Mentre siamo in vista del traguardo e della risoluzione di tutti gli enigmi, la serie ideata e scritta da Nic Pizzolatto prende pieghe inaspettate in True Detective 2×06, potremmo addirittura azzardare scialbe, per un episodio sulla carta cruciale che invece si rivela un altro empasse narrativo per i nostri valorosi detective e per il criminale più indeciso della storia della tv.
La trama di True Detective 2×06
True Detective 2×06, Church in Ruins, disattende le promesse e regala alla seconda stagione della serie antologica HBO quello che potrebbe essere considerate l’episodio peggiore fino a questo momento.
L’episodio True Detective 2×06 si apre con quello che doveva essere un grande scontro tra i due personaggi più carismatici del cilco: Ray Velcoro (Colin Farrell) e Frank Semyon (Vince Vaughn). Seduti ai due lati di un tavolo, a scrutarsi negli occhi, i due si confrontano ma senza mai superare il confine di una conversazione civile seppure molto tesa.
Il dialogo da personale diventa subito astratto, esistenziale, risolvendosi in una bolla di sapone che lascia entrambi insoddisfatti e Ray sempre più immerso nei suoi fantasmi. Intanto Paul Woodrugh (Taylor Kitsch) e Ani Bezzerides (Rachel McAdams) sono alle prese con una scena del crimine particolarmente cruenta, mentre la seconda decide di portare avanti il proposito di infiltrarsi in uno dei festini a base di droga, prostitute e potere dei potenti della città di Vinci. Durante la notte, nel mezzo di un’orgia, Ani, anche per colpa delle sostanze ingerite forzosamente, ricorda un dettaglio particolarmente doloroso del suo passato, un trauma che potrebbe spiegare tutte le sue debolezze e i suoi turbamenti.
Con grande abilità Pizzolatto riesce a costruire personaggi interessantissimi che però mal si inseriscono nel contesto della storia risultando molto poco omogenei e lasciando l’indagine troppo in secondo piano rispetto a quello che hanno da raccontare le singole personalità. Dei passati così tormentati, dei segreti così oscuri, delle ferite ancora fresche rendono i protagonisti interessantissimi soggetti che potrebbero bastare a raccontare un intero ciclo anche con le loro storie. Purtroppo questi stessi personaggi, messi tutti insieme, dovrebbero servire anche a una trama verticale che viene lasciata fin troppo al caso, con un’esposizione confusa e troppi elementi dati per scontato.
Quelli che nei primi episodi erano i punti forti della storia, a uno stato avanzato del racconto si stanno rivelando impedimenti per il racconto portante e per la risoluzione del caso Caspere, causa scatenante delle indagini.