
Ispirato a una storia vera – il disastro aereo di Überlingen in Germania, avvenuto nel 2002 – Aftermath di Elliot Lester è un film del 2017, prodotto dal regista di The Wrestler e Il cigno nero, Darren Aronofsky e dal protagonista Arnold Schwarzenegger, e distribuito da Eagle Pictures. In Italia è disponibile su Netflix.
Due uomini: Roman (Arnold Schwarzenegger) e Jacob (Scoot McNairy). Un architetto che lavora vicino Pittsburgh e un controllore di volo. Il loro destino è legato ad un aereo. Quello che dovrebbe riportare a casa per Natale la moglie e la figlia di Roman, Nadiya (Danielle Sherrick), in attesa di un bambino. Del suo atterraggio si occupa Jacob, ma è solo nella torre di controllo. Il suo collega si è allontanato e lui si trova a gestire diversi imprevisti, tra cui un volo inaspettato che ha bisogno di un cambio di rotta. Una disattenzione è sufficiente a provocare la tragedia. Due aerei si scontrano, uno è quello su cui viaggiano la moglie e la figlia di Roman. Nessun passeggero sopravvive. Da quel momento le vite di Roman e Jacob sono ugualmente e specularmente sconvolte. Roman non si dà pace e non riesce a riprendere la sua vita di prima. Jacob entra in una profonda crisi depressiva, che porta sua moglie Christina (Maggie Grace) e suo figlio Samuel (Judah Nelson) ad allontanarsi da lui. Riusciranno a voltare pagina?
Aftermath, thriller e dramma psicologico
Al centro di questo thriller, dunque, due vite devastate dalla tragedia: chi ha perso i propri cari, morti nell’incidente, e chi lo ha causato. Queste due esistenze sconvolte scorrono in parallelo. A ciascuna è dedicata una sezione del film, intitolata col nome del protagonista. A richiamare la traiettoria intrapresa da ciascuna di esse, scie di aerei solitari che solcano i cieli. Dove andranno? Cosa decideranno di fare? Si incontreranno? E nell’incontrare l’altro, quali saranno le loro reazioni? Soprattutto però questi due uomini, queste due scie solitarie, le cui esistenze si svuotano e sembrano essere contraddistinte solo dal dolore, sono in tutto e per tutto simili: solitudine, sofferenza, menti sconvolte.
Lester vede queste due individualità come due facce della stessa medaglia. I ruoli di vittima e carnefice sono intercambiabili, già ben prima che un filo narrativo semplice, forse fin troppo esile, basato su una serie di inversioni di ruolo – con la sceneggiatura di Javier Gullón – porti Roman a dare allo spettatore ragione del titolo del film. Ed è per questo che non si crea una vera tensione, quella suspense suggerita dalla valida colonna sonora di Mark Todd e di cui un thriller ha bisogno. Anche l’ulteriore twist finale, a conferma di questa visione, è ampiamente prevedibile. Lo sguardo del regista è indulgente e bonario verso entrambi i protagonisti, come a suggerire che quando si entra in quel meccanismo, nessuno è a riparo dalla tentazione del male.

Le interpretazioni di Arnold Schwarzenegger e Scoot McNairy
Il personaggio di Jacob è quello in cui l’approfondimento introspettivo è maggiore: il senso di colpa che lo lacera, la depressione, la sensazione di mancanza per la separazione dalla famiglia. Scoot McNairy (Argo, Gone Girl – L’amore bugiardo, C’era una volta a Hollywood) dà corpo con incisiva efficacia a Jacob e ai suoi tormenti.
Mentre Roman – uno Arnold Schwarzenegger che si adatta abbastanza bene a un ruolo più umano e meno muscolare rispetto a quelli che solitamente interpreta, marito, padre e futuro nonno amorevole – è un personaggio più difficile da decriptare e su questo si costruisce un pur sottile filo di tensione. Un uomo tutto d’un pezzo, che non mostra le proprie emozioni, affabile e onesto, che anche nel dolore non ha eccessi. Di fronte alla tragedia che lo colpisce, fin dal principio dice di volere solo le scuse di chi ha ucciso i suoi cari. Vorrebbe sentirsi dire: “Mi dispiace”. Questo sembra essere tutto ciò che cerca.
Insieme danno vita ad Aftermath, un dramma psicologico che non avvince con la suspense ma piuttosto prova a scandagliare l’animo umano e le sue reazioni ad una situazione così estrema, assumendo punti di vista diversi e solo apparentemente opposti.
