Distribuzione in tempo di pandemia: il nuovo orizzonte di Hollywood si affaccia in casa

Trolls World Tour

La distribuzione in VOD di Trolls World Tour da parte della Universal ha generato dei risultati che hanno condotto ad una riflessione molto interessante sulla distribuzione cinematografica in questi mesi di chiusura della filiera cinematografica.

 

Lo scorso mese, a causa della chiusura mondiale delle sale cinematografiche, la Comcast Corp. CMCSA, che rappresenta il 2,83% dei dirigenti della Universal Pictures, ha preso una decisione che sembrava controversa, ma che si è rivelata una scelta giusta.

Lo studio aveva in corso una massiccia campagna di marketing per l’uscita in sala di Trolls World Tour, sequel del film d’animazione del 2016, prevista per il 10 aprile. La scommessa Universal è stata quella di non posticipare l’uscita del film, ma di rendere disponibile il film in VOD. Negli USA, il film è stato messo a noleggio al costo di 19,99 dollari su Apple TV di Apple Inc.

A tre settimane dal lancio, Trolls World Tour ha guadagnato quasi 100 milioni di dollari in noleggi. Con 5 milioni di noleggi, il film distribuito in digitale ha guadagnato, in tre settimane, più di quanto Trolls ha incassato in 5 mesi in sala. Questi numeri hanno convinto i dirigenti della Universal che le uscite digitali possono essere una strategia vincente e possono ridurre l’impatto negativo della chiusura delle sale nel corso della pandemia.

Distribuzione in tempo di pandemia, un nuovo modello

Per anni, gli studi hanno discusso dell’importanza di avere un film in sala per almeno due mesi prima che lo stesso potesse essere diffuso in visione domestica, con la vendita degli Home Video o il film reso disponibile in VOD, tutto mentre le piattaforme come Netflix stavano lentamente ma inesorabilmente conquistando il mercato dell’intrattenimento domestico.

Con i cinema chiusi, gli studi sono costretti a sperimentare nuove modalità di fruizione per lo spettatore, reinventandosi in questo modo l’ultimo anello della catena produttiva cinematografica, ovvero la visione da parte dello spettatore.

Per Jeff Shell, capo della NBCUniversal, la campagna per sperimentare il mercato digitale noto come video premium on demand o PVOD è sempre stata un obiettivo di primaria importanza, prima che si scatenasse la pandemia.

“I risultati di Trolls World Tour hanno superato le nostre aspettative e dimostrato la fattibilità di PVOD – ha affermato Shell – Non appena i cinema riapriranno, prevediamo di distribuire i film in entrambi i formati”.

Per gli Studios, la prospettiva è particolarmente allettante perché per il canone di noleggio o per l’acquisto digitale, trattengono circa l’80%, rispetto a circa il 50% delle vendite al botteghino. Finora la Universal ha realizzato oltre 77 milioni di dollari di entrate dal Trolls World Tour. Ciò significa che il film ha generato circa 95 milioni di dollari in canoni di locazione da quasi cinque milioni di clienti dalla sua data d’uscita (stando a quanto riporta una fonte interna).

Se si fosse trattato di una distribuzione cinematografica, per guadagnare la stessa cifra, l’incasso al botteghino sarebbe dovuto essere di circa 154 milioni, che è la cifra intorno alla quale si aggira l’incasso finale di Trolls. Il film del 2016 ha incassato 153,7 milioni, dei quali 77 milioni sono andati alla Universal e il resto alle sale.

Gli Studios traggono maggiore profitto dalla distribuzione VOD

Secondo il WSJ c’è anche da considerare un ulteriore elemento. Non si sa infatti se la strategia di noleggio a 20 dollari influenzerà le vendite future di DVD e i download digitali di Trolls World Tour. I ricercatori della Universal hanno stabilito che il 51% delle persone che hanno noleggiato il sequel ha dichiarato di aver “sicuramente” visto il film nelle sale, e circa un quinto ha affermato di noleggiare raramente o mai film dai servizi digitali. Il titolo ha stabilito record digitali su piattaforme gestite da Amazon.com Inc., dal servizio Xfinity di Apple e Comcast.

Il film ha inoltre beneficiato di un mercato quasi privo di concorrenza, dal momento che gli studi hanno rinviato la maggior parte delle uscite e le famiglie rimaste in quarantena obbligata cercano prodotti da guardare in compagnia. La Universal dice che implementerà la stessa strategia anche per la distribuzione di The King of Staten Island, una nuova commedia diretta da Judd Apatow che sarebbe dovuta arrivare nelle sale USA il 19 giugno.

A marzo, Universal ha distribuito altri quattro film su piattaforme digitali per il noleggio da 20 dollari, sempre a sale chiuse: L’Uomo Invisibile, The Hunt, Emma e Never Rarely Sometimes Always. Questi quattro film hanno generato in totale circa 60 milioni di dollari in noleggi fino ad oggi, con un guadagno per Universal di circa 48 milioni di dollari.

L'uomo invisibilePrima della chiusura dei cinema, il film con il maggior incasso tra quei titoli, il reboot del classico horror L’Uomo invisibile, aveva raccolto circa 64 milioni negli Stati Uniti e in Canada. Gli altri tre film avevano incassato 16 milioni. Le loro prestazioni digitali sono l’equivalente di 96 milioni di dollari traslati in incassi al botteghino.

I blockbuster restano fedeli alla sala

Certo è che per titoli di grandissimo richiamo come il nuovo capitolo di Fast and Furious, per esempio, una diffusa uscita in sala rimane troppo redditizia per trasformarla in uscita PVOD. Infatti, Universal (così come molti studi concorrenti) ha posticipato l’uscita dei titoli più importanti e di maggiore richiamo per il pubblico da sala, in attesa della riapertura degli esercizi cinematografici.

Nel frattempo, sembra che la Universal abbia comunque dettato quello che potrebbe diventare un trend. Infatti la Warner Bros di AT&T Inc ha annunciato che il suo prossimo film d’animazione, molto simile a Trolls World Tour per target, ovvero Scoob!, andrà direttamente in digitale, nel giorno in cui era stata programmata la sua uscita in sala, il 15 maggio prossimo, con noleggio a 19,99 e acquisto a 49,99 dollari.

La Warner sta integrando questo tipo di distribuzione inserendo nella sua offerta anche la promozione del suo canale HBO Max, che è offerto in abbonamento a 14,99 dollari al mese, e sul quale sarà disponibile il film in streaming. Stessa sorte toccherà a An American Pickle di Seth Rogen, che doveva arrivare in sala distribuito da Sony Pictures Entertainment entro la fine del 2020.

Per quanto riguarda invece la Disney, che ha già una piattaforma lanciata e attiva in quasi tutto il mondo, Disney+, ha deciso di distribuire direttamente in quella sede il suo Artemis Fowl, con la speranza di attirare altri abbonati a 6,99 dollari al mese.

Un progetto che prosegue da 5 anni

L’operazione di portare il cinema direttamente nelle case, saltando la filiera dell’esercizio cinematografico, è un’operazione che Jeff Shell ha portato avanti a partire dal 2015, quando è arrivato a Hollywwod. La sua opera si è comunque confrontata con un elemento di fondamentale importanza nella produzione e distribuzione, proprio la sala, e quindi la finestra di esclusiva di 75 giorni non è mai stata scalfita.

Tuttavia, la pandemia in corso ha finalmente spianato la strada a tali cambiamenti. Quando la Universal ha annunciato il suo piano di uscita per Trolls World Tour a marzo, gli esercenti hanno accusato lo studio di approfittare della situazione mondiale per far finalmente progredire il piano che era nel cassetto da ormai 5 anni.

Chiaramente quando la situazione sanitaria si normalizzerà, sembra normale che le sale riapriranno e che anche il mercato tornerà a prediligere la sala con la finestra di esclusiva di 75 giorni. “Un numero limitato di eccezioni non crea davvero un modello di business solido” ha infatti dichiarato John Fithian, amministratore delegato della National Association of Theatre Owners. Resta il fatto che l’esempio della Universal rappresenta un’apertura verso un nuovo sistema di sfruttamento del prodotto cinematografico che amplia il ventaglio di mercato per determinati prodotti e anche per un determinato tipo di pubblico.

Fonte: WSJ

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