Road to Oscar 2018: Dunkirk

Dunkirk

Con un incasso globale di oltre 525 milioni di dollari (a fronte di un budget di circa $ 100 milioni), Dunkirk è stato forse il film più amato del 2017. Attesissimo dai fan di Christopher Nolan, ha ricevuti allori ed elogi dalla critica di tutto il mondo e in generale ha saputo mettere d’accordo esperti, spettatori, veterani e neofiti del cinema. La sua partecipazione a questa 90’ edizione degli Academy rappresenta di fatto il riconoscimento ufficiale di Nolan e delle sue opere come uno dei maestri della settima arte.

 

Christopher Nolan arriva al suo decimo lungometraggio. Un percorso costellato di grandi successi, non solo e non soltanto per gli ingenti incassi ricavati, ma soprattutto per aver saputo ridefinire il mondo cinematografico con un proprio linguaggio, cosa che solo ai Grandi Maestri riesce. In Dunkirk la bravura del regista sta anche nel saper azzardare: accanto a nomi di grandi professionisti – da Tom Hardy a Kenneth Branagh – il cast scommette su volti nuovi, a partire dal protagonista Finn Whitehead (qui al suo primo lungometraggio), fino ad arrivare all’ottima prova di Harry Styles (cantante degli One Direction).

Confinate dai tedeschi sulle brulle spiagge di Dunkerque – Francia, le truppe inglesi ormai allo stremo delle forze attendono con ansia di essere rimpatriate. Ma gli aiuti militari non arrivano. Ci penseranno quindi i civili, mossi dallo spirito patrio, a mettere in salvo quasi mezzo milione di soldati britannici.

L’azione è scandita in tre tempi e in tre luoghi: terra, mare e cielo. I dialoghi sono pochi ma i sentimenti proliferano e riecheggiano nel ticchettio incalzante della colonna sonora.

8 le nomination per Dunkirk: non solo nelle candidature principali, ma anche nelle più importanti categorie tecniche, ad avvalorare il perfezionismo di regista e crew.

Oltre a Miglior Film e Miglior Regia (Christopher Nolan), Dunkirk è opzionato anche per il Miglior Montaggio (Lee Smith); per la Miglior Fotografia (Hoyte Van Hoytema); per la Miglior Scenografia (Nathan Crowley); per il Miglior Sonoro e Miglior Montaggio Sonoro; e infine per l’apprezzatissima Colonna Sonora di Hans Zimmer.

Oscar 2018: Dunkirk – la recensione

Dunkirk ACE Eddie Award

Dunkirk non è un film “americano”. Non parla di battaglie. Non esagera in dialoghi e azione. Se si pensa che inizialmente Nolan non voleva nemmeno creare una sceneggiatura per questa sua opera, si capisce come Dunkirk piuttosto che trattare di temi “tangibili”, affronti a modo suo il sentimento della Speranza, che è poi la chiave del film.

In un cinema che ci ha abituato ai supereroi con i super poteri, Nolan parla di eroi reali, semplici: quei civili che, nel loro piccolo, hanno messo in salvo 400.000 soldati.

Nato da un’idea tenuta in gestazione per venticinque anni, Dunkirk è frutto della mente perfezionista del suo creatore, che qui raggiunge altissimi livelli di tecnicismo (e infatti l’uso degli effetti speciali è davvero minimo).

Girato su pellicola IMAX da 65 mm, certe accortezza consentono allo spettatore di “entrare dentro” al film, e partecipare a quell’angosciante climax ascendente di azioni e sentimenti che è incalzato, in più, dalla colonna sonora “ticchettante” di Hans Zimmer.

La vittoria di Dunkirk agli Oscar 2018 è data 16.1, mentre Nolan come Miglior Regista è quotato 13.8. Se le categorie del sonoro possono essere un campo dove Dunkirk avrà da dire la sua, è difficile che il film la spunterà nella categoria principale, mentre il premio a Nolan è improbabile ma non impossibile. Il favorito è Guillermo del Toro, ma la prima nomination di categoria al regista britannico fa pensare che Hollywood potrebbe aver trovato il momento giusto per premiare la sua eccellenza nella regia.

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