Evil Does Not Exist, recensione del film di Ryusuke Hamaguchi #Venezia80

Il Male non Esiste (Evil Does Not Exist) film 2023

Nel filone di drammi ecologici recenti, tra Alcarràs (Carla Simòn), Costa Brava Lebanon (Mounia Akl) e How to Blow Up a Pipeline (Daniel Goldhaber), arriva in concorso a Venezia 80 il film Evil Does Not Exist, del regista giapponese Ryusuke Hamaguchi, che ha ottenuto la fama internazionale con Drive My Car, vincitore dell’Oscar al miglior film straniero nel 2022. Questo suo nuovo progetto è una riflessione sui comportamenti che l’essere umano assume se riportato in uno stato di natura, un perimetro dalla bellezza apparentemente incontrastata ma che risveglia istinti latenti in chi cerca di imporvisi.

Evil Does Not Exist: la minaccia del “glamping”

Takumi e sua figlia Hana vivono nel villaggio di Mizubiki, vicino a Tokyo. Come le generazioni che li hanno preceduti, vivono una vita modesta secondo i cicli e l’ordine della natura. Un giorno, gli abitanti del villaggio vengono a conoscenza di un progetto per la costruzione di un sito glamping vicino alla casa di Takumi, che offrirà agli abitanti della città una comoda “fuga” nella natura. Quando due rappresentanti di un’azienda di Tokyo arrivano nel villaggio per tenere una riunione, diventa chiaro che il progetto avrà un impatto negativo sull’approvvigionamento idrico locale, causando disordini. Le intenzioni sbagliate dell’agenzia mettono in pericolo sia l’equilibrio ecologico dell’altopiano che il loro stile di vita, con conseguenze che colpiscono profondamente la vita di Takumi.

Con una durata limitata – appena un’ora e trenta di girato – Hamaguchi mette a punto un film dal tono mutevole, che passa dalla satira anche piuttosto ironica, all’angoscia e al respiro affannoso di un predatore. Come l’acqua del villaggio che scorre verso il basso, il film di Hamaguchi procede lentamente, seguendo i ritmi della comunità isolata, e culminando in un finale in cui la violenza è latente in ogni immagine, ma si è ormai insediata ovunque, dopo che l’uomo moderno ne ha contaminato inconsapevolmente il ritmo.

Un eco-dramma preciso nello svolgimento

Evil Does Not Exist è un film di preoccupazioni, confronti e punti di vista: due parti, investitori e locali, devono capire come procedere di pari passo nel presente, dopo essersi resi conto della loro incompetenza, i primi, e aver messo in chiaro le priorità della comunità, i secondi. Ingenuità e consapevolezza continuano a scontrarsi in dialoghi sinceri, che mai nascondono le ragioni dei personaggi e fanno presagire un punto di rottura fin dall’inizio, che si palesa quando il rappresentante del glamping manifesta la sua arroganza credendo di poter provare a diventare un uomo interessante imparando a vivere nella natura. In mezzo a questo scontro a due armi, vi è la figlia di Takumi, enigmatico personaggio i cui occhi sono anche il nostro primo ingresso nella riserva naturale. Un personaggio che continua a vagare per i boschi e le strade in cui i bambini possono ancora giocare senza supervisione, almeno fino all’arrivo degli uomini di città. Da allora, il sindaco della comunità inizierà ad avvertirla di non recarsi nel bosco da sola: un monito inedito per la piccola che, nella sua inconsapevolezza dell’esistenza di regole di vita altre, lascerà questo consiglio inascoltato.

Ryusuke Hamaguchi porta in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023 un film dal respiro estremamente attuale, che sviscera la complessità dell’animo umano con cambi di tono e di stile precisissimi. La durata contenuta, la direzione dell’attore e, soprattutto, una notevole agilità di scrittura, lo consacrano definitivamente come una delle firme internazionali più interessanti.