Belle, recensione del film anime di Mamoru Hosoda

Già acclamatissimo dalla critica, il 17 marzo arriva nelle sale italiane Belle, il nuovo film anime del regista candidato agli Oscar Mamoru Hosoda

belle recensione

Si è meritato una standing ovation a Cannes, è stato un successo al botteghino in Giappone, ha partecipato alla Festa del Cinema di Roma – nella categoria Alice nelle Città: finalmente il 17 marzo esce nelle sale italiane Belle, l’ultimo capolavoro del regista di anime Mamoru Hosoda.  Il film è una favola moderna ed esotica dotata realmente di un potere incantatore.

 

Belle è una moderna interpretazione di La Bella e la Bestia

Il regista Mamoru Hosoda ha preso ispirazione alla favola tanto cara alla Disney La Bella e la Bestia e ne ha tratto un film anime attuale, profondo e dalle tinte orientali.

Suzu, nel mondo reale, è una ragazza normalissima di 17 anni. Per evadere dalla tristezza che la opprime – è orfana di madre fin da quando aveva pochi anni – e dal senso di inadeguatezza adolescenziale, Suzu si iscrive a [U], un mondo virtuale in cui 5 miliardi di persone interagiscono usando i propri avatar.

L’avatar di Suzu è Belle, una creatura angelica che conquista tutta la community di [U] con la sua voce incantevole. In bilico tra realtà aumentata e vita scolastica, Suzu cerca se stessa e la serenità. Grazie ad una mostruosa creatura che fa tremare l’intera comunità di [U], Suzu scopre che non è l’unica a soffrire e che chiedere aiuto è il primo passo per la felicità.

Il racconto di un dolore incommensurabile

Suzu convive con la sofferenza per la morte della madre. Dopo anni, non è ancora riuscita a fare i conti con il lutto vissuto: è oppressa dal dolore e dalla tristezza che, come macchie, invadono ogni aspetto della sua vita. Da piccola, era appassionata di musica, ma dalla perdita della madre ha smesso di cantare. Suzu ha un amico gentile e un papà amorevole, ma anche con loro è schiva e scontrosa.

Nel corso del film, grazie all’avatar, Suzu elabora il suo lutto. Belle non è semplicemente un racconto di formazione: è un percorso di crescita in cui grandi e piccini possono ritrovarsi, in vari momenti della vita. Il regista vuole esaltare la capacità catartica delle arti: la musica è per Belle lo strumento ideale per sfogare il dolore, ma non solo. Con le sue canzoni, la protagonista crea qualcosa di emozionante e potente, in grado di emozionare e commuovere anche chi ascolta.

Un film che parla a tutti i sensi

Non diversamente dal messaggio che Sorrentino ha voluto lanciare in È stata la mano di Dio, Belle ci dice che dalla sofferenza si può trarre energia spettacolare, in grado di arrivare dritta al cuore di chi osserva.

Il concetto alla base del film anime è ben reso dalle immagini e dalla musica. L’animazione di Belle è incantevole: il tratto fine e semplice delle immagini che mostrano la vita reale si alternano alla ricca e stratificata realtà virtuale di [U]. La complessità del mondo digitale è ben costruita e ricorda le meravigliose immagini dei film Pixar: i personaggi e gli ambienti costruiti da Hosoda non hanno nulla da invidiare a quelli di Inside Out, di Coco o  di Soul. Se nei i film Disney gli spazi parlano di mente e aldilà, il film anime mostra con le immagini l’intangibilità del mondo online, mastodontico, profondo e frammentato.

La musica di Belle ha un enorme potere evocativo ed emozionante. Le canzoni cantate dalla protagonista sono dolci e strazianti, così come anche la voce del personaggio. La scelta di lasciare in lingua originale il cantato è la ciliegina sulla torta: rende il tutto più affascinante ed esotico. Inoltre, l’abbinamento di suono e immagini variopinte è una meraviglia per gli occhi: è entusiasmante nonostante il vincolo della lingua delle canzoni.

Una favola moderna

Il mostro e l’amore di Belle sono tratti dalla favola La Bella e la Bestia. Il dolore condiviso tra la protagonista e la creatura mostruosa è un topos intramontabile che viene ripreso dal film, ma è attualizzato e inserito nella realtà dei social, scenario moderno.

Hosoda compie con il suo film un’operazione magistrale: parla ai giovani di oggi (ma non solo), tocca temi impegnativi come la violenza e la morte (ma non solo), fa commuovere (ma non solo). In conclusione, Belle è un film ampio e inclusivo, non si priva di nulla, nemmeno dei dialoghi e delle tinte kitsch tipiche degli anime. E soprattutto, è originale e vero.

- Pubblicità -