introducono in una battuta, il ritmo ironico e compassato retrocede per dare spazio a una riflessione sulla vita, sull’esistenza di ognuno di noi, sul condividere il proprio spazio con gli altri e sul credere in se stessi, per poi concludersi di nuovo con dell’humor. Un’operazione alla Zerocalcare, potremmo dire, in cui anche i The Jackal ci dimostrano di saper padroneggiare il racconto, senza cadere in orribili stereotipi o sbavature.

Da soli mai, uniti sempre

Oltre la bravura di saper equilibrare ironia e serietà, in una bella altalena di emozioni, i The Jackal cercano di contaminare il loro progetto con serie a noi già conosciute, tipo The Office, a cui – a detta del regista – ci sarà un riferimento esplicito nel quarto episodio, ma dall’altra parte tentano anche di allontanarsi dal solito pattern delle sitcom e non solo. Perché, a quanto pare, Pesci piccoli. – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget attingerà da diversi generi, pur avendo le ossa di una comedy. Anche in questo caso il gruppo riesce a distinguersi, a farsi in qualche modo beffa delle solite linee guida da seguire quando si realizzano prodotti del genere, regalando delle chicche molto simpatiche che movimentano l’azione. Come, per esempio, il voice over di Fru, che commenta con un microfono luccicante le vite dei suoi colleghi imitando il narratore extradiegetico nel secondo episodio.

Appurato, quindi, il genio creativo dei The Jackal già da questi primi due episodi e confermata la loro attitudine a questo tipo di racconti che sanno dialogare con il pubblico e fidelizzarlo, si capisce nell’immediato dove vuole focalizzarsi la serie: su quei lavori che non si vedono ma che sono indispensabili, e sul gap presente all’interno che è figlio del personalismo. È chiaro sin da subito, e le restanti quattro puntate solidificheranno il discorso iniziato con le prime due: i Jackal vogliono porre l’accento su quelle categorie di lavoratori che operano nell’ombra, che a volte non vengono neppure riconosciuti, molti perché troppo piccoli rispetto alla concorrenza che vanta grandi nomi e di conseguenza maggiore visibilità.

Ma che, nonostante tutto, sono persone dignitose, che spingono dal basso la macchina aziendale, e che in quella continua lotta nel rimanere vivi senza farsi divorare dai più grandi, riescono a realizzare grandi cose pur rimanendo piccoli. Trovando, nel gruppo, la forza per andare avanti. Perché, in fondo, Pesci piccoli. – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget lo sottolinea subito: solo insieme si può cambiare il mondo.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Valeria Maiolino
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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.
pesci-piccoli-unagenzia-molte-idee-poco-budget-2Divertente, ironica, riflessiva. La prima serie comedy dei The Jackal ha tutti gli ingredienti per confezionare un prodotto dall'animo vivace e pieno di estro. I primi due episodi settano il mood dell'intero prodotto, costruito mescolando le varie personalità del gruppo comico, pregno di tutti quegli elementi che lo caratterizzano. Francesco Ebbasta fa un buon lavoro di regia, là dove ogni personalità è risaltata e si prende il giusto spazio.