Venezia 75: Jacques Audiard presenta The Sisters Brothers

Jacques Audiard

Alla conferenza stampa di The Sisters Brothers era presente il regista Jacques Audiard, lo sceneggiatore Thomas Bidegain, il compositore Alexandre Desplat, e solamente uno degli attori, John C. Reilly.

 

Il regista racconta che la genesi dell’idea del film parte dal libro di Patrick deWitt, da lui letto in precedenza, ma che mai avrebbe pensato di portare sullo schermo, perché ambientato nel far west, cosa della quale non è mai stato un grande appassionato. Ma quando gli è stato proposto il progetto, ha accettato con entusiasmo, con l’idea di uscire dagli schemi e di lavorare in maniera del tutto personale.

È rimasto colpito soprattutto dall’emotività dei personaggi descritti nel libro, intuendo di poter costruire lo script dando risalto soprattutto a questo. Il romanzo conteneva poi invenzioni ed elementi irresistibili, che ha voluto tenere e portare nel film. Lo reputa un romanzo di formazione, incentrato su due fratelli rimasti bloccati all’età di dodici anni e di averlo voluto trasformare in un film basato sui rapporti e sulla continua ricerca della felicità.

Audiard ha escluso nel modo più categorico di non ispirarsi a Sergio Leone o altri maestri del genere western, di non aver cercato riferimenti precisi. Non voleva fare un film western, bensì una fiaba.

Forse l’unico lontano riferimento può essere stato per lui La notte del cacciatore di Charles Laughton, film del 1955 con Robert Mitchum.

Desplat racconta di come ha cercato in tutti modi di comporre una musica da western che non fosse troppo western, cercando una via di fuga senza rimanere in trappola. Mentre Bidegain ha confermato l’impostazione e le idee di Audriard, con il quale ha scritto il film.

John C. Reilly dice di aver letto il manoscritto del libro prima della pubblicazione, rimanendo entusiasta e sognando di portare sullo schermo quel personaggio creato su misura per lui.

Ci si riconosce pienamente e trova vincente la chiave inusuale su cui si costruisce tutta la storia. Spende grandi complimenti per il suo collega Joaquin Phoenix, reputandolo un grandissimo e scrupoloso attore, ossessionato dalla verità.

Reilly ha poi scherzato sui suoi rapporti con i vari animali sul set, lamentandosi del suo cavallo che petava in continuazione e raccomandando che con i ragni bisogna restare fermi e molto calmi, soprattutto quando ti camminano sulla faccia e stanno per entrarti in bocca, come succede al suo personaggio nel film.

- Pubblicità -