Il nuovo lungometraggio diretto da
Nicola
Barnaba, Runner, con gli
attori Matilde Gioli e
Francesco
Montanari è l’unico film italiano in
concorso alla 33esima edizione del prestigioso
Noir In Festival, un festival unico nel suo genere
per quanto riguarda il mondo del cinema e della letteratura del
giallo e del mistero. Girato a Gasperina (CZ), in Calabria, il film
è prodotto da Camaleo con il sostegno della
Calabria Film Commission e sarà
distribuito al cinema da Plaion Pictures.
Si tratta di un action thriller con protagonista
Lisa una giovane di 25 anni con il sogno del
cinema da quando era bambina. Per lei il ruolo del runner è un
traguardo importante: è il suo arrivo nel mondo del cinema, ma
anche il punto di partenza per una fulgida carriera.
È
finalmente su un set, intreccia una relazione con
Sonja, protagonista e star del cinema. Cosa
potrebbe volere di più dalla vita?
Cosa potrebbe andare storto? Ma
l’attrice ha un passato oscuro che torna a cercarla nel momento più
impensato. Quando poi Lisa si trova ad essere accusata
dell’omicidio di Sonja, la ragazza è costretta a scappare. Per
salvarsi la vita, dovrà trovare le prove che la scagionino e
permettano di condannare il vero assassino. Il film si preannuncia
dunque particolarmente adrenalinico e claustrofobico, interamente
ambientato in un albergo isolato dal mondo e con fonti
d’ispirazione film come “
Die Hard” e “
Trappola in alto
mare“.
Runner, dalle origini alle sfide in fase di
realizzazione
A parlarci meglio del film è però
proprio lo stesso Nicola Barnaba,
a partire dalle motivazioni che lo hanno spinto a realizzare questo
lungometraggio. “Io sono cresciuto in provincia e il cinema era
l’unica evasione possibile dalla vita di tutti i giorni. –
racconta il regista – Mi riferisco principalmente ad un cinema
d’intrattenimento che va dai mostri degli anni Cinquanta fino ai
grandi blockbuster d’azione degli anni Ottanta, dai vari Arma
Letale a Die Hard. Un po’ dalla voglia di fare cinema, un po’ dalla
voglia di ricostruire questo tipo di avventure e sensazioni, ho
iniziato ad ideare Runner.”
“L’idea però è rimasta per un
po’ nel cassetto, fino a quando non ho trovato in Roberto
Cipullo, creative producer di Camaleo, un complice che ha deciso
che questa idea matta era il caso di provare a realizzarla, –
ha continuato poi Barnaba – dando così vita ad un omaggio a
quei film che sono ormai delle pietre miliari del cinema d’azione.
Sono poi stato fortunato a trovare altri due complici, Matilde
Gioli e Francesco Montanari, che si sono prestati con ironia e
simpatia nel cercare di dar vita a questo progetto. Matilde, nel
ruolo di Lisa, è poi stata straordinaria nel mettersi in gioco,
nell’eseguire personalmente tutte le scene più complesse, senza
ricorrere alla sua controfigura”.
“Abbiamo girato pressocché in
un’unica location, cosa che ha presentato degli ovvi
vantaggi da un punto di vista organizzativo, ma ha presentato
problematiche di altro tipo, a partire dal fatto che
sostanzialmente eravamo sempre sul luogo di lavoro. In ogni caso,
abbiamo cercato di sfruttare al meglio gli spazi a disposizione,
ricercando un’idea di claustrofobia e disagio che sono poi quelle
che vive anche la stessa protagonista. Tutto ciò è reso anche
attraverso l’uso delle luci. In generale cercavamo un modo per
“nascondere” le pareti bianche dell’albergo, ma questo usare colori
intensi è poi diventato anche un modo per evidenziare l’angoscia
data dalla situazione”.
Ritorno al film di genere
Barnaba offre poi una riflessione
sull’importanza di praticare anche in Italia un cinema di genere,
troppo spesso trascurato ma che negli ultimi anni ha fortunatamente
ritrovato un proprio piccolo posto nella produzione nazionale.
“A riguardo, io credo che la voglia di intrattenimento sia
sempre attuale. – afferma Barnaba – Attuale e in crescita.
Con le tante piattaforme esistenti oggi c’è una grande richiesta di
contenuti, che si trasforma anche in maggiori possibilità di
sperimentare. I film d’azione, ovviamente, richiedono una certa
calma e molto tempo, elementi che di solito su un set
mancano.
“Ma il risultato spesso premia,
perché questi film richiamano al cinema un pubblico che altrimenti
rischia di non frequentare tale ambiente. Abbiamo una
lunga tradizione di maestri di cinema di genere, che sarebbe dunque
bene riscoprire per realizzare sempre più opere che spazino dalla
fantascienza all’horror, dal noir al thriller d’azione. Forse c’è
la paura di confrontarsi con i prodotti simili che vengono
realizzati all’estero, ma credo che non sia un confronto da fare.
In Italia godiamo di ottime maestranze e sul set di Runner tutto
ciò ha trovato ennesima conferma. Abbiamo dato vita ad un lavoro di
squadra davvero entusiasmante!”.