True Blood
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True Blood è una serie televisiva statunitense creata da Alan Ball per il canale via cavo HBO, andata in onda dal 2008 al 2014, composta da sette stagioni per un totale di 80 episodi.

 
 
  • True Blood
  • Stagioni: 2 stagioni, in corso ancora
  • Anno: 2008-in corso
  • Numero episodi: 24, non terminata
  • Ideato da: Alan Ball e Charlaine Harris
  • Cast: Anna Paquin, Stephen Moyer, Sam Trammell, Ryan Kwanted, Rutina Wesley,
  • Alexander Skarsgård, Nelsan Ellis.
  • Guest Star: Lois Smith, Lizzy Caplan, Chris Bauer, Michelle Forbes.

True Blood, trama

In un futuro imprecisato ma molto prossimo, vampiri e umani dovrebbero poter convivere pacificamente grazie all’invenzione di un sangue artificiale che permette agli uni di non mettere più a rischio l’incolumità degli altri. Nella cittadina di Bon Temps, in Louisiana, la cameriera Sookie Stackhouse, che riesce a leggere nella mente delle persone, si innamora ricambiata del vampiro Bill Compton. Ma il loro amore verrà messo a dura prova da razzismo, integralismo, da una catena di omicidi misteriosi, da amici e parenti di entrambi.

True Blood, l’analisi

Ragazza non bellissima e molto sensibile ama follemente un vampiro ed è amata da un mutaforma in animale: potrebbe sembrare un’imitazione di Twilight, ma non è così: True Blood, dalla serie di romanzi neogothic di Charlaine Harris, editi anche in Italia da Delos e da Fazi editore, è una cosa  ben diversa, che non è detto che piaccia a chi ha amato in passato Buffy e che oggi segue Twilight.

Alan Ball, sceneggiatore premio Oscar di American Beauty e ideatore di Six feet under, parla sì di vampiri e di poteri paranormali, ma in un contesto ben diverso, dove convergono tematiche e suggestioni non sempre facili, con contenuti anche scomodi e coraggiosi. Le scene di sesso, che hanno creato scalpore anche da noi per una serie che si voleva, forse non del tutto correttamente, indirizzata prevalentemente ad un pubblico di teen ager, sono solo l’elemento discordante più evidente: certo, c’è un grande amore di fondo, ma in quest’angolo caldo della Louisiana si consumano passioni più o meno lecite e non sempre idilliache e dolci, tra i vari coprotagonisti, a cominciare dal fratello di Sookie, Jason, dipendente dal sesso e non solo.

In True Blood si parla di omosessualità, con il personaggio di Lafayette, al quale sono affidati siparietti comici, ma che è sempre, moralmente parlando, uno spacciatore di sostanze stupefacenti, pur essendo uno dei simpatici e dei buoni della vicenda.

Non manca la tematica razziale: i vampiri sono la nuova minoranza che non si vuole accettare, i toni usati dagli integralisti della Compagnia del Sole sono molto vicini ai proclami anti omosessuali e anti musulmani usati da gruppi con nomi diversi nella vita reale. Una minoranza, quella dei vampiri, anche pericolosa, che attrae e respinge sessualmente e non solo (il sangue di vampiro è la nuova droga afrodisiaca di tanti, Jason Stackhouse in testa), e che non cancella i problemi di altre minoranze, persone di colore e gay in testa.

Se in American Beauty, Alan Ball metteva in scena le contraddizioni dell’alta borghesia dei sobborghi e in Six feet under parlava di vita partendo dalla morte, qui mette in luce il microcosmo realistico e disperato della società dei profondo Sud degli Stati Uniti, che esiste pari pari nella vita reale anche senza vampiri. Un mondo rimasto ancora ancorato ai ricordi della peraltro disastrosa Guerra civile americana, in cui le dimore patrizie e le ricchezze sono andate in rovina, in cui andare a combattere in qualche guerra in giro per il mondo è l’unico modo per tirare su un po’ di soldi e in cui la maggioranza bianca appartiene a quella classe sociale che Mammy, la tata di Rossella O’Hara in Via col vento definiva senza mezzi termini “straccioni bianchi”, poveri senza speranza, se non quella di sballarsi o di cercare emozioni. L’eroina della vicenda fa niente di più che la cameriera in una tavola calda e perde anche la nonna,con la quale conviveva in maniera da bambocciona forzata.

In questo quadro, l’amore tra Sookie e Bill è forse l’unica cosa vera, romantica e pura, il contraltare ad uno squallore dei vivi ancora più devastante della crudeltà dei non morti, in mezzo ai quali non mancano rivalità, desideri di portare via Sookie a Bill e altri personaggi temibili e affascinanti, nella migliore tradizione recente di rappresentazione dei signori della notte.

Per chi cerca una storia di vampiri che non sia un www di Buffy ed Angel  e che non segua il romanticismo adolescenziale di Twilight, True Blood può offrire ottimi spunti. Certo, l’inizio è leggermente traumatico, anche se si è adulti e vaccinati, e la storia ci mette un attimo a ingranare proprio come vicenda, ma poi la serie decolla, e come trama portante, e come sottotrame, con vari colpi di scena nella prima stagione, incentrata anche sulla risoluzione di un giallo riguardante la morte di alcune donne colpevoli di aver avuto rapporti con i vampriri, e nelle stagioni successive, dove l’azione si sposta in parte anche a Dallas.

Tra vampiri e umani, tra disperazioni e sogni, tra violenza e sesso, tra amore e morte, True Blood può trovare spazio per un immaginario vampirico che diventa metafora di una società i cui membri sognano l’assoluto e il paradiso, ma finiscono di accontentarsi di squallore e inferno.

 

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