The Head recensione serie tv prime video

Grazie al buon successo di serie thriller come The Terror, la piattaforma Amazon Prime Video sembra sempre più intenzionata a puntare su narrazioni in grado di suscitare forti emozioni nello spettatore. Con The Head, in arrivo nel catalogo a partire dal 5 agosto, un nuovo significativo tassello di tale strategia viene messo al suo posto. La serie, ideata da Álex e David Pastor, e diretta da Jorge Dorado, vanta una produzione internazionale, che riunisce tecnici e attori da ogni parte del mondo, compreso Álvaro Morte, celebre come Professore de La casa di carta. Tra gli altri membri del cast è bene citare l’attore John Lynch, già visto anche nella citata The Terror.

 

La trama delle prima, e autoconclusiva, stagione ruota intorno ad un gruppo di ricercatori, i quali si trovano a dover trascorrere in isolamento un periodo di sei mesi nella loro base operativa al Polo Sud, dove conducono ricerche sui cambiamenti climatici. Tale periodo, sfortunatamente per loro, coincide con il momento dell’anno in cui la luce del sole viene a mancare totalmente. Vivendo in una notte perpetua, il gruppo scoprirà a loro spese che tra di loro vi è un assassino. Quando al termine dei sei mesi il capitano della spedizione Johan Berg si ripresenterà alla base, si troverà dinanzi a qualcosa di macabro. Per lui, scoprire cosa è accaduto sarà l’unico modo per avere salva la vita.

The Head: da La cosa ad Assassinio sull’Orient Express

Con una trama come questa, è impossibile non pensare al celebre film horror La cosa, di John Carpenter e con Kurt Russell protagonista. E infatti la pellicola del 1982 viene esplicitamente citata, apparendo come il film che da tradizione il gruppo riguarda insieme al momento dell’inizio del loro isolamento. Se da una parte tale accostamento d’intenti può essere particolarmente rischioso, essendo il film di Carpenter un gioiello insuperato, la serie cerca da subito di scostarsi da invadenti somiglianze intraprendendo una strada che aspira a fondere l’orrore con la pura investigazione da genere giallo. La base operativa in cui il gruppo si ritrova prigioniero appare così non essere poi tanto diversa dall’Orient Express bloccato in mezzo ai ghiacci, mentre al suo interno si tenta di risolvere un terribile omicidio.

Tale percorso permette alla serie di potersi spostare ora più sull’uno ora più sull’altro dei due generi. Si costruisce così un racconto che se anche non appare particolarmente originale, tenta di catturare l’attenzione dello spettatore. E vi riesce. Già nei primi due episodi di The Head visti in anteprima (su un totale di sei), vengono infatti seminati una serie di indizi che permettono a chi guarda di iniziare a costruirsi una propria idea su quanto avvenuto, salvo poi ritrovarsi smentiti dalle nuove scoperte. Si respira dunque un’aria di imprevedibilità, che se retta a dovere sino alla fine può davvero conferire valore al tutto. A quel punto occorrerà soltanto stabilire se il modo in cui viene risolta la vicenda reggerà le aspettative generate.

Stando a quanto fin qui potuto vedere, gli autori di The Head hanno dimostrato di poter raccogliere a piene mani dai titoli citati e dai loro generi di appartenenza, rielaborando con gusto il tutto. La scelta di costruire la narrazione su due piani temporali diversi, poi, aiuta a ingrandire il velo di mistero. Si permette infatti allo spettatore di vedere il prima e il dopo, e grazie al racconto tramite flashback si procede a ritroso alla ricerca della verità. Tale struttura promette così da un lato di spezzare la monotonia di un’unica linea narrativa, e dall’altro di diluire il mistero per un più prolungato piacere.

The Head recensione

The Head: la recensione

Date le premesse cinematografiche e letterarie a cui la serie fa esplicito riferimento, il regista dei sei episodi gioca naturalmente per sfruttare al massimo l’ambiente datogli. L’esterno è un luogo buio e ostile, l’interno è invece claustrofobico ed incredibilmente labirintico. Ciò consente a Dorado di esaltare il mistero grazie all’imprevedibilità e alla conseguente minacciosità degli spazi. Grazie a i suoi virtuosi movimenti di macchina, che segue i protagonisti nelle loro insicurezze, si può infatti continuamente avvertire la possibilità del pericolo dietro l’angolo. La tensione che si costruisce appare dunque solida e funzionale al racconto.

Essendo lo spettatore già a conoscenza del destino di alcuni dei personaggi, resta da scoprire il come questo sia avvenuto. Perciò, la regia ha il compito di non anticipare il momento in cui questo avviene, lasciando che si costruisca inquadratura dopo inquadratura, sospetto dopo sospetto. Nei primi due episodi ciò avviene. The Head sembra dunque avere le carte in regola per raccontare una storia debitrice di grandi classici, promettendo però interessanti variazioni e novità. Come in ogni giallo che si rispetti, occorrerà però attendere lo svelamento del mistero per poterla giudicare riuscita o meno.

 

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Gianmaria Cataldo
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Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
the-head-la-recensione-amazon-primeThe Head sembra dunque avere le carte in regola per raccontare una storia debitrice di grandi classici, promettendo però interessanti variazioni e novità. Come in ogni giallo che si rispetti, occorrerà però attendere lo svelamento del mistero per poterla giudicare riuscita o meno.