Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l’epoca della fede e l’epoca dell’incredulità, il periodo dalla luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l’inverno della disperazione. Avevamo tutto dinnanzi a noi, non avevamo nulla dinnanzi a noi…
La citazione di Racconto di due città di Charles Dickens rispecchia fedelmente il Capitolo 23 di House of Cards, l’episodio pone forti contrasti tra personaggi e temi che non vengono narrati con il solito ritmo da thriller-politico mostrando così “i doppi” dei personaggi, divisi perlopiù tra quello che desiderano nel profondo e quello a cui ambiscono di più alto. In questo scenario la tensione dell’episodio gioca in maniera perversa, che subisce numerose declinazioni a secondo degli interessi in questione.
L’intreccio principale si evolve sull’inchiesta della reporter del Telegraph, Ayla Sayyad (Mozhan Marnò) che aiutata da Seth (Derek Cecil) riuscirà ad unire i punti sul rapporto tra il Presidente (Michael Gill), Tusk (Gerald McRaney), Lanaghin (Gil Birmingham) e Feng (Terry Chen), nonché il giro di soldi che spinge e finanzia la campagna dei democratici. In questo puzzle che si sta componendo Frank (Kevin Spacey) sta rischiando di essere smascherato dal Dipartimento di Giustizia. Quindi è giunto il momento per il vicepresidente di puntare tutto e vedere se riuscirà a conquistare l’ennesimo bottino oppure cadrà insieme a tutti gli altri. In questo clima, in cui Frank attende, la storia vive in un’atmosfera sospesa, fatta di valutazioni degli affetti e delle persone che condividono lo stesso gioco. I rapporti vengono mostrati in una sorta di triangoli, il primo è tra i coniugi Underwood e Meechum (Nathan Darrow) il bodyguard del Secret Service, che dimostra discrezione, ammirazione e servilismo che piace molto alla coppia, in cui si sentono liberi di mostrarsi in vesti diverse. Di seguito il rapporto sentimentale tra Jackie (Molly Parker) e Remy (Mahershala Ali) che tocca la politica di Frank e gli interessi di Tusk, oppure quello d’invidia e competizione tra Seth e Doug (Michael Kelly) sotto gli occhi dello stesso vicepresidente, ed infine il rapporto di quest’ultimo con Rachel (Rachel Brosnahan) che vivono il loro rapporto “castrato” sotto lo sguardo di un terzo incomodo.
L’episodio diretto da Robin Wright si rivela essere uno dei migliori della stagione, seppur lo show abbia sempre parlato dei rapporti “lavorativi”, in questa puntata riescono ad avere un taglio trasversale ed inedito, andando ad incidere nei desideri e non solo nelle ambizioni, mostrando dubbio, stanchezza, intimità che con una certa reticenza fiorisce nel marmo della Casa Bianca. In questo lento e sinuoso movimento l’episodio ci restituisce un colpo di scena che sveglia bruscamente l’attenzione dello spettatore e ci avverte che i cambiamenti, quelli epocali, sono in arrivo.