Grace di Monaco quando Nicole Kidman da il volto a Grace Kelly

Grace di Monaco

Dopo il clamoroso slittamento che lo escluderà dai film in corsa ai prossimi Oscar, Grace di Monaco, l’attesissimo biopic sulla star hollywoodiana e principessa di Monaco Grace Kelly, sarà ufficialmente nelle sale dal 13 marzo del 2014, sempre che regista e produttore abbiano deciso di sotterrare l’ascia di guerra. A fare da sfondo alla lunga gestazione del film è stato, infatti, un controverso dibattito che ha visto il regista Olivier Dahan e il produttore Weinstein scontrarsi animatamente sul taglio da dare al film. Da una parte, la volontà del regista di mettere in scena la tanto dibattuta vita di Grace in modo compassato ed elegante in una pellicola di circa tre ore, dall’altra, l’esigenza di Weinstein di partorire un’opera più snella e vendibile; è facile intuire come presupposti così dissimili fossero destinati a collidere. Del resto, trovare un ragionevole compromesso tra il respiro artistico e le leggi del mercato è da sempre una scomoda faccenda.

 

Olivier Dahan, fautore di un cinema votato alla cruda esplorazione degli intimi dissapori dell’animo umano, dopo averci consegnato il sublime ritratto di Edith Piaf ne  La vie en rose (Oscar a Marion Cotillard), ci regala in Grace di Monaco l’affresco di un’altra donna-leggenda, l’indiscussa regina del grande schermo e divina principessa di Monaco, Grace Kelly. Una donna che con la sua incantevole bellezza e grazia è riuscita in soli cinque anni ad avere l’abbagliante mondo di Hollywood letteralmente ai suoi piedi, prima di ritirarsi dalle scene e dedicare la sua vita al ruolo di mamma e moglie del principe Ranieri.

Puntando su quello che sa fare meglio, ovvero interrogarsi sul sofferto conflitto che corre tra le due facce di una celebrità, il volto mediatico e quello reale, vissuto all’ombra dei riflettori, Olivier Dahan fruga nell’irrisolta e dirompente personalità di Grace Kelly per restituirci un ritratto che, lungi dall’essere il semplice encomio di una star o la malinconica riflessione su una morte prematura, si pone come il racconto di un momento cruciale nella vita di Grace, circoscritto ai sei mesi del 1962 che segnarono il suo sorprendente addio a Hollywood. Dalle glorie del cinema a quelle da principessa di Monaco, Grace Kelly sposa il principe Ranieri sostenendolo fermamente, come il film ci mostra, nella disputa politica con il presidente Charles De Gaulle e nella difesa del principato.

Hitchcock l’aveva definita l’incarnazione del ghiaccio bollente, mettendo in luce come Grace fosse la perfetta sintesi tra stoica freddezza e cocente sensualità. E chi meglio dell’angelico e impalpabile volto di Nicole Kidman a farci rivivere la sublime ed ambigua bellezza di una delle più eleganti icone del cinema?

Ci auguriamo che Nicole possa fare del suo meglio accanto al suo Principe Ranieri interpretato da Tim Roth. A completare il cast Paz Vega nei panni di Maria Callas e l’attore sbocciato nei serial televisivi, Milo Ventimiglia.

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