The Lone Ranger: uno , nessuno e centomila Johnny

The Lone Ranger

Si sa: quando c’è di mezzo Johnny Depp nessun progetto cinematografico passa inosservato. Se poi il progetto in questione vede il poliedrico neocinquantenne diretto dal regista premio Oscar nel 2012 Gore Verbinski, ideatore della fortunata serie de I pirati dei Caraibi, affiancato dal team di sceneggiatori del franchaise Eric Aronson, Justin Haythe, Ted Elliott e Terry Rossio, l’hype mediatico sale al massimo. Anche perché The Lone Ranger, a tutti gli effetti, sembra essere proprio questo: una riproposizione dei Pirati in salsa Western, sperando di fare nuovamente il botto. La storia raccontata in questa nuova pellicola, in uscita il prossimo 3 luglio, è quella di John Reid (Armie Hammer), uomo di legge che deve la vita alle cure del nativo americano Tonto (Depp), meritevole di averlo salvato quando era in punto di morte. Ristabilitosi, l’uomo decide di indossare una maschera per aiutare i più deboli e vendicare i suoi compagni, andando in giro con lo pseudonimo di “Ranger solitario” e avvalendosi dell’aiuto del fedele Tonto.

 

Sarà proprio il nativo americano a fare da narratore e a raccontare la storia mai svelata che ha trasformato Reid da semplice uomo di legge a una leggenda della giustizia, accompagnando lo spettatore in un rocambolesco viaggio all’insegna dei colpi di scena e dello humor al vetriolo di cui oramai ogni personaggio di Depp viene investito insieme alle immancabili smorfie. Nato da uno show radiofonico degli anni ’30 trasposto poi in uno show televisivo live action di successo negli anni ’50, la storia del Ranger Solitario è stata già rimaneggiata più volte con scarsi risultati: nel ’81 con La leggenda del ranger soiltario come film per il grande schermo e nel 2003 con un pilot per il network CW bocciato sul nascere. Questa volta, decisa a centrare il bersaglio, la Disney ha sparato in alto stanziando un budget che ha superato i 250 milioni di dollari, motivo per cui il progetto, almeno in fase iniziale, venne bloccato. Complice poi la crescente attenzione per “il nuovo progetto di Depp” e convinti di poter ricreare il fenomeno dei Pirati, si è accesa poi in seguito la luce verde per l’indiano d’America.

Se da una parte è stata riscontrata nel pubblico gioia e giubilo per la realizzazione del film, critica e cinefili di tutto il mondo cominciano a chiedersi se l’ennesima maschera indossata da Depp non cominci ad avere qualche crepa. Dubbio quanto mai legittimo per una star ascesa all’Olimpo dei migliori per le sue abilità camaleontiche (da Edward mani di forbice a Chocolat, passando per Buon compleanno Mr. Grape, Dead Man e Blow) portate all’estremo con l’interpretazione di Jack Sparrow, pirata ubriacone il cui cinismo, le nevrosi e i piccoli tic lo hanno trasformato nel cavallo di battaglia dell’attore. Da allora infatti è stato un susseguirsi di maschere: Willy Wonka; Sweeney Todd; Parnassus (sebbene in maniera limitata); Alice in Wonderland fino al più recente Dark Shadows e di progetti in cui la maschera del burlone, del cinico, della faccetta che accompagna un’ironia dal retrogusto amaro veniva tolta che non hanno premiato l’attore, come l’ultimissimo The Rum Diary o The Tourist.

La speranza è quella che la carriera di Depp non si sia incagliata in una ricerca forsennata della macchietta viste le grandi interpretazioni di cui l’attore è capace e le immense doti di reinvenzione e reinterpretazione di se stesso lo hanno contraddistinto negli anni.

Curiosità

Johnny Depp ha svelato che il look del suo personaggio in The Lone Ranger è ispirato a un dipinto dell’artista Kirby Sattler che si intitola “I Am Crow”. Sattler ha ceduto i diritti sull’immagine del dipinto ai produttori del film, in modo che Depp potesse essere libero di prenderne spunto per creare il look di Tonto.

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