Una sfilata di vip ha accolto i giornalisti al cinema Adriano stamattina, per la conferenza stampa di Immaturi, ultimo film di Paolo Genovese, dal 21 gennaio in 500 sale italiane. Per Genovese il film è stata una specie di “scrittura catartica. Quello di ripetere l’esame di maturità è un mio incubo ricorrente, se dovesse capitare sarei terrorizzato, poi ho scoperto che molte persone lo sognano con terrore proprio come me”.
Ma ognuno degli attori ha la sua
risposta personale riguardo all’incubo dell’esame di maturità, per
Paolo Kessisoglu non c’è mai stata una vera e propria paura perché
era poco studioso, Luca Bizzarri invece ricorda la grande
figuraccia fatta mentre per la Angiolini è un ricordo troppo
traumatico per essere ricordato, Ricky Menphis non l’ha sostenuto
mentre Raul Bova ha gli stessi incubi di Genovese e come Barbora
Bobulova si faceva giustificare dai professori, lui come nuotatore
professionista, lei come attrice impegnata nelle prove del suo
primo spettacolo.
Ma si può verificare una cosa del genere? Che l’esame di
maturità venga annullato?
Genovese: “Non è successo, ma è verosimile se uno dei
componenti della commissione esaminatrice non possiede i requisiti
necessari.”
La tua via di raccontare la commedia corale è originale
rispetto al resto del cinema italiano. Volevi fare un film
diverso?
Genovese: “Non credo fosse nella mia idea, o scritto le storie
dei miei personaggi, e le ho approfondite, in un secondo momento le
ho intrecciate. Non ho cercato di raccontare una generazione,
sarebbe stato troppo oneroso, e con sei personaggi riduttivo, ma
sicuramente le loro storie sono intrise della loro generazione,
quindi sono una parte di essa”
E’ una scelta precisa cercare di far ridere (e riuscirvi
qualche volta) attraverso la verosimiglianza del
linguaggio?
Genovese: “Chiunque si occupi di commedie lo fa. Io ci provo,
ritengo che sia importante essere credibili, per alcuni personaggi
mi sono documentato per non fare errori grossolani.”
Da dove nasce l’idea di usare Ricky Menphis in un ruolo
così fuori dagli schemi dell’attore?
Genovese: “Ricky mi è sempre piaciuto, lo seguo da sempre e mi
piaceva affidargli un ruolo così particolarmente diverso dai suoi
standard.”
Menphis: “Io mi sono trovato benissimo, in realtà sono molto
più simile a Lorenzo di quanto non lo sia ad altri miei personaggi
più soliti. Non sono mai stato un secchione, ho lasciato la scuola
presto, ma lo sono nella vita.”
E’ il secondo film corale diretto da lei che esce
quest’anno. Le piace questa soluzione narrativa?
Genovese: “E’ un filone interessante, a dire il vero si è
instaurato un circolo virtuoso e non solo per i miei film, ma negli
ultimi anni, molti dei migliori film italiani sono stati film
corali. In alcuni casi, per quello che mi riguarda, non si tratta
di scelte ma di condizioni, Aldo Giovanni e Giacomo lavorano
insieme, quindi il film è corali per definizione; in questo caso
invece era il soggetto che lo richiedeva, poi mi sono trovato
circondato da questo cast incredibile ed è stato molto bello
realizzare il film.”
E’ un periodo buono questo per il cinema italiano. Si pensa
anche a prolungare la stagione con programmazioni
variegate?
Letta (Medusa): “E’ un buon momento, abbiamo cominciato a
lavorare di squadra diversi anni fa, ed ora stiamo raccogliendo
buoni successi. Il nostro impegno ovviamente prolungare la vita dei
film, e si prova ad allungare anche la stagione, ma sono operazioni
molto complicate, che richiedono tempo. E’ un lavoro
lungo.”