Anne (Laine
Mägi) vive in Estonia ed è una donna non più giovanissima,
divorziata, con due figli grandi fuori casa e una madre malata da
accudire. Dopo la morte della vecchia genitrice, l’offerta di
lavoro come assistente personale di un’anziana estone residente a
Parigi le sembra una benedizione e, piena di speranze per il
futuro, parte per questa nuova esperienza. Nonostante la buona
accoglienza parigina di Stéphane (Patrick Pineau),
ex amante dell’attempata signora e suo reale datore di lavoro, Anne
si accorge subito che Frida (Jeanne Moreau),
facoltosa e decadente estone-parigina, non ha alcuna intenzione di
sopportare la sua presenza.

All’anziana donna è rimasto solo Stéphane, l’amore del passato, l’uomo che vorrebbe ancora accanto ma che, essendo molto più giovane, ha ormai la sua vita e Anne, che, da domestica è destinata a diventare ospite, amica, “figlia”.
A Lady in Paris , film dell’estone Ilmar Raag, indaga in maniera originale il rapporto che si crea tra persone accomunate da sentimenti simili, ma diverse per origini, ceto, età. L’aspetto più interessante, infatti, è l’attenzione prestata all’equilibrio sentimentale e alla dipendenza affettiva che si instaura tra i tre protagonisti. Il gioco di situazioni, sguardi e piccoli gesti tiene piuttosto bene, grazie soprattutto alla bravura degli interpreti.
Purtroppo, in generale, a causa di silenzi troppo lunghi e ritmo non molto incalzante, il risultato appare come uno spaccato psicologico degno di nota all’interno di un lungometraggio un po’ piatto.
Girato con discreta eleganza e vincitore del premio Ecumenico al Festival di Locarno, A Lady in Paris sarà nelle sale dal 16 maggio, distribuito da Officine Ubu.

