Figli delle Stelle: recensione del film con Pierfrancesco Favino

Figli delle Stelle film recensione

“Mettiamo che ci sia un Paese la cui classe politica è lontana anni luce dai problemi del popolo. Mettiamo che questo popolo sia piuttosto incline ad accettare passivamente tutto ciò che questa classe politica propone. Ma mettiamo che ci sia qualcuno che non ci sta.” Queste sono le premesse del nuovo film di Lucio Pellegrini, Figli delle stelle; una commedia che nasce dalla volontà di raccontare la realtà sociale contemporanea attraverso personaggi, non più giovani ma non ancora adulti che sono paralizzati in un presente di continua attesa di un lavoro, di una sistemazione, di un futuro. Sono dei precari esistenziali.

 

La smania di agire, di mobilitarsi, di non stare immobili ad aspettare è ciò che accomuna questo gruppo in realtà così diversificato al suo interno: un giovane portuale del nord-est d’Italia, Toni (alias Fabio Volo), un professore trentenne disoccupato che lavora all’Autogrill, Pepe (alias Pierfrancesco Favino), un idealista reazionario, Bauer (alias Giuseppe Battiston), una giornalista tv a contratto, Marilù (alias Claudia Pandolfi), ed un uomo appena uscito di galera, Ramon (alias Paolo Sassanelli). Per motivi casuali i vari personaggi si incontrano e decidono di rapire un politico, di chiedere il riscatto e con i soldi ottenuti, risarcire la moglie della vittima di un incidente sul lavoro.

Figli delle stelle, il film

Ma i personaggi non sono dei professionisti del rapimento, sono imbranati e un po’ sfigati, arrivano addirittura a rapire la persona sbagliata, un sottosegretario, Stella, da loro definito, La renna (alias Giorgio Tirabassi). Da qui in poi il film racconterà la vita clandestina dei personaggi nella maniera più esilarante e spassosa, essi infatti non faranno altro che combinare guai e non saranno in grado di gestire imprevisti perché totalmente improvvisati e precari anche in questa missione, che si rivelerà assurda e surreale, al limite del grottesco.

I protagonisti sembrano venire dagli anni ’80 e ciò è evidente nell’abbigliamento vintage, scelto per loro nelle scene in cui sono rintanati tra le splendide montagne della Valle d’Aosta. Figli delle stelle ha colto in maniera realistica lo spaesamento, il rancore e l’ insoddisfazione della modernità e affronta in maniera trasversale molti degli eventi politici contemporanei, come le morti bianche, le intercettazioni e quant’altro, ma l’ha saputo fare con uno sguardo comico e leggero e aggiungerei anche un po’ eccentrico. Anche a livello tecnico cinematografico il regista ha voluto ricreare il senso di provvisorietà e frammentarietà con l’uso della macchina da presa instabile e quasi sempre in movimento.

Il brillante cast, evidentemente di serie A, ha reso il film ancora più interessante e coinvolgente. Pierfrancesco Favino buffo con il suo dialetto ternano, Volo con il suo veneto, Giuseppe Battiston con le sue ideologie estremizzate. Lucio Pellegrini si è evidentemente ispirato alla grande lezione della Commedia all’italiana di Mario Monicelli che privilegiava le storie dei perdenti, degli umili e esprimeva il desiderio di raccontare il proprio tempo attraverso lo specchio deformato della commedia che a volte è  in grado di restituire un prezioso ed inedito sapore alla verità. Figli delle stelle uscirà nelle sale il 22 ottobre e sarà distribuito in 250 copie.

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