Ghost Rider: Spirito di Vendetta – recensione

Ghost Rider: Spirito di Vendetta

Un teschio fiammante, una moto che ruggisce, catene infuocate affamate di cattivi: Ghost Rider torna a solcare sugli schermi in Ghost Rider: Spirito di Vendetta in 3D e sempre con le fattezze di Nicolas Cage, intrappolato nel suo corpo che condivide con un demone, lo spirito della vendetta. Questa volta però c’è un bambino da salvare, una madre da proteggere e un patto da mantenere per ritrovare la sospirata pace e forse anche l’anima irrimediabilmente venduta al diavolo nel primo episodio.

 

Funestato da tremendi ritardi e tanta reticenza in fase di produzione, il super (anti) eroe interpretato da Cage ritorna sulla schermo a distanza di quattro anni con Ghost Rider: Spirito di Vendetta e questa volta ci porta in Europa, dove un bambino, una sorta di ‘immacolata concezione demoniaca’ è in pericolo perché il ‘padre’ cerca di catturarlo per riscuotere il conto della vita che gli ha dato. A proteggere il bambino in primo luogo la madre, Nadia (Violante Placido), poi Moreau (Idris Elba), prete ubriaco e particolare, e infine Jhonny Blaze insieme al suo oscuro inquilino, il Rider. Dalla parte dei cattivi uno straordinario Ciaràn Hinds, corpo mortale e contenitore del potere di Mefisto, e Johnny Whitworth nei panni di Carrigan, prima sequestratore di bambini poi segugio infernale.

Ghost Rider: Spirito di Vendetta, il film

La regia, in Ghost Rider: Spirito di Vendetta di Mark Neveldine e Brian Taylor, a tratti esasperata e invadente ci catapulta da subito in un grande video clip, come se si trattasse di un cortometraggio fatto bene o di un B-Movie costoso, mentre gli effetti visivi sono davvero notevoli, in particolar modo quelli legati al costume del Rider.

Il problema più grande di questo Ghost Rider: Spirito di Vendetta però è la sceneggiatura, approssimativa e particolarmente carente nei dialoghi. Si avverte nel sottofondo e in alcune scene particolare che il testo di partenza della storia è molto strutturato e profondo, e tocca anche temi importanti, ma tutto viene guardato da lontano, trattato con sufficienza e il risultato è un’approssimazione che impedisce di raccontare per bene la storia.

Ghost Rider: Spirito di Vendetta

Spicca e fa la sua bella figura in Nicolas Cage come non lo vedevamo da tanto tempo: folle, spietato e allo stesso tempo tormentato riesce al meglio a veicolare la grande sofferenza del suo personaggio, lacerato tra tormento, rimorso e senso di colpa, oltre che da una insaziabile fame di vendetta. Pollice verso invece per la nostra Violante, che anche se non è il più grande problema del film, risulta decisamente scarsa nell’interpretazione e poco espressiva.

Speriamo tuttavia che quest’ulteriore passo ad Hollywood riesca a farla crescere a livello professionale per portare avanti in nome dell’Italia all’estero. Bene invece il resto del cast, particolarmente idoneo a rappresentare la propria controparte nella storia.

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