Cassandro: recensione del film con Gael Garcia Bernal

Dal 22 settembre il film è disponibile su Prime Video in abbonamento.

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Gael García Bernal in Cassandro. Photo: Courtesy of Prime Video © AMAZON CONTENT SERVICES LLC

Che Gael Garcia Bernal sia uno degli interpreti più carismatici del cinema contemporaneo è cosa riconosciuta universalmente e quindi non sorprende che in Cassandro, in cui tutto il film, disponibile dal 22 settembre su Prime Video, si posa sulle sue spalle, abbia offerto un’altra grande performance per un ruolo che non era assolutamente semplice mettere in scena senza risultare macchiettisti o caricaturale.

 

Cassandro, la storia vera

La storia è quella di Saúl Armendáriz, un wrestler omosessuale che ad un certo punto della sua carriera decide di cambiare alias da luchadore, da El Topo a Cassandro el Exotico, e combattere a volto scoperto, ostentando costumi sgargianti, make up eccessivo, paillettes e movenze più adatte a show di Drag Queen che ha combattimento di lucha libre messicana. Cresciuto con la madre, a cui è profondamente devoto, Saúl trova nell’incontro con la lottatrice Sabrina un punto di svolta nella sua carriera da luchadore principiante. Mette a frutto così il suo grande talento da showman, il suo essere diverso dagli altri, il suo talento per il travestimento e l’arte del cucito, tutto unito alla sua passione per la lotta. Sabrina diventa la sua allenatrice e sotto la sua guida Saúl Armendáriz si trasforma in Cassandro, nome preso a prestito da una telenovela venezuelana, una vera novità nel mondo machista della lotta libera messicana, dove i combattenti sono rozzi, grossi, violenti e combattono a volto coperto. Niente di tutto questo è Cassandro: sorridente sul palco, colori, eccessi, make up e un sorriso sgargiante che mette in mostra senza timore su un volto libero da maschere, un volto che non ha paura di mostrarsi per quello che è.

Tre punti cardine del racconto

Roger Ross Williams, già autore di un documentario sulla vita e la parabola sportiva di Saúl Armendáriz, sceglie di raccontarne la storia attraverso il lungometraggio di fiction concentrandosi su pochi momenti della sua ascesa al successo, focalizzandosi su tre elementi principali, che caratterizzano la storia di Armendáriz e che ne hanno poi decretato il successo. Da una parte c’è l’aspetto intimo e personale, legato all’affetto morboso quasi verso la madre, una relazione totalizzante che lo ha formato e segnato, in cui si è sempre sentito non solo figlio amato e sostenuto ma anche incaricato di sostituire per la donna l’affetto di un uomo che non era mai stato suo marito (era sposato e aveva una famiglia “ufficiale”). Nonostante questo, l’uomo non aveva mai abbandonato il bambino Saúl, trasmettendogli la passione per la lucha. Un secondo punto è quello legato alle relazioni che Saúl ha intessuto nella sua vita privata apertamente gay, racconto in cui il regista si fa molto pudico, lasciando comunque trasparire una storia personale in cui l’amore veniva ancora vissuto all’ombra della vergogna pubblica, almeno per le persone che vivevano accanto a lui, forse proprio in contrasto con la sua libertà.

Gael García Bernal and Perla de la Rosa in Cassandro. Photo: Courtesy of Prime Video© AMAZON CONTENT SERVICES LLC

Terzo punto su cui il film si focalizza è fierezza del protagonista che diventa Cassandro senza neanche pensarci due volte, una trasformazione forse raccontata con un po’ di fretta ma che rende benissimo chiaro lo spirito orgoglioso e precisamente autodeterminavo di quest’uomo che ha fatto della sua vita un vero è proprio esempio di quel gay-pride tanto sbandierato oggi. Saúl/Cassandro è fiero e deciso, accoglie con un sorriso i fischi che lo accompagnano sul ring nei suoi primi incontri. Gli exotici, si sa, in questo tipo di scontri organizzati sono quelli che perdono sempre. Ma Cassandro non ci sta, e tra una vestaglia piumata, un sorriso e qualche mossa ben assestata riesce a trasformare quei fischi in applausi, così che sarà proprio il pubblico a chiedere una vittoria per questo bizzarro luchadore, trasformandolo in una star.

Gael Garcia Bernal superstar

Gael Garcia Bernal riesce ancora una volta a scomparire nel personaggio, conferendogli comunque la sua innegabile dolcezza, portando i suoi tratti a fondersi con quelli di Cassandro, regalandoci un’altra sublime interpretazione nella sua filmografia. E nonostante il personaggio lo permetta, Bernal non è mai gratuitamente eccessivo: passionale, divertito, leggero eppure focalizzato, centrato, con un obbiettivo. Una performance che vale la visione, insieme alla scoperta della straordinaria storia del wrestler che ha cambiato le regole del gioco e ha offerto a tantissime persone la possibilità di sentirsi rappresentati e aiutati nel loro percorso di vita e di scoperta di sé.

Gael García Bernal in Cassandro. Photo: Courtesy of Prime Video © AMAZON CONTENT SERVICES LLC
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Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
cassandroUna performance che vale la visione, insieme alla scoperta della straordinaria storia del wrestler che ha cambiato le regole del gioco e ha offerto a tantissime persone la possibilità di sentirsi rappresentati e aiutati nel loro percorso di vita e di scoperta di sé.