Runner: intervista all’attore Francesco Montanari

Il film, prodotto da Camaleo e distribuito da Plaion Pictures, sarà in sala dall'8 febbraio.

Francesco Montanari Runner

Dopo essere stato presentato in anteprima alla 33esima edizione del Noir In Festival, l’action thriller Runner, diretto da Nicola Barnaba (qui la nostra intervista al regista) e con protagonisti Matilde Gioli e Francesco Montanari, arriva dall’8 febbraio nei cinema italiani, distribuito da Plaion Pictures. Nel cast accanto ai due protagonisti, anche Federico Tocci, Ilenia Calabrese, Saverio Malara, Vincenzo Scuruchi, Flora Contrafatto e Hana Vagnerova. Prodotto da Camaleo e realizzato con il contributo del Ministero della Cultura e con il sostegno di Fondazione Calabria Film Commission, Runner è un action thriller che si ispira alla migliore tradizione dei film d’azione degli anni Ottanta – come Arma Letale e Die Hard – facendo della sua protagonista assoluta Lisa, un’eroina inarrestabile.

 

Con il sogno del cinema da quando era bambina, Lisa si ritrova infatti ad otterene il ruolo di runner su un importante set. Punto di partenza per quella che sperà sarà una fortunata carriera, nel corso di quest’esperienza si trova anche ad intrecciare una relazione con Sonja, nota star e protagonista del film in lavorazione. Ma l’attrice ha un passato oscuro che torna a bussare violentemente alla sua porta proprio quando Lisa è in camera con lei. Incastrata e accusata dell’omicidio di Sonja, la giovane runner si vede allora costretta a scappare all’interno dell’albergo dove si svolgono le riprese per salvarsi la vita e per trovare le prove che la scagionino, incriminando così il vero assassino che la vuole morta a tutti i costi.

Runner e l’importanza dei film di genere

Ad interpretare l’antagonista, Bosco, vi è l’attore Francesco Montanari, divenuto celebre per il ruolo del Libanese in Romanzo criminale – La serie e più recentemente visto in Appunti di un venditore di donne e Ero in guerra ma non lo sapevo. Incontrato sul set del film, l’attore racconta l’esperienza di Runner, partendo con una riflessione sull’importanza dei film di genere nella produzione nazionale e sui rischi che essi comportano. “Che vuol dire veramente rischiare? Trovo che sia una parola molto abusata. Oggi si tende ad essere piuttosto omologati, per cui se la commedia va bene si pensa di dover fare solo quella. Penso ci si dovrebbe invece chiedere cosa ci ha spinto a fare questo mestiere, quali interessi, quali ossessioni”.

“Ecco, se rischiare vuol dire percorrere territori poco o per nulla battuti, ma che ci fanno essere coerenti con ciò che ci interessa, allora sì, bisogna rischiare. – continua Montanari – Quindi bisognerebbe smetterla di pensare che certi generi cinematografici non fanno per noi, perché è la storia stessa del nostro cinema che ci dimostra il contrario. E sono convinto che se si sia disposti a rischiare con sincerità, portando quindi fino in fondo le proprie convinzioni e le proprie intenzioni, allora si potrà essere ripagati di quel rischio. Dietro il genere, però, c’è sempre una storia di relazioni umane. Poi è come la inquadri o come la scrivi che denota un genere rispetto ad un altro”, spiega l’attore.

Francesco Montanari Matilde Gioli Runner

Francesco Montanari, antagonista tra bene e male

Per quanto riguarda Runner, quando mi venne proposto dal produttore Roberto Cipullo, inizialmente ero scettico. – racconta Montanari – Avevo davvero voglia di cimentarmi con un film particolare e complesso come questo? Ma alla fine mi sono detto “ma perché no? Mi divertirò nel farlo!”. Non capita tutti i giorni di poter prendere parte ad un film di genere che permetta di spingersi fuori dalla propria comfort zone, quindi ho colto l’occasione. E poi sono rimasto affascinato da questo mio personaggio che rompe un po’ lo schema della netta distinzione tra buono e cattivo. È una cosa che ricerco sempre nei miei ruoli, che siano tridimensionali e di conseguenza possano risultare empatici. A me interessa questo di un personaggio, trovare la sua verità”.

Con Bosco parliamo di una persona molto borderline. spiega l’attore – È un agente corrotto che ha svolto un lavoro illecito che è stato la sua rovina. Solo che risolvere questo problema ne genererà un altro e da qui inizia il film. Nel costruire questo personaggio ho quindi cercato di ragionare non della serie “ora vado lì e la risolvo così, non ci sono alternative”, bensì “farò di tutto per non doverla risolvere così”. Poi ovviamente subentrano imprevisti per cui alla fine vale il mors tua vita mea. Ecco diciamo che ho cercato di mantenere Bosco sempre su questo equilibrio, in modo che non risulti mai cattivo senza sé e senza ma, presentando invece alcune sfumature di umanità che sono poi quelle che lo rendono interessante e vero”.

Come riportato, Runner è al cinema dall’8 febbraio, distribuito da Plaion Pictures.

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