Gollum è uno dei personaggi tolkieniani più complessi e affascinanti mai incontrati nella letteratura del ‘900. All’interno del corpus di Tolkien è senza dubbio il più ambiguo, cupo e misterioso, nonché quello verso il quale si prova maggiore senso di compassione e insieme di repulsione. Ne Lo Hobbit, Gollum ha un ruolo minore, ruolo che viene tuttavia ampliato a dovere ne Il Signore degli Anelli, in cui diventerà uno dei personaggi chiave.
Il mio tesssoro! Gollum
La sua nascita potrebbe risalire al 1928, nel racconto Glip, in cui Tolkien scrive di un personaggio molto simile a Gollum e dal quale potrebbe essere poi nato così come lo conosciamo.
In un primo momento Tolkien aveva fatto di Gollum una creatura piuttosto amichevole e onesta, che ammette di aver perso al gioco degli indovinelli contro Bilbo e si offre di aiutarlo. Poi però la sua natura cambia e diventa la creatura infida che ben conosciamo. In realtà però ne Lo Hobbit la creatura rimane piuttosto nell’ombra, in quanto lo stesso Tolkien dice di non sapere “chi o che cosa fosse”. Solo nel 1937, quando Tolkien comincia a sistemare i suoi appunti su Il Signore degli Anelli, abbiamo la possibilità di sapere qualcosa in più di lui: nel capitolo L’ombra del passato infatti Gandalf racconta la storia di Gollum a Frodo nel dettaglio, basandosi sulle sue indagini e le sue supposizioni.
Nel 2466 della
Terza Era della Terra di
Mezzo, Sméagol va a pesca insieme a Déagol suo cugino.
Il secondo cade dalla barca nell’Anduin e trova sul fondale un
anello. Alla vista del ninnolo Sméagol impazzisce,
aggredisce il cugino uccidendolo ed entra in possesso di quello che
si rivelerà essere l’Unico Anello, forgiato da
Sauron in persona nella fucine del Monte Fato.
Sméagol, di mente e cuore debole, si lascia
avvelenare dall’oggetto, con la conseguenza terribile di essere
bandito dalla sua famiglia e dai suoi amici. Si rifugia così in un
esilio volontario sotto le montagne, avendo preso ad odiare la luce
del Sole e della Luce (“faccia gialla” e “faccia pallida”).
A quel periodo risale la sua trasformazione in Gollum, poiché viene soprannominato così a causa dell’orribile rumore di gola che emette. Nel suo nuovo rifugio comincia ad adattarsi all’oscurità nutrendosi solo di pesci crudi e orchi. Gollum tenne per sé l’Anello per circa 500 anni, chiamandolo Tesoro, perché l’unica cosa al mondo di cui avesse cura, l’unica di cui gli importasse davvero. Dopo questi 500 anni, Sauron cominciò a riacquistare consistenza e ammassò la sua ombra a Nord, nel Bosco Atro. L’Anello avvertì che il potere che l’aveva generato stava diventando più forte e abbandonò Gollum.
Ma in quel momento accadde qualcosa di prodigioso, qualcosa che nemmeno l’Anello poteva immaginare, infatti Bilbo Baggins, un piccolo hobbit della Contea lo trovò e se ne impadronì. In questo momento abbiamo ne Lo Hobbit l’entrata in scena di Gollum che sfiderà Bilbo al gioco degli indovinelli con lo scopo di imbrogliare e di mangiare lo sventurato (e apparentemente gustoso) ospite. Dopo la rocambolesca fuga di Bilbo, non sappiamo più nulla di Gollum fino a che ricomparirà misteriosamente ne Il Signore degli Anelli al seguito della Compagnia nelle miniere di Moria.
In realtà dopo la perdita dell’Anello, Gollum trovò il coraggio di uscire dal suo rifugio, vagando alla ricerca del suo Tesoro, fino a che non venne catturato e torturato da Sauron stesso. Da lui l’Oscuro Signore apprende della strada che ha preso l’Anello e comincia a trovare interessante la Contea e i Baggins. Intanto Gollum viene lasciato libero nelle Paludi Morte, dove incontrerà Aragorn che lo cattura e lo mette sotto chiave presso re Thranduil nel Bosco Atro. Gli Elfi però impietositi dal suo aspetto misero ed emaciato, abbassano la guardia permettendogli di scappare.
Da quel momento Gollum troverà rifugio nelle miniere di Moria, dove si imbatterà proprio nella Compagnia e nel nuovo “padrone del Tesoro”. Da qui in poi la sua storia è ben nota: segue la Compagnia, tenta di attaccare Sam e Frodo sull’Emyn Muil e dienta la loro guida fino al Nero Cancello e a Minas Morgul. Poi li accompagna tra le fauci di Shelob per poi incontrare di nuovo gli hobbit sulle pendici dell’Orodruin, dove si compirà il suo destino. Alla sua morte, Gollum ha circa 600 anni, una longevità che deve principalmente al suo lungo possesso dell’Anello, che gli ha impedito di invecchiare, pur rovinandogli l’anima e la mente. Un po’ come è successo a Bilbo che nei 60 anni in cui ha avuto con sé l’Anello non è invecchiato di un giorno, cominciando però a sentirsi verso la fine un po’ “sottile”, come “del burro spalmato su troppo pane”.
Prima di trasformarsi in Gollum, Gandalf ci informa che Sméagol era molto simile ad un hobbit e amava molto il Fiume e l’acqua. Sulla base di queste informazioni possiamo dedurre che potesse appartenere al ceppo degli Sturoi, ovvero quegli hobbit che amavano l’acqua e le imbarcazioni. Non tutti gli hobbit infatti amano i corsi d’acqua, come ben testimonia Sam nel momento in cui è costretto ad imbarcarsi per seguire il corso dell’Anduin.
Il possesso
dell’Anello muta profondamente Gollum, lo rende
miserabile e malvagio, molto furbo e violento, forte nonostante
l’apparente fragilità, oltre a mutarne anche i gusti alimentari. Si
può benissimo dire che l’Anello conferisce a
Gollum una personalità dissociata. “Lui odia e
ama l’anello, proprio come odia e ama se stesso” come dirà
Gandalf, che più di tutti sembra essere capace di spiegare il
comportamento ambivalente di Gollum, nonostante forse solo Frodo
riesca a capire fino infondo come si deve sentire in realtà la
creatura.
Solo con Frodo infatti la parte buona, Sméagol, tornerà a galla, riuscendo a restituirgli un po’ di serenità. Proverbiale infine è la sua avversione per gli Elfi, e tutto ciò che è fabbricato e prodotto da loro, questa sua repulsione lo contrapporrà ancora di più al suo alter ego per eccellenza, ovvero Sam, che invece adora gli elfi e tutto ci che rappresentano.
Ne Il Signore degli Anelli il personaggio di Grima Vermilinguo è l’unico che può vagamente essere paragonato a quello di Gollum per affinità di carattere e comportamento. Entrambi infatti sono doppiogiochisti e sono schiacciati da un potere malefico superiore, inoltre entrambi tradiranno i loro padroni.
Nella trilogia de
Il Signore degli Anelli diretta da
Peter Jackson, Gollum è uno degli
elementi più rivoluzionari e più riusciti dell’intera saga, oltre a
rappresentare una vera e propria pietra miliare per la tecnica
della motion capture. Jackson infatti, in collaborazione con la
Weta
Digital, mise a punto una particolare tecnica che
potesse permettere di realizzare una creatura digitale con tutte le
movenze e le caratteristiche di un attore in carne ed ossa.
Ad interpretare Gollum chiamò quindi Andy Serkis che prestò movimenti corporei e facciali alla sua controparte digitale. La motion capture è ora una tecnica digitale che ha raggiunto livelli di verosimiglianza altissimi ma, ricordiamo, venne creata proprio per dare una forma credibile alla nostra piccola e infida creatura. Gollum è al 13° posto tra i migliori 100 personaggi cinematografici di sempre secondo Empire, oltre a godere di una miriade di citazioni, in cartoni animati e serie tv, tra le quali ricordiamo quella epica di Big Bang Theory in cui il protagonista Sheldon sogna di essersi trasformato in Gollum dopo essere entrato in possesso per caso dell’anello usato per girare alcune scene del film. La sua frase maggiormente rappresentativa “il mio tesssssoro” è entrata a far parte del linguaggio comune trai giovani (e non) fans della saga.