Mustang: recensione del film di Denis Gamze Erguven

Mustang

Mustang – Turchia, giorni nostri. In uno sperduto paesino sul Mar Nero a centinaia di chilometri da Istanbul, Lale (Gunes Nezihe Sensoy) e le sue quattro sorelle maggiori vivono con la nonna e lo zio, orfane di entrambi i genitori. Un giorno, tornando da scuola, si intrattengono con dei compagni a giocare sulla spiaggia, qualche vicino di casa le osserva e dice tutto alla nonna. Scandalo nel paese. La nonna  e lo zio, preoccupati per l’onorabilità delle fanciulle, decidono di recluderle in casa che diventa per loro una vera e propria prigione dove dedicarsi unicamente a corsi di economia domestica. Il passo successivo è trovar loro immediatamente marito così inizia la penosa ricerca di matrimoni combinati a cui le ragazze non possono sottrarsi.

 

Mustang è il primo lungometraggio della giovane regista turca Denis Gamze Erguven, vincitrice di un pardo al Festival di Locarno nel 2006 con il suo corto Bir Damla su (Une goutte d’eau) sezione Pardi di domani. Questo suo primo lungo, che verrà presentato al Festival di Roma, e che già si è fatto notare a quello di Cannes, è un lavoro fortemente autobiografico in quanto nella storia di Lale e delle sue quattro sorelle troviamo molto della storia personale della regista nata ad Ankara. Mustang è il nome dei bellissimi cavalli selvaggi dalla lunga criniera e dall’indole focosa, così come focoso e indomabile è il temperamento delle cinque bellissime eroine che la regista ha scelto per la sua storia. Cinque giovani donne cui lunghi capelli, come le criniere dei mustang, sono accarezzati dal vento, immagine simbolo di quella libertà per cui esse combattono unite, come fossero una persona sola.

La loro battaglia è contro assurde convenzioni sociali di un piccolo paese che rappresenta il volto più conservatore di una Turchia che si sforza di liberarsi da antichi legami morali e religiosi. Una Turchia che, all’infuori della capitale vista come una meta lontana e irraggiungibile, è purtroppo ricaduta in un’ortodossia religiosa e sociale che ha nelle donne l’elemento più sacrificato. Lale, una bravissima e sorprendente Gunes Nezihe Sensoy, al suo esordio da attrice, interpreta la più piccola ma anche la più combattiva delle cinque sorelle, colei che per ultima si arrenderà a quel sistema che pretende di decidere della sua vita al posto suo.

Mustang è un film di denuncia, mai crudo ma comunque dal forte impatto emotivo, che mira a smascherare l’ipocrisia di queste assurde convenzioni dietro le quali si nasconde lo squallore e l’abuso, di cui queste donne sono oggetto, perpretato proprio da chi vorrebbe difendere la loro moralità. Mustang è anche un film sull’amore, quello vero e intensissimo che lega le cinque sorelle, così come sulla speranza che non deve mai venir meno, perchè in un mondo dove tutti sembrano esserti nemici qualcuno disposto a tenderti una mano può sempre arrivare.

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