Al cinema dal 10 maggio, Loro 2 completa il dittico biografico su Silvio Berlusconi realizzato da Paolo Sorrentino, con Toni Servillo nei panni dell’imprenditore e politico mentre Elena Sofia Ricci interpreta Veronica Lario, ex moglie di Berlusconi.
Regista e interpreti hanno presentato il film alla stampa durante un incontro svoltosi a Roma, durante il quale Sorrentino ha spiegato le sue intenzioni, le sue ragioni, soprattutto la curiosità nei confronti del personaggio e la volontà di raccontare qualcosa che non era stato ancora mai detto sull’uomo che è stato trai protagonisti per 20 anni del panorama politico italiano.
Loro non è un film schierato
“Non è un film schierato e ideologico, non era mia intenzione. Non volevo parlare di berlusconismo e anti-berlusconismo, sono questioni che sono state ampiamente sviscerate e dibattute ed è assolutamente fuori tempo massimo. Quello che mi sembrava che non fosse stato puntualizzato era la dimensione dei sentimenti che stavano dietro l’uomo politico e dietro a certi personaggi che vengono raccontati nel film. Non è un film schierato, non è un attacco né tanto meno una difesa. Il fatto che ci sia una controparte che nel film viene interpretata da Elena Sofia Ricci/Veronica e che forse incarna una serie di domande che molti detrattori avrebbero voluto fargli, non significa che io sia d’accordo con lei o con lui. Non era questo il senso, ma volevo indagare i sentimenti dietro ai personaggi, e le paure dietro a questi sentimenti. Ci sono tante forme di paura, che riguardano i giovani, le persone di mezza età e che riguardano Berlusconi. Sarò ripetitivo, ma chiaramente la paura della morte è una paura che c’è in lui e aleggia su tutti, anche nei ragazzi di 20 anni che si vedono nel film. E in questo sta la dimensione di attualità, non nei fatti, perché quelli sono storici. Quello che spero possa essere attuale sono i sentimenti delle persone, che rimangono i medesimi nei secoli e che si sviluppano in maniera diversa.”
Un film biografico su un
personaggio pubblico implica la presenza, nel film stesso, di
personaggi reali, cosa che Sorrentino fa con Loro,
in cui racconta di persone vere, ma anche di personaggi inventati
che, ci tiene a spiegare, non hanno referenti reali: “Nel
film ci sono i personaggi reali con i loro nomi e gli altri, se non
hanno dei nomi reali precisi è perché non esistono. Quindi il
personaggio di Fabrizio (Bentivoglio) non è, come ho letto, Bondi
(…) Così come il personaggio di Kasia (Smutniak) non è Sabina
Began. Ci tengo a dirlo perché non si scherza con il fatto che le
persone vengano chiamate in causa quando io non voglio farlo. Se ho
dato dei nomi fittizi è perché volevo essere libero di inventare
dei personaggi. Quando invece sono stati dati dei nomi veri è
perché aveva senso seguire le vicende di personaggi
reali.”
Meglio una storia sul papa o su Berlusconi?
Reduce dal grande successo internazionale di The Young Pope, Paolo Sorrentino ha spiegato la differenza tra il racconto di un politico come Berlusconi e quello di un papa immaginario come Lenny Belardo: “Tra il papa e Berlusconi, è più difficile fare un film su Berlusconi, anche se questo film non è solo ed esclusivamente su di lui. Quando si ha a che fare con i personaggi reali, tutto diventa più complicato, quella che è la libertà creativa che siamo soliti prenderci è inevitabilmente contenuta per tante ragioni. La serie tv sul papa era una serie completamente inventata su un personaggio che non esisterà mai, e quindi stando dentro una cornice inventata di verosimiglianza di quel mondo, l’inventiva era assoluta. Qui l’invenzione deve essere contenuta, per tante ragioni.”
A interpretare Veronica Lario, ex moglie di Berlusconi, c’è Elena Sofia Ricci, che, oltre a basarsi sulla biografia del personaggio, ha rintracciato nel copione i dolori comuni a tutte le donne: “Faccio un po’ fatica a parlare di un personaggio reale che ho cercato di interpretare. Ho letto la biografia e ho potuto apprendere qualcosa di lei in particolare, ma quando ho letto la sceneggiatura che Paolo aveva scritto, ci ho trovato cose che riguardano tutte le donne, il tema del disincanto, il tema della fine, il senso di malinconia e di dolore, del vedersi sfiorire è una cosa che riguarda tutte noi donne che non abbiamo più 20 anni. Non so se erano queste le intenzioni di Paolo, io mi sono fatta guidare come una danzatrice di tango, ma io ci ho messo il sentimento di una donna e di tutto ciò che può aver vissuto. Alcuni sentimenti mi sembravano universali e, quando ho visto il film, dopo un po’ non vedevo né me stessa né Veronica, ma vedevo noi donne che abbiamo vissuto quel tipo di sentimento. Con questo spirito mi sono approcciata al personaggio, mi sono lasciata guidare da Paolo.”
Toni Servillo è Silvio
Berlusconi
Toni Servillo, interprete di Silvio Berlusconi, ha paragonato questa esperienza a quella avuta sul set de Il Divo, altra sua collaborazione con Sorrentino in cui interpreta un personaggio reale: “Ho avuto la fortuna di lavorare ne Il Divo, ho avuto la possibilità di mettere a confronto l’uno con l’altro, il personaggio reale e quello politico. Il divo era un personaggio che si attribuiva questa qualifica imperiale, un personaggio di potere, con una introversione che alimentava il mistero. Questo personaggio è invece un divo estroverso che si pone al centro della scena politica con un atteggiamento che ne fa un personaggio da cinema. È qualcuno che occupa in maniera possessiva l’interiorità di chi tenta di imitarne il modello. Quando una sceneggiatura ti offre una scena come lo sdoppiamento (scena con cui si apre Loro 2, ndr) o quando ho letto la scena della telefonata (all’inizio di Loro 2, ndr), ho capito che Paolo ci portava lontano dalla cronaca e ci accompagnava nel linguaggio del cinema. La cosa più interessante per me era il privato, distante dagli spazi della politica e il modo in cui Paolo lo affronta.”
Chiude Paolo Sorrentino: “Il mio sguardo sta nel tono, ovvero la tenerezza, non avevo voglia di puntare il dito, sarebbe stato pretenzioso e presuntuoso. Un libro, un film, a dispetto della cronaca sempre più emotiva e nervosa, sono gli ultimi avamposti della comprensione di qualcosa. Non solo capire, ma essere comprensivi e spesso, essere comprensivi ti espone a giudizi non proprio gradevoli, ma è un rischio che penso vada corso.”