Diario di una schiappa: recensione del film

Diario di una schiappa film

Uscirà il 27 luglio prossimo nelle sale italiane Diario di una schiappa, il film, tratto dall’omonimo libro-fumetto best seller per ragazzi, dell’americano Jeff Kinney e diretto da Thor Freudenthal.

 

Sì, perché il lavoro di Kinney è stato ed è un successo planetario – 50 milioni di copie vendute in tutto il mondo, pubblicazione in 40 paesi per una serie che ha al suo attivo in libreria già 5 volumi. A ciò si aggiunga la pubblicazione on-line quotidiana su un sito americano, iniziata nel 2004, ancora prima che le avventure scolastiche e familiari di “Greg la schiappa” diventassero un libro e poi un film. Tutti curiosi, dunque, di sapere come il realismo, l’autenticità e l’ironia di questo personaggio da fumetto, che ha conquistato milioni di ragazzini con la sua normalità, sarebbero passati dalla carta alla pellicola. Ci si chiedeva se l’opera avrebbe retto l’impatto, mantenendo intatta l’efficacia. Ebbene, la risposta è: sì.

L’operazione può dirsi riuscita, senza dubbio grazie all’apporto dell’autore stesso del “diario illustrato”, appunto Jeff Kinney, che ha contribuito a casting, sceneggiatura e ha curato la parte d’animazione di Diario di una schiappa. Si è scelto infatti di fondere i due linguaggi in un’unica narrazione: sequenze filmate si alternano a momenti in cui vediamo il diario di Greg – o meglio il “giornale di bordo”, secondo la definizione dello stesso protagonista – prendere forma dalla sua matita, sotto i nostri occhi. E quella del fumetto non è affatto un’intrusione, ma un complemento efficace e divertente.

Altro fattore importante: col passaggio alla pellicola si è riusciti a mantenere intatto lo spirito della pagina scritta, non cedendo a facili lusinghe cinematografiche che edulcorassero, o modificassero in senso buonista o manicheo situazioni e personaggi. Perciò Greg Heffley resta un personaggio in cui molti ragazzini certo si potranno riconoscere: autentico, con le sue insicurezze, i suoi errori, un comportamento spesso non impeccabile (come quando, vessato dal fratello maggiore, si rifà sul più piccolo di casa, vessandolo a sua volta, o quando non si comporta lealmente col suo miglior amico), ma tipico della sua età, quella di chi, dopo le elementari, si trova ad affrontare la difficile prova delle scuole medie, viste qui come un universo sconosciuto e pieno d’insidie.

La chiave scelta per questo racconto è quella esilarante del libro: vediamo Greg alle prese con situazioni difficili, ma dai risvolti comici, a casa e in famiglia. Situazioni difficili, ma adatte alla sua età. Non vediamo cioè bambini alle prese con problemi da adulti, che si comportano o parlano come fossero degli adulti in miniatura, come spesso accade in pellicole simili. Qui la storia è raccontata con l’ottica dei bambini. È la loro visione del mondo, sono alle prese con il loro universo e i problemi della loro età: il primo giorno di scuola, l’ansia di essere accettati nel gruppo, il confronto/scontro coi compagni più grandi, le più classiche dinamiche familiari (genitori/figli e fratelli maggiori/minori), che chiunque di noi ha vissuto. Il bambino qui è protagonista in tutti i sensi e il suo punto di vista viene rispettato (su questo rispetto Kinney ha insistito anche in conferenza stampa). Ed è, alla fine, questo rispetto a fare la vera differenza, nel libro, come nel film. Ovviamente, dietro a tutto ciò, c’è la maestria degli adulti che hanno lavorato alla pellicola, riuscendo ad ottenere un risultato molto efficace, a partire da un’idea semplice.

Alla riuscita di Diario di una schiappa, godibilissimo e dal ritmo vivace, contribuiscono però senz’altro i giovani attori, tutti molto bravi. Lo è il protagonista, Zachary Gordon, che interpreta con efficacia l’ironia e il disincanto del giovane Greg, come anche Robert Capron nel ruolo del suo miglior amico Rowley Jefferson, e Devon Bostick, nei panni del fratello maggiore Rodrick. Anche gli altri compagni di scuola di Greg compongono un quadro assai vivido. Diario di una schiappa scorre veloce e leggero, ma non privo di spunti di riflessione, sia per i più piccoli che per gli adulti (il più evidente, quello sul bullismo, ma  c’è ironia e sarcasmo anche verso certi atteggiamenti “dei grandi”). La sceneggiatura fonde bene le gags esilaranti all’interno di una trama che unisce il tutto, senza appesantirlo. Le musiche di Theodore Shapiro accompagnano ottimamente l’azione.

Perciò, dopo il blog, e i libri, “Greg la schiappa”, va incontro a un ulteriore successo. La distribuzione della pellicola è affidata alla 20th Century Fox. Il 5 agosto uscirà poi, qui in Italia, anche il seguito: Diario di una schiappa 2 (Diary of a wimpy kid – Rodrick rules), stavolta diretto da David Bowers.

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