The Void – Il Vuoto, la spiegazione del finale del film horror

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The Void – Il Vuoto è un horror cosmico infuso di pesanti effetti pratici, che ricorda l’atmosfera inquietante di classici degli anni ’80 come “Hellraiser”. Il film esplora le profondità della sofferenza umana, le intricate complessità della vita e della morte e la nostra eterna paura dell’ignoto.

 
 

La storia inizia con due persone apparentemente in fuga da una minaccia sconosciuta, una delle quali viene colpita mortalmente e data alle fiamme. L’agente Daniel Carter scopre che uno di questi individui, James, è ferito. Lo porta al vicino Marsh County Hospital, che ha una storia recente di incendi. Qui incontriamo diversi altri personaggi chiave, tra cui Allison, la moglie separata di Carter.

Improvvisamente, gli eventi soprannaturali si intensificano. L’infermiera Beverly viene posseduta, uccide brutalmente un paziente e viene colpita a morte da Carter. Tuttavia, risorge come un mostro orribile, introducendo gli spettatori alle trasformazioni ultraterrene causate da una forza maligna, il vuoto.

Nel corso della storia, diventa chiaro che il dottor Powell, un padre in lutto, ha fatto esperimenti con il vuoto per resuscitare la figlia defunta. Ha convinto altri a unirsi al suo culto, promettendo loro la salvezza dal ciclo della vita e della morte. Usa visioni dal vuoto per manipolarli e corromperli, spingendoli verso tendenze omicide. Una volta commesso l’omicidio sotto l’influenza del vuoto, alla morte si trasformano in esseri mostruosi.

Powell riesce a rapire Allison, rivelandole il suo piano di usare il figlio non ancora nato come tramite per resuscitare la figlia. L’ospedale diventa un labirinto di realtà e dimensioni mutevoli, mentre gli esperimenti di Powell rompono la barriera tra il nostro mondo e il vuoto.

Spiegazione del finale di The Void – Il Vuoto (2016)

The Void - Il Vuoto spiegazione finale

Quando il climax si avvicina, Carter affronta Powell, che il Vuoto ha interamente trasformato. Powell cerca di allettare Carter, ricordandogli il dolore per la perdita del figlio e offrendogli la possibilità di un ricongiungimento. Ma Carter, in un gesto disperato, afferra Powell ed entrambi precipitano nel portale del vuoto.

Contemporaneamente, altri personaggi affrontano le mostruosità contorte nate dal vuoto. Alla fine, Carter e Allison vengono mostrati intrappolati nella dimensione del vuoto, in piedi insieme, di fronte a una gigantesca piramide nera e minacciosa, a indicare che sono ormai perduti in un eterno orrore cosmico.

Il film lascia il pubblico con più domande che risposte. La natura del vuoto, le sue origini e la profondità del suo potere rimangono ambigui. Il finale enfatizza la paura dell’ignoto – una costante dell’horror lovecraftiano – mantenendo il destino di Carter e Allison incerto e intrappolato nel vasto e insondabile abisso del vuoto.

Il regno del vuoto e la piramide nera

Il motivo visivo della piramide nella conclusione del film è simbolico a più livelli. Storicamente, le piramidi sono state associate alla morte, all’aldilà e all’ascensione delle anime. In questo caso, la piramide rappresenta sia un faro che una prigione: una fonte del potere del vuoto e il contenimento delle anime che vi sono intrappolate. Questa struttura vasta e sospesa nell’abisso oscuro suggerisce una forza onnipotente, forse alludendo alla gerarchia o all’ordine all’interno del vuoto stesso. La piramide potrebbe essere la dimora di antiche entità o divinità molto più potenti di quelle che abbiamo visto nel film.

Il destino di Carter e Allison

La decisione di Carter di affrontare Powell e di immergersi nel vuoto può essere vista come sacrificale e disperata. Da un lato, può essere interpretata come un atto altruistico, un tentativo di contenere o neutralizzare la cattiveria di Powell. Dall’altro, è il culmine del dolore e del senso di colpa di Carter per la morte del figlio, un tuffo disperato nell’abisso per una possibilità di redenzione o di ricongiungimento.

La presenza di Allison nel vuoto accanto a Carter potrebbe indicare che sono intrappolati per sempre in questa dimensione. Il loro tenersi per mano suggerisce una comune accettazione del loro destino, indicando che potrebbero aver trovato un minimo di pace o di conforto in mezzo all’orrore. Il loro legame, messo alla prova dal dolore nel mondo reale, diventa la loro unica ancora in questo regno desolato.

Gli infiniti orrori del Vuoto

Il film termina con una nota ambigua, lasciandoci intravedere la vastità del Vuoto ma senza mai rivelarne completamente le profondità. Questa scelta narrativa deliberata enfatizza il tropo horror lovecraftiano dell’“ignoto insondabile”. Il vuoto non è solo una dimensione o un regno; è una forza senziente, un’entità malevola che corrompe, trasforma e intrappola. Le creature che ne nascono – grotteschi amalgami di carne e incubo – sono solo un’eco del suo vero orrore.

Il fatto che Carter e Allison siano mostrati in relativa calma nel finale, contrapposti alla piramide incombente, è inquietante. Fa sorgere delle domande: Sono in pace o sono stati soggiogati o trasformati dalla volontà del vuoto? La loro coscienza è intatta o sono semplici vasi vuoti in attesa del comando del Vuoto?

Pensieri finali su The Void

The Void” non si limita a spaventare, ma scava in profondità nella psiche dei suoi personaggi, esplorando i temi del dolore, del senso di colpa e di quanto si possa fare per sfuggire all’inevitabile ciclo della vita e della morte. Le immagini sono inquietanti e la conclusione del film ci ricorda che alcuni orrori sono al di là della comprensione, lasciando un’impressione agghiacciante e duratura.

“The Void” sfida il pubblico a confrontarsi con gli orrori dell’ignoto. Il finale ci ricorda la fragilità della comprensione umana di fronte all’enormità cosmica. Il film non offre una chiusura o una salvezza; lascia invece gli spettatori con un’inquietante immobilità, riflettendo sui misteri che vanno oltre la nostra comprensione. Alla fine, il vuoto rimane: vasto, imperscrutabile e sempre più grande.

Redazione
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