L'Era-Glaciale-5-In-Rotta-di-Collisione 02Mike Thurmeier ha iniziato la sua carriera come animatore, salendo (nel 2002) “sulla barca” di quel progetto che nessuno, mai, avrebbe immaginato potesse trasformarsi, col tempo, in una delle saghe animate più longeve ed amate della cinematografia contemporanea: da lì al ruolo di regista dell’ultimo capitolo, pronto per debuttare nelle sale italiane il prossimo Agosto, il passo è stato davvero breve.

 

Durante l’incontro mattutino con la stampa presso la Casa del Cinema di Villa Borghese presenta una serie di clip, in anteprima, tratte dall’ultima fatica in collaborazione con il suo team di esperti, tutti pronti a lanciarsi in un progetto ancor più ambizioso dei precedenti capitoli nonostante il budget discretamente esiguo per un film d’animazione e il poco tempo avuto a disposizione (il progetto nasce nella “mente” della produzione nel 2012 e viene avviato nel 2014: due anni sono pochi rispetto ai 3-4 in media per un prodotto d’animazione): L’Era Glaciale 5 – In Rotta di Collisione viene definito dal regista stesso come “più grande e più fantasmagorico” rispetto alle precedenti avventure di Manny, Sid, Diego e soci alle prese con il loro ferino mondo perduto.

Le varie clip vengono spiegate, una ad una, da Thurmeier che ci traghetta, lentamente, nel nuovo mood che sembra avvolgere il quinto capitolo: oltre ad una specifica scelta cromatica – i colori freddi dei primi film (ambientati in un mondo che lentamente passa dalla glaciazione al disgelo) virano pericolosamente verso i viola e i rosa, declinati in tutte le loro sfumature “new age” – il nuovo film si preannuncia come una sorta di grande meta-gioco cinematografico fatto di rimandi e citazioni tra episodi della saga stessa e altri immortali capolavori, che appartengono soprattutto al genere sci-fi: non è un caso se gli effetti speciali in CGI, stavolta, costituiscono l’effetto più dirompente e scioccante del film sullo spettatore, permettendo anche al team al lavoro di realizzare e sperimentare, valicando i confini stessi – e i limiti – dei loro precedenti lavori, giocando con un immaginario molto forte che affonda le sue radici in classici del genere come Alien, 2001 Odissea Nello Spazio, Gravity o Interstellar: ricreare le meraviglie dello spazio siderale, i confini illimitati dell’universo e le meraviglie tecnologiche di un’astronave ultra – sofisticata hanno rappresentato una prova, una sfida ma prima ancora un divertimento per tutti gli animatori e per il regista stesso.

Mike Thurmeier roma L'Era Glaciale 5 Una serie di domande e di curiosità, ovviamente, spingono Thurmeier a rivelare – sempre con la dovuta parsimonia, evitando qualunque spoiler – i segreti del film L’Era Glaciale 5 – In Rotta di Collisione ma, soprattutto, i segreti del suo mestiere: ad esempio, c’era molta curiosità riguardo alle migliorie tecniche apportate in questo nuovo capitolo della saga, visto che in ogni film si è compiuto – visivamente e visibilmente – uno scarto ulteriore a livello tecnologico, che ha portato ad un incremento della resa tecnico – estetica; secondo Thurmeier la vera difficoltà incontrata durante la realizzazione di questa quinta avventura è stata la gestione, complessa, dell’enorme cast (sia a livello di personaggi creati, ma anche a livello di “voci” e talent coinvolti nel doppiaggio originali di quest’ultimi): numerose erano le riunioni con i produttore del film per capire come gestire tutto questo – insieme ai numerosi effetti speciali – e quanti soldi avevano, effettivamente, a disposizione per il budget. Cercando di concentrare i reparti creativi negli States – ma con membri provenienti da tutto il mondo – la produzione e il regista hanno provato a contenere le spese e i costi, ben consapevoli di non possedere lo stesso budget di un film d’animazione targato Dreamworks o Pixar, ma con “qualcosa” (che Thurmeier non è stato in grado di quantificare!) che si aggirava intorno ai 100 milioni di dollari e serviva a coprire tutte le spese previste.

Questo capitolo, in realtà, pur essendo il quinto non costituisce un punto fermo per l’intera saga, ma soltanto una nuova parentesi: non hanno mai pianificato, in partenza, un piano di lavoro ferreo col quale procedere per la realizzazione degli episodi, magari dandosi una scadenza (nelle loro menti potrebbero arrivare fino a 7/8 capitoli); una gran parte del successo di pellicole d’animazione come questa è lega all’indice di gradimento del pubblico, al piacere che riscontra lo spettatore nell’andare in sala scegliendo specificatamente Quel film e non un altro, vista la grande concorrenza e l’ampia scelta che c’è oggi al cinema.  Quando hanno iniziato nel 2002, producendo e realizzando il primo film, molte cose intorno a loro erano diverse: a partire dai computer, molto più lenti, sostituiti oggi da potenti – e veloci – processori in grado di stare al passo con la creatività degli animatori, i quali però pretendono sempre di più dagli apparecchi tecnologici. Anche a livello commerciale, quando L’Era Glaciale fece il suo debutto nel mercato statunitense nel Marzo di quattordici anni fa, non c’era nessun altro film in sala d’animazione: oggi, al contrario, se ne producono tantissimi e il mercato è diventato (ovviamente) più competitivo. E uno dei segreti per restare sempre “sulla cresta dell’onda”, secondo Mike Thurmeier, è mantenere il curioso mix alla base del successo duraturo della saga de L’Era Glaciale, ovvero quella inusuale fusione tra una comicità molto “fisica”, da slapstick comedy (molto cara agli animatori della saga, fin dagli esordi), affascinati dai personaggi dell’universo Looney Tunes creati dalla Warner Bros., tutti legati ad un immaginario comico completamente diverso rispetto a quello targato Disney, e il trionfo di sentimenti forti e immortali, come l’Amicizia e l’Amore per la Famiglia, comuni ad ogni cultura e tradizione.

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