Festival di Cannes 2014: Alice Rohrwacher parla di Le Meraviglie

Le meraviglieA rappresentare l’Italia nel Concorso cannense 2014, come già sappiamo, c’è Alice Rohrwacher, giovane regista sorella di Alba che ha esordito con grande successo di critica con Corpo Celeste nel 2011. Rohrwacher presenta al Festival di Cannes 2014 Le Meraviglie, suo secondo film.

Ecco cosa ha raccontato la giovane regista durante un’intervista con Variety.

Come ti senti a partecipare al concorso di Cannes, così giovane e appena al secondo film?

Pensavamo che saremmo stati scelti per la sezione Un Certain Regard, ed eravamo davvero felici di quest’idea. Poi la notte prima dell’annuncio ufficiale del programma abbiamo ricevuto una telefonata. E’ stata una sorpresa grandissima. Sono particolarmente felice perché abbiamo lavorato davvero duramente in situazioni complicate che comprendevano anche api e un cammello, la qual cosa non è semplice e potrebbe farti chiedere se poi ne valga davvero la pena.

Corpo Celeste, il tuo primo film, aveva una bambina come protagonista. Ma in Le Meraviglie ci sono tanti bambini dai quali sei riuscita a prendere delle performance davvero potenti. Come ci riesci?

Il set era una grande avventura. Non sono una persona molto strategica, ma sono molto curiosa. Fondamentalmente, abbiamo fatto un sacco di prove. E questo non vuol dire solo provare le scene, ma passare il tempo insieme a me all’acting coatch Tatiana Lepore, con la quale avevo già lavorato per Corpo Celeste. E’ una specie di workshop di teatro che crea delle relazioni nel tempo, e il risultato è quello che vedete sullo schermo.

Nel film c’è un linguaggio misto. C’è l’italiano naturalmente, e il tedesco, perché alcuni personaggi sono tedeschi. Ma la cosa che intriga è la coppia italo-tedesca che parla in francese tra loro.

La differenza di lingua è il mio modo di spiegare un background dei personaggi senza dilungarmi troppo. E’ il modo di dire allo spettatore che i personaggi hanno un passato. Sappiamo che il padre non parla bene nessuna lingua, la madre parla molto bene l’italiano, il che ti dice che probabilmente è cresciuta in una famiglia dalla solida educazione, e poi parlano in francese tra loro, il che diventa il loro passato comune. Ho vissuto molto con persone che parlano diverse lingue.

Le Meraviglie 3Hai fatto il tuo primo film con la grande direttrice della fotografia francese Helen Louvart, nota per aver lavorato a Pina di Wim Wenders, tra le alter cose. Adesso in Le Meraviglie la collaborazione continua. Com’è lavorare con lei?

Al momento non potrei lavorare con nessun altro. Siamo entrambe molto sensibili nel nostro lavoro, proprio come la pellicola è molto sensibile. Ci ascoltiamo molto attentamente, senza mai cadere in un modo abitudinario di fare le cose. Questa è forse la cosa migliore di Helene, non è una creatura di abitudini. Ogni giorno dovevamo scoprire la scena che avremo girato.

Il film è dedicato a “Baumi”, Karl Baumgartner, co fondatore della tedesca Pandora, che è morto a marzo e ha co-prodotto il film.

Avremmo preferito fargli vedere il film piuttosto che dedicarglielo. Baumi ha davvero insistito perché scrivessi questo film. Lo affascinava per il rapporto tra modernità e tradizione e per la presenza di una famiglia con un miscuglio di nazionalità. Ha seguito il film molto da vicino. Come produttore ha cambiato il modo di fare film. E’ grazie al suo modo di fare film che io lavoro nel modo in cui faccio. E’ stato molto più che un co-produttore.

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