Festa del Cinema di Roma 2015 Incontro con Joel Coen e Frances McDormand insieme nella vita e nel lavoro

Intelligenza, ironia, talento, impegno e serietà: questi sono solo alcuni degli aggettivi che descrivono al meglio la splendida coppia costituita da Joel Coen (la “metà” più seria della talentuosa coppia di fratelli del Minnesota) e Frances McDormand, l’attrice premio Oscar per la sua interpretazione in Fargo (1996) film a “gestione familiare” che ha ricevuto ben sette premi Oscar (miglior attrice protagonista, miglior attore non protagonista, miglior sceneggiatura originale, miglior film, miglior regia, miglior fotografia e miglior montaggio) consacrando definitivamente il prezioso genio immaginifico dei due autori.  Coen e la McDormand, oltre a condividere il set dal 1984, sempre dallo stesso anno condividono anche la vita fuori di esso: sposati e con un figlio di ventuno anni- Pedro- vivono il rapporto tra arte e vita con assoluta naturalezza e profondo rispetto: e proprio di questo hanno parlato, oggi pomeriggio, in Sala Petrassi durante un incontro moderato dal direttore artistico della decima edizione della Festa del Cinema di Roma, Antonio Monda. Per ripercorrere la carriera di entrambi, Monda ha scelto una soluzione particolare: una sorta di cronistoria, prendendo spunto da sei clip estratte da altrettanti film girati insieme, oltre a due clip scelte dai coniugi stessi.

 

La prima domanda che viene rivolta loro riguarda una piccola curiosità, legata a quando si sono conosciuti; a rispondere per primo è Joel, che racconta il loro primo incontro a New York City durante il provino per trovare l’attrice co- protagonista nel loro primo film, Blood Simple (1984). L’attrice Holly Hunter, loro prima scelta, era impegnata a Broadway per una pièce, così suggerì ai due fratelli di provinare la sua coinquilina e amica Frances, che interviene subito riprendendo il filo del discorso e ricordando del suo primo arrivo nella sala conferenze dove si svolgevano i provini. Lei, con una formazione teatrale e un master in Belle Arti, sapeva molto poco della macchina del cinema, e non aveva mai recitato prima di quel momento davanti alla macchina da presa: appena incontrò i due fratelli, si unì a loro per fumare una sigaretta. Dopo quella chiacchierata decisero di rivederla alle due del pomeriggio, ma lei era impegnata a vedere in tv una soap opera con il suo fidanzato dell’epoca (aneddoto che la donna racconta non senza un certo gusto!). Il suo rifiuto e la sua onestà, uniti alla lealtà nel voler tornare assolutamente alle quattro, colpì nel segno l’interesse dei due fratelli. Ma soprattutto di Joel. Da quel set, amore e lavoro si sono mescolati insieme.

Joel Coen, Frances McDormand 22Entrambi i coniugi raccontano i loro ricordi e le loro riflessioni in merito al film: Joel ricorda di quando, rivedendolo in occasione di un premio destinato a Frances insieme a suo fratello Ethan, si sono entrambi resi conto che c’erano dei passaggi sbagliati a livello di montaggio, e che avrebbero potuto apportare delle modifiche: è così che nasce l’idea per la Director’s Cut del film, più breve di cinque minuti. Frances, al contrario, ricorda il suo primo approccio con la sceneggiatura: le difficoltà, legate ad un codice linguistico che non conosceva e che non riusciva a decifrare, e la sua incapacità di sentirsi a proprio agio in un ruolo cinematografico che la spinse ad essere sospesa tra un’interpretazione controllata- con tanto di espressione fissa!- e invece un coinvolgimento emotiva altissima, che spesso veniva esclusa da Joel ed Ethan dall’inquadratura, prediligendo invece i dettagli. Imbarazzata, Frances ricorda anche la sua prima reazione quando realizzò che doveva realizzare una scena di nudo: la risposta rassicurante di Joel fu “puntiamo alla violenza, non preoccuparti… nessuno noterà il tuo nudo”.

La seconda e la terza clip mostrano invece delle scene tratte dai film Arizona Junior (1987) e Crocevia della Morte (1990) dove la McDormand interpreta sempre due piccoli ruoli: i due fratelli hanno mai scritto dei personaggi pensando, nello specifico, proprio a lei?

Assolutamente sì – replica prontamente Joel – aggiungendo che ogni personaggio affidato a lei è stato plasmato ispirandosi alla sua personalità e alle sue abilità, modellandolo sulle sue capacità.

La parola passa a Frances, che spiega come sia cambiato il marito nella veste di regista, a partire dal suo esordio nel 1984: quello fu un set speciale, perché erano tutti giovani o comunque alle prime esperienze autonome su un set, c’era un’ebbrezza diversa che li spingeva a muoversi e a sperimentare. Joel si è evoluto, cambiando il suo rapporto in quanto regista con gli attori e le attrici con cui collabora, vedendoli parte di un tessuto drammaturgico più alto.

La quarta clip riguarda L’Uomo che non c’era (2001), atipico noir girato in un prezioso bianco e nero che vede La McDormand protagonista femminile affianco all’attore Billy Bob Thornton. Monda solleva un dubbio: è mai capito che un ruolo venisse in mente alla McDormand, o che lei collaborasse con i due fratelli alla stesura della sceneggiatura?

Assolutamente no – replica Joel con un ghigno sardonico – le loro storie sono frutto di un geloso processo creativo tra fratelli, un osmosi di idee e suggestioni che poi, in alcuni casi, rielaborano fino a diventare delle sceneggiature. Certo, l’apporto della personalità forte e determinata di Frances è fondamentale: quando la donna parla dei suoi miti cinematografici, non può esimersi dal citare Anna Magnani- conosciuta grazie ad una retrospettiva organizzata da Monda stesso a New York – che l’ha letteralmente stregata con la sua intensità, incarnando qualcosa che nessuna attrice americana ha mai rappresentato. Come la Magnani è sempre stata associata a Roma e alla romanità, Frances viene spesso associata alla middle e working class americana, incarnando tutte quelle donne forti e tenaci che lottano, lavorano e vivono negli USA (come ha ben rappresentato interpretando Olive Kitteridge). Insomma, un carattere completamente opposto rispetto a quello di Linda, la protagonista bionda di Burn After Reading (2008), penultima clip mostrata, un personaggio che, senza troppi giri di parole, definiscono entrambi “deficiente” ed “idiota” come anche gli altri che popolano l’universo strampalato della pellicola. Sia Frances, che Brad Pitt e George Clooney erano imbarazzati all’idea di interpretare dei personaggi così stupidi, ma tutti e tre ben consapevoli che solo un attore intelligente può fingersi stupido sul grande schermo, non vale il contrario!

Burn After Reading fornisce ad Antonio Monda lo spunto per un’altra domanda interessante che riguarda il ruolo delle commedie, da sempre snobbate nell’ambito delle kermesse ufficiali e dei festival più importanti; secondo Joel, le commedie vengono sottovalutate perché considerate superficiali: il sistema, infatti, tende a non premiare i lavori che impongono loro di spingersi un po’ più in là con lo sguardo, ben oltre quell’apparente stato di superficialità.

L’ultima clip della serie mostra Fargo, il loro film più intimo e personale (insieme ad A proposito di Davis e A Serious Man) dove hanno messo in gioco- in fase di scrittura- tanti elementi personali delle loro esistenze: Il Minnesota, l’essere diventati genitori, il matrimonio, e quell’umorismo caustico che viene bilanciato da picchi inquietanti. Cos’ha lasciato questo film ad entrambi?

Secondo Joel, l’attenzione che riceve un film e il ricordo nel girarlo non possono essere disgiunti tra loro. L’esperienza avuta è condizionata e la sua percezione viene falsata; sullo stesso punto di vista si trova anche Frances, che aggiunge di sapere bene che il suo volto sarà per sempre identificato a quel personaggio, anche se recentemente ha potuto mettere alla prova sé stessa interpretando il suddetto ruolo di Olive Kitteridge per la tv, regalando una delle migliori interpretazioni della sua vita secondo il marito. La McDormand ricambia il favore dichiarando che, secondo lei, il miglior film girato dal marito è A Proposito di Davis (2013), un’altra storia personale che scava nel profondo delle loro esistenze e mette in scena la storia, dolce amara, di un perdente dall’enorme talento condannato a subire i tiri mancini del fato.

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Ludovica Ottaviani
Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Ventiquattro anni, di cui una decina abbondanti passati a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Collabora felicemente con Cinefilos.it dal 2011, facendo ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.