Free State of Jones

Arriva il primo dicembre al cinema Free State of Jones, film con protagonista Matthew McConaughey diretto da Gary Ross.

 

In Free State of Jones reduce disilluso dalla terribile battaglia di Corinth combattuta nel 1862 in piena Guerra Civile americana, il contadino Newton Knight decide di raccogliere un manipolo di schiavi fuggitivi e agricoltori vessati per trasformare la piccola contea di Jones in Mississippi in uno Stato Libero ed egualitario, resistendo tenacemente agli attacchi del governo confederato. La relazione extraconiugale con la schiava di colore Rachel sarà però fonte di pesanti guai giudiziari per un suo bisnipote, accusato di aver contratto un matrimonio interraziale proibito dalle leggi americane di fine anni ’40.

Free State of Jones, il film

Profondo amore per l’epica storica e coraggiosa critica politica sono i sentimenti più schietti e pungenti che si respirano a pieni polmoni in quest’ultima opera verista di Gary Ross, qui prossimo a un deciso salto di qualità tanto narrativa quanto estetica che non ha nulla da invidiare al Lincoln di Steven Spielberg, risultandone anzi superiore per impatto e pulizia ideologica in numerosi punti. La parabola di Free State of Jones si dispiega in un doppio arco temporale – il pieno del confitto secessionista con le sue conseguenze (1862-67) e l’America xenofoba del 1947 – che, mediante un interessante montaggio parallelo, ci permettono di seguire il medesimo dramma umano (l’amore impossibile per una donna dovuto a cause etniche) a distanza di quasi un secolo, dimostrando tutto il potere di una forma filmica pittoricamente e narrativamente impeccabile.

Lontano anni luce dalle derive comedy di Pleasantville (1998) ma già avvezzo grazie al recente Hunger Games (2012) a maneggiare la materia della lotta contro il sopruso in favore della libertà, il regista e sceneggiatore Ross dispiega tutti i potenti mezzi a propria disposizione – dalla splendida fotografia di Benoît Delhomme a un parco attoriale di rara forza e intensità che annovera Gugu Mbatha-Raw, Keri Russell, Mahershala Ali e Sean Bridgers – per trasporre sul fascino del grande schermo un autentico kolossal come quelli dei bei tempi della Hollywood che fu.

Free State of Jones

Matthew McConaughey, sguardo roccioso e barba incolta, da corpo e anima a uno dei suoi personaggi più solidi e riusciti come fosse l’eroe di un’epopea di David Lean, capitano coraggioso pronto a combattere contro l’ingiustizia etico-socio-culturale con un esercito senz’armi né uniformi ma forte solamente del proprio coraggio e dell’amore per un unico ideale: la libertà.

Ottimamente accolto al Torino Film Festival 2016, Free State of Jones si presenta come un film importante – fosse solo per la morale di cui è intriso – in un’epoca in cui secessionismo e autonomia politica appaiono termini del tutto spogliati del loro originario valore etico, laddove essere “liberi” non significa essere diversi dall’altro ma bensì tutti parte di un unico grande gruppo umano, indipendentemente dalla razza, ceto o religione.

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Matteo Vergani
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Matteo Vergani
Laureato in Linguaggi dei Media all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, studiato regia a indirizzo horror e fantasy presso l'Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma. Appassionato del cinema di genere e delle forme sperimentali, sviluppa un grande interesse per le pratiche di restauro audiovisivo, per il cinema muto e le correnti surrealiste, oltre che per la storia del cinema, della radio e della televisione.
free-state-of-jones-con-matthew-mcconaugheyFree State of Jones si presenta come un film importante in un’epoca in cui secessionismo e autonomia politica appaiono termini del tutto spogliati del loro originario valore etico.