Giovani si diventa: recensione del film con Ben Stiller

Giovani si diventa film recensione

Arriva al cinema distribuito da Eagle Pictures Giovani si diventa il film diretto da Noah Baumbach, con protagonisti Naomi Watts e Ben Stiller.

 

Giovani si diventa, la trama: Jon e Cornelia sono una coppia di quarantenni newyorchesi della middle class. Josh (Ben Stiller) è un docente e un documentarista che, dopo un brillante esordio, non riesce a completare il suo ambizioso e fluviale progetto sul post-capitalismo. La moglie Cornelia (Naomi Watts) è a sua volta figlia, nonché produttrice e assistente, di un affermato documentarista che si appresta a ricevere un riconoscimento alla carriera. La loro esistenza, benché serena, pare bloccata, forse dall’impasse artistico, forse dal fatto di non essere riusciti ad avere figli, mentre intorno a loro gli amici più stretti sono sempre più assorbiti dall’esperienza della genitorialità.

La svolta nelle vite di Josh e Cornelia arriva inaspettatamente da una giovane coppia di sposi hipster: Darby (Amanda Seyfried) e Jamie (Adam Driver), spregiudicati, vitali, appassionati di vintage e aperti alla contaminazione di gusti, mode, arti e tendenze; una contaminazione che diventa per loro cifra identitaria oltre che espressiva. Il legame tra le due coppie si farà sempre più stretto, alimentato dal fatto che anche Jamie è un documentarista, pronto a coinvolgere Josh e Cornelia nel suo ambizioso progetto. I differenti valori e le divergenti motivazioni che caratterizzano l’approccio al lavoro di Jamie e Josh – dal rapporto con le fonti a come far emergere la verità del racconto e dei protagonisti – costringeranno il personaggio di Ben Stiller a fare i conti con le proprie paure, le proprie debolezze, ma in fondo anche certezze.

Noah Baumbach dirige la contrapposizione tra la generazione degli anni Ottanta dell’ormai secolo scorso e quella dei giovani Millennial con toni ora delicati ora pungenti, dipingendo un quadro piuttosto lucido e preciso sulla società attuale e sul suo rapporto con la tecnologia e con la rappresentazione del reale che da essa filtra.

Più indulgente con la coppia degli “anta” che non con quella degli irriverenti e ambiziosi Jamie e Darby – e più efficace nel delineare i personaggi maschili delle due coppie – il regista di Frances Ha guarda a Woody Allen e flirta con le citazioni per consegnarci una commedia agro-dolce che probabilmente piacerà di più ai quarantenni, i quali si identificheranno con la ricerca esistenziale di Josh e Cornelia. È la ricerca, sembra dirci Baumbach, di un senso e di un posto nel mondo di un’intera generazione, schiacciata tra il giudizio e l’eredità delle precedenti e incalzata da quella successiva, che sul tavolo mette le proprie regole del gioco.

Con Giovani si diventa, Noah Baumbach non si limita a ritrarre un confronto tra diverse generazioni, ma imbastisce una riflessione più stratificata e sottile sulla società contemporanea, sull’arte e la sua rappresentazione.

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