Champions: la recensione del film di Bobby Farrelly con Woody Harrelson

Con il suo nuovo film, Bobby Farrelly racconta la volontà di continuare ad andare avanti attraverso una commedia spensierata e ricca di buoni sentimenti.

Champions-Woody-Harrelson

Non so se a voi capita, ma io stavolta ho bisogno di andare a vedere un film sapendo esattamente quello che mi aspetta. Non parlo di quei blockbuster standardizzati capaci di offrire soltanto uno spettacolo roboante quanto privo di qualsiasi profondità, quanto piuttosto di quel tipo di prodotto “medio” che rispetta le regole del genere di appartenenza con la precisione necessaria per allietare. Il nuovo film di Bobby FarrellyChampions, risponde esattamente a tale requisito, trattandosi di una commedia come ne abbiamo viste a dozzine, eppure vorremmo continuare a vederle magari quando passano alla TV.

 

Protagonista è un Woody Harrelson in gran forma il quale interpreta un allenatore di basket dal temperamento irrefrenabile e fin troppo dedito alla comprensione del gioco, tanto da tralasciare quella dei giocatori. Quando viene licenziato e immediatamente dopo arrestato per guida in stato di ubriachezza, non gli resta che accettare di compiere il proprio servizio civile allenando una squadra di giocatori con disabilità intellettuali. Alla fine sarà proprio lui a imparare dalla sua squadra molto più di quanto i membri del team impareranno dall’allenatore…

Champions, un film sulla sopravvivenza dell’anima

In Champions non troverete nulla che non avete già visto in altri film di questo genere, meglio ribadirlo immediatamente. Questo però non significa che non ci si possa affezionare al film e ai personaggi che lo popolano. L’idea di ambientare la vicenda a Des Moines, cittadina dell’Iowa che rappresenta al meglio (oppure al peggio, scegliete voi) la provincia americana dove tutto scorre tranquillo e desolato, risulta immediatamente efficace. Champions diventa fin dalle prime scene un lungometraggio che racconta al meglio la quieta desolazione di mille e mille posti come questo sparsi negli Stati Uniti, sepolti dalla neve apparentemente perenne e incapaci di rialzarsi da uno stato economico-sociale non certo edificante.

Il setting di Champions rappresenta così metaforicamente al meglio lo stato del suo protagonista, caduto umanamente in basso e bisognoso dell’aiuto di una comunità coesa per rialzarsi. Perché è soltanto in questo modo che si può, se non prosperare, almeno sopravvivere dignitosamente in posti come questo. E Champions tutto sommato è un film sulla sopravvivenza dell’anima, sulla volontà di continuare ad andare avanti quando si potrebbe tranquillamente mollare e nessuno lo noterebbe. Per farla breve, l’ambientazione è probabilmente la cosa migliore di un film che sa comunque parlare al pubblico in maniera semplice e piuttosto diretta, lavorando sulla retorica di fondo e sul buonismo di situazioni e storia in maniera almeno onesta.

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Se poi ovviamente metti un istrione sempre simpatico come Woody Harrelson al centro dell’equazione e aggiungi a supporto due caratteristi che sanno come dar vita a personaggi “metropolitani” quali Ernie Hudson e soprattutto Kaitlin Olson (perché quest’attrice non ha avuto una carriera cinematografica più corpulenta???), ecco che il tono del film ne beneficia. Alla fine è meglio vedersi Champions ed apprezzarlo per quello che può offrire, cercando di dimenticare che Bobby Farrelly, insieme al fratello Peter, in passato ha realizzato commedie di altro spessore come Tutti pazzi per Mary e soprattutto Io, me e Irene con Jim Carrey, che consideriamo indubbiamente il suo “capolavoro”.

Un film di buoni sentimenti sul riscatto umano

Rimane onestamente difficile consigliare a voi lettori di andare al cinema a vedere Champions, e allo stesso tempo possiamo garantirvi che, se lo farete, alla fine della proiezione gli vorrete comunque bene. I buoni sentimenti, le storie di crescita personale, di riscatto umano, sono qualcosa che tutto sommato posseggono sempre un loro motivo di interesse, e questo film non fa accezione. Non aggiungerà quasi sicuramente nulla alla vostra personale storia del cinema, ma un paio d’ore di spensieratezza sono sicure, soprattutto se cercate qualcosa che vi allieti la giornata con ottimismo e gentilezza. Qualche volta può bastare. Anzi, più spesso di quanto non creditate…

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Adriano Ercolani
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champions-recensione-bobby-farrelly-woody-harrelsonChampions è un film sulla sopravvivenza dell’anima, sulla volontà di continuare ad andare avanti quando si potrebbe tranquillamente mollare e nessuno lo noterebbe. Per farla breve, l’ambientazione è probabilmente la cosa migliore di un film che sa comunque parlare al pubblico in maniera semplice e piuttosto diretta, lavorando sulla retorica di fondo e sul buonismo di situazioni e storia in maniera almeno onesta.