Driven: recensione del film di Nick Hamm

Driven
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A Venezia 75 viene presentato il film di chiusura, Driven di Nick Hamm, in conclusione di una maratona cinematografica assai ricca e piena di titoli interessanti. Driven arriva però alla fine di una giornata di proiezioni povera rispetto al palinsesto dei giorni precedenti, forse per una scelta mirata, visto l’accavallarsi con il festival di Toronto. Alla fine della proiezione è stato presentato anche il backstage, che racconta alcuni difficili momenti della realizzazione.

 

Driven è la storia intrecciata di due persone, molto distanti tra loro, ma che uno strano gioco del destino porterà a fondere le loro vite. Siamo nella metà degli anni Settanta, Jim Hoffman è un pilota, implicato in un colossale traffico di droga, nel quale non esita a coinvolgere la sua famiglia, mentre John DeLorean, suo vicino di casa, è un geniale e ricco progettista di automobili, con un passato glorioso e il sogno di produrre l’auto che rivoluzionerà per sempre il mercato. Jim è strettamente sorvegliato dall’FBI, che in cambio della libertà lo sfrutta come informatore. DeLorean invece è alla ricerca di capitali per finanziare il suo ambizioso progetto. Inutile dire che sarà l’inizio di un gioco complesso, che sfuggirà di mano, infrangendo le leggi, l’etica e l’amicizia.

Il regista Nick Hamm dice di aver voluto raccontare la storia di due uomini così bisognosi dell’essere vincitori, da arrivare a distruggere famiglia e amicizia.  L’interrogativo al centro del suo film è se DeLorean sia un truffatore o un genio della creatività e viceversa, se Jim sia un criminale o una persona sincera e di cuore.

Il film gioca bene con questi interrogativi, ruotando attorno a quell’automobile avveniristica dalle ali di gabbiano, diventata famosa solamente perché scelta come macchina del tempo in Ritorno al futuro di Robert Zemeckis. Peccato che in realtà quel costosissimo veicolo sia stato un autentico fallimento, pieno di problemi strutturali e malfunzionante fin dall’uscita dalla fabbrica. Nel film ci sono molti momenti con battute, neanche troppo velate, sulla DeLorean come macchina del tempo, futuro e viaggi lontani.

Driven è un film ben congeniato, diretto con mano sicura e ben interpretato, in maniera sorniona, beffarda, a volte esagerata, ma credibile. Nonostante la confezione appetitosa, la musica rock coinvolgente e perfettamente correlata al montaggio, la divertente ricostruzione caricaturale degli anni Settanta e l’imbastimento di un riuscito connubio tra commedia e poliziesco, stenta però a coinvolgere anche chi non è troppo appassionato all’industria delle automobili.

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